Forza Italia: investire sullo sport significa avere futuro

Forza Italia: investire sullo sport significa avere futuro

Cirio e Tronzano: Il mondo dello sport chieda l’approvazione della nuova legge regionale, già redatta e condivisa con tutte le realtà sportive, mediche e amministrative. Una mattinata con la presenza di tante persone dedicata allo sport e al futuro dell’attività sportiva.

Oltre centocinquanta partecipanti al Cecchi Point di Torino. Sala gremita e presenze autorevoli: Andrea Ippolito (direttore Generale del Cus Torino), Stefano Mossino (esponente regionale Coni e presidente federazione canotaggio), Giuseppe Parodi (responsabile medicina sportiva pubblica).

Il mondo sportivo a confronto con il mondo medico e politico per rafforzare la convinzione che investire sullo sport sia uno dei pochi modi per dare futuro al nostro Paese.

Il direttore generale del Cus Torino Ippolito lancia un allarme profondo e drammatico: nei prossimi tre anni è a rischio metà del patrimonio agonistico piemontese. Molte società non si iscrivono più ai campionati delle varie federazioni a seguito della crisi economica e di sponsor. Molto meglio va per l’attività di base che copre autonomamente i costi. E’ necessario quindi innovare; il Cus ha lanciato la prima public company sportiva (in Europa i due club più ricchi sono proprio quelli che hanno sposato questa filosofia: Barça e Real Madrid), ha prodotto progetti in linea con la mission del proprio sponsor, vuole accedere al budget della formazione e ai fondi europei.

Il presidente regionale della federazione italiana canotaggio, l’Avv. Stefano Mossino, in rappresentanza del Coni Regionale sottolinea che finalmente nella nuova legge regionale si identificano i protagonisti del mondo sportivo e si danno regole uguale per tutti che consentiranno, finalmente, di far scavallare lo sport oltre questo periodo molto buio. Infine garantisce che il Coni ha da tempo preparato un vademecum che ha sottoposto all’Agenzia delle Entrate: le associazioni sportive dilettantistiche non possono essere trattate da enti profit e quindi per loro non possono valere le stesse regole del privato; se così non fosse lo sport morirà e, già oggi, ci sono i primi segnali ovvero le persone non vogliono più fare il presidente di associazione o di federazione perchè la responsabilità è troppo elevata dal punto di vista della risposta in solido alle obbligazioni economiche. Assicura, infine, che il grande lavoro (condiviso da Coni, Federazioni, Enti promozione sportiva, medicina dello sport, Comitato paralimpico, Anci e province) per la stesura della legge regionale non sarà vano e che il mondo dello sport chiederà al nuovo consiglio regionale di approvarla in tempi rapidi.

Parodi, responsabile della struttura pubblica della medicina sportiva, luminare del contrasto al doping e della buona attività fisica a favore della salute (ha inventato il feetwalking) ha sottolineato come la medicina sportiva e quindi la tutela sanitaria abbia consentito il declino delle morti in campo agonistico; al tempo stesso il certificato dell’attività non agonistica (l’ex sana e robusta costituzione) non deve essere considerato inutile, in quanto consente di verificare se chi si espone alla pratica sportiva non agonistica sia in grado di farla (ipertesi, diabetici, altri); tutto questo senza creare un sistema certificativo ossessivo altrimenti sembra che lo sport invece di fare bene, come fa, non sia positivo per la salute. Importantissimo il ragionamento inserito nella legge regionale sull’utilizzo dei laureati in scienze motorie sin dalle scuole elementari. Infine, non ci deve essere razzismo culturale nei confronti dello sport: così come il farmaco e la dieta sono trattati come temi importanti, altrettanto deve esserlo lo sport.

La politica risponde all’appello con l’eurodeputato Alberto Cirio, già Assessore allo Sport e padre della proposta di legge regionale di aggiornamento alla legge in vigore (L.R. 93/95), che sottolinea come l’Europa metta a disposizione fino a 250.000 euro per il singolo importante evento sportivo e che il modello che lui suggerisce è quello di avere un capofila che organizza la manifestazione importante e tante realtà sportive più piccole che accompagnano con manifestazioni collaterali, altrettanto importanti per i singoli territori; si devono ottenere quei fondi. Ritiene inoltre che la legge che lui ha voluto fortemente non deve avere colore politico e auspica che sia il mondo dello sport a chiederne l’approvazione al nuovo consiglio regionale. La legge consentirebbe, tra le altre cose, di dare dignità giuridica al volontariato, di inserire in maniera perenne l’attività psicomotoria nelle scuole elementari fatta eseguire da laureati in scienze motorie e garantirebbe ai talenti sportivi di essere protetti e aiutati, anche economicamente.

Ha concluso i lavori Andrea Tronzano, Capogruppo in Consiglio Comunale, che ha insistito fortemente sulla necessità che lo sport e l’attività fisica diventino un pilastro della nostra società e dell’azione politica, al pari dell’istruzione e della sanità. La politica non ha ancora preso coscienza che investire sullo sport sia fondamentale: ne parla molto, ma poi diminuisce le risorse. L’inversione di rotta si ottiene solo se il mondo sportivo, sanitario e politico si parlano con continuità e, soprattutto, se lo sport verrà inserito nel capitolo di bilancio destinato alla prevenzione previsto dal fondo sanitario regionale; con questa azione ci sarebbe veramente il salto di qualità che, se abbinato a criteri selettivi nella erogazione dei fondi in modo che venga veramente premiato il merito degli attori in campo sportivo, darebbe le risorse necessarie per garantire l’efficienza fisica e quindi il risparmio sui costi sanitari. Torino 2015 è una occasione anche culturale e non abbiamo mai fatto mancare il nostro supporto all’iniziativa ed anzi abbiamo suggerito molti progetti provenienti dagli attori del mondo dello sport che verranno inseriti negli eventi previsti il prossimo anno.

Convegno sport 2014