Asili e welfare attivo

Asili e welfare attivo

Una delle azioni che la misconosciuta, ma qualificata e preparata, politica del centro-destra torinese mette a disposizione dei cittadini è, sicuramente, quella di concorrere a ricostruire la fiducia nel futuro sia dei giovani sia delle famiglie. E’ prioritario arrivare ad una società più competitiva, ma anche più giusta e inclusiva, approdare ad una comunità che conceda tutele e opportunità lungo l’intero ciclo della vita, difendere i diritti dei cittadini e tutelare, anche, gli interessi degli esclusi.

Questa è la sfida di una buona Amministrazione e, per inciso, mi preme far riflettere su come l’attuale Giunta fallisca sui parametri necessari a stabilirla (trasporti pubblici, sicurezza, asili, marciapiedi, verde pubblico, pulizia, raccolta rifiuti…) e come, da ormai due anni, il centro-destra torinese pungoli l’attuale maggioranza affinché affronti con più determinazione, maggiori investimenti, minori coinvolgimenti ideologici il concetto di qualità civile, compresa la questione legata agli asili nido. Purtroppo, sul tema asili, dall’Amministrazione torinese arriva una proposta agostana insoddisfacente e discriminatoria, costringe il Consiglio Comunale a rivendicare il suo ruolo e fa ritornare di attualità la nostra proposta. Abbiamo l’umile certezza di proporre, da tempo, soluzioni condivise e efficaci: offrire opportunità e servizi promuovendo una pluralità di azioni che consentano una riconciliazione tra la vita lavorativa e la vita familiare; rivendicare il carattere educativo degli asili togliendoli dalla categoria dei servizi a domanda individuale onde consentirne la gratuità.

Al di là dei criteri generali, occorre, subito, abbassare le rette investendo di più sui convenzionamenti (un piccolo spiraglio si è aperto con 200 nuovi posti negli asili nido privati, ma arriviamo in ritardo – dovevano essere 400 – e senza la giusta convinzione), semplificando le procedure e non discriminando il privato: è necessario concedere gli stessi diritti e i medesimi doveri a tutti gli operatori. Non è giusto mortificare i baby parking e salvaguardare i micro nido: bisogna tutelarli entrambi, visto che entrambi hanno dignità legislativa.

In secondo luogo, dobbiamo ridare valore alle graduatorie con le quali si accede al tanto sospirato posto. Per esempio non è giusto concedere, come vuol fare la Giunta, lo stesso punteggio al genitore di un bambino, cittadino italiano, residente a Torino, ed al genitore irregolarmente residente. E’ giusto concedere ai bambini pari opportunità di accesso, ma è sacrosanto distinguere, attraverso un punteggio diverso, i cittadini italiani o gli stranieri regolari rispetto a coloro che non siano in regola con la legge italiana. Non condividiamo, inoltre, che al Consiglio Comunale venga tolto il compito di stabilire nel dettaglio i punteggi per le graduatorie essendo certi né che la Giunta le aggiorni secondo le esigenze delle famiglie né che siano severamente sanzionate le dichiarazioni mendaci che danneggiano altri bambini.

In terzo luogo, proponiamo che a fronte di necessità reali, le famiglie abbiano possibilità reali. Il reddito Isee è ormai anacronistico. Spiace che la Giunta voglia confermarlo. Il cittadino italiano che ha una casa, ma vive con 800 euro al mese è penalizzato. Il ritorno al reddito reale, se lo si pensa senza retaggi ideologici, ha una doppia valenza: far godere di una retta proporzionata allo stipendio; concedere fiducia al cittadino che, responsabilizzandosi, torna a saper stare insieme agli altri. Non vengono trascurati, naturalmente, severi controlli che, tra l’altro, sono diventati di competenza comunale.

Insomma, la lotta agli egoismi, che hanno riempito il vuoto lasciato dalla caduta dei valori e della smagliatura delle storiche reti sociali, deve essere la vera sfida dell’agire politico per garantire, costi quello che costi, la coesione sociale.

Andrea Tronzano

Consigliere Comunale di Torino

Vicecapogruppo FI PdL