Diminuire le tariffe delle mense scolastiche si può

Diminuire le tariffe delle mense scolastiche si può

Sostanzialmente con una maggiore concorrenza si potrebbe arrivare ad avere una diminuzione delle tariffe delle mense scolastiche a favore dei cittadini.
Diminuire le rette delle mense è possibile. Occorre garantire una maggiore concorrenza e quindi aprire ad altre ditte, oltre alle 4 che hanno sempre vinto; potrebbero addirittura arrivare a 10 le ditte che concorrono.
Per evitare questo cartello è indispensabile cambiare il metodo di assegnazione, aumentando così la concorrenza, e consentire che da uno sconto medio di 0,9 si passi a uno sconto almeno dal 3 al 5%. Con questo non si intacca la qualità, ma si consente all’Amministrazione di risparmiare soldi usandoli per abbassare le rette.
Una maggiore concorrenza si ha se si utilizza il metodo “cook and chill”, ormai ampiamente utilizzato da molti enti pubblici, che avrebbe ripercussioni positive sulla sicurezza igienica, sulla congruità nutrizionale, sulla gradibilità e sulla economicità, anche del trasporto.

I numeri:
– il numero dei pasti totali per nidi, infanzia, primarie, secondarie di primo grado, nel 2009/2010, sono stati 8.263.720
– la spesa complessiva è stata di 39.013.522, di cui 29.700.000 circa a carico delle famiglie e 9.200.000 a carico del Comune. L’indice di copertura è di circa l’87% ossia il Comune paga il 13% del pasto e l’87% è a carico delle famiglie
– il prezzo medio unitario per pasto è di 4,70 euro
– gli utenti della ristorazione scolastica a Torino sono 59.674.
– le ditte che hanno vinto l’appalto triennale 2008/2010 per un totale di 116.000.000 di euro sono state Coop Camst, Compass Spa, Eutourist Spa, Gemeaz Spa
– le tariffe degli asili nido d’infanzia vanno da un minimo di 38 euro per chi ha un reddito Isee fino a 3.900 euro, ad un massimo di 471 euro per chi supera i 32.000 euro di Isee.
– nelle scuole dell’infanzia la tariffa mensile per il pasto va da un minimo di 29 euro fino a 5000 euro di ISee ad un massimo di 127 euro per chi supera i 24.000 euro di Isee.

La mia proposta

Mozione: mense scolastiche e bandi di gara: manteniamo la stessa ottima qualità, ma diminuiamo la spesa per diminuire le rette a carico dei cittadini

Premesso che

  • La LR 28/2007 all’art. 31 attribuisce ai Comuni gli interventi di mensa per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado;
  • la Città di Torino appalta ad aziende esterne, attraverso bando di gara triennale, il servizio di ristorazione scolastica per le scuole dell’obbligo e del pre-obbligo
  • Il criterio di aggiudicazione prescelto, in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 59 c. 4 della L. 488/1999, è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa (su 100 punti da assegnare, 65 punti per il prezzo e 35 destinati ai parametri qualitativi) privilegiando la produzione agricolo biologica e di qualità
  • La mensa ad uso scolastico è un servizio a domanda individuale come è stato definito dal Decreto Ministeriale 31.12.1983 da parte del Ministero dell’Interno di concerto con i Ministeri del Tesoro e delle Finanze e, pertanto, è una attività, gestita dal Comune, posta in essere ed utilizzata su richiesta dell’utente, che sia stata dichiarata non gratuita per legge nazionale o regionale. Per tali servizi gli enti erogatori sono tenuti a richiedere la contribuzione degli utenti
  • Nella Città di Torino la copertura delle spese per le mense, compresa quella scolastica, proviene per l’83,27% dagli utenti

Considerato che

  • I pasti giornalieri serviti sono circa 53.000 e in un anno si oscilla tra I 7 milioni e mezzo ed I nove milioni di pasti complessivamente serviti
  • Il costo di un pasto è di circa 9 euro di cui circa 7,5 euro messi dagli utenti e 1,5 euro dal Comune

Preso atto che

  • la spesa di aggiudicazione è stata per il triennio 2008/2010 di 116.877.000 euro
  • le ditte vincitrici hanno applicato uno sconto pari neanche all’1% in media (tutti I 10 lotti sono stati sotto all’1%)
  • la spesa di aggiudicazione per il triennio precedente (2005/2007) fu di 94.656.000 ossia ben 22.221.000 euro in meno del triennio successivo

Preso inoltre atto che

  • in una intervista a laRepubblica del 27 gennaio 2008 l’allora Assessore Saragnese affermava: “Le uniche lettere che riceviamo non sono lamentele per la qualità del cibo ma per le tariffe troppo alte”
  • il 10 gennaio 2009 su La Stampa le mense scolastiche venivano bocciate in sapore
  • la mozione in oggetto non mette in discussione la qualità del cibo
  • il trasporto del cibo, in particolare caldo, non riesce a mantenere le necessarie caratteristiche organolettiche

Considerato che

  • dal 2001 ad oggi le aziende, legittimamente e lecitamente, vincitrici del bando di gara sono sempre le stesse
  • uno sconto medio nelle gare dove sia garantita la concorrenza è di almeno il 3% e va fino al 5%
  • in media le spese per le materie prime incidono sulle aziende per il 35%, le spese per il personale del 45%, le spese generali del 3%, le spese di trasporto del 5% ed il restante 12% è ricavo

Valutato che

– il Comune si debba mettere nella condizione di non dover alzare, in modo così elevato e continuamente, la base d’asta della gara ed, inoltre, si debba mettere nella condizione di non dover dipendere, per forza, da qualcuno nella gestione della ristorazione scolastica

Si impegna il Sindaco e la Giunta

  • a sollecitare, nell’ambito delle proprie capacità di indirizzo, il management dell’Amministrazione ad istruire bandi di gara che garantiscano gli stessi standard qualitativi e gli stessi parametri di oggi, ottimi, attraverso un impegno di spesa inferiore, di almeno il 3%, rispetto a quello attuale
  • a utilizzare I risparmi ottenuti per aumentare la quota di copertura del Comune a favore dei cittadini in modo che le rette a carico delle famiglie diminuiscano
  • a valutare I benefici, economici e qualitativi, che potrebbero derivare dalla istituzione di una azienda a maggioranza pubblica che gestisca il servizio di ristorazione scolastica e sociale e che si occupi completamente del servizio (dall’acquisto delle materie prime al servizio finale, passando dalla produzione nei centri cucina al trasporto del cibo)
  • a valutare l’efficacia, sulla qualità, sulla conservazione, sull’aspetto igienico e sul gusto dei cibi, della tecnologia gastronomica denominata “Cook – Chill” ed eventualmente adottarla, anche per razionalizzare le spese di trasporto

Andrea Tronzano