Proposte del Diccap per la riorganizzazione del Corpo di Polizia Municipale

Proposte del Diccap per la riorganizzazione del Corpo di Polizia Municipale

AL PRESIDENTE DELLA I COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE
e.p.c.
ALL’UFFICIO RELAZIONI SINDACALI DEL COMUNE DI TORINO

•    ALL’ASSESSORE DELLA PM
•    AL COMANDO DEL CORPO
•    A TUTTI GLI APPARTENENTI DELLLA POLIZIA LOCALE DI TORINO

Proposte di riorganizzazione del Corpo di Polizia Municipale della Città di Torino.

Introduzione
Il presente lavoro ha come scopo la formulazione di alcune proposte per riorganizzare il Corpo di cui sopra al fine di renderlo meno burocratico e più operativo sul territorio, più efficiente, efficace e funzionale a quelle che sono le esigenze odierne della Città di Torino e in linea con il dettato dell’art. 60 comma 1 dello Statuto Comunale.
Negli ultimi anni si è assistito ad un cambiamento del ruolo della Polizia Municipale nell’ambito della sicurezza urbana.
Ciò, sia a seguito dell’elezione diretta del Sindaco che né ha fatto per i cittadini il referente principale per i problemi di sicurezza urbana, e sia a seguito del dilagare di fenomeni di microcriminalità che hanno portato il problema della sicurezza locale tra i temi principali delle agende politiche degli amministratori cittadini.
Situazione attuale
Negli ultimi quindici anni, il Corpo di Polizia Municipale della Città di Torino (d’ora in avanti PMTO), i cui appartenenti sono Agenti di Pubblica Sicurezza e di Polizia Giudiziaria e Ufficiali di Polizia Giudiziaria, per adeguarsi a tali nuove situazioni ha modificato in parte la sua organizzazione e si è dotato di nuovi mezzi.
Oltre ad aumentare il numero dei componenti, arrivando a circa 1900 operatori, il Corpo ha costituito nuovi reparti, con compiti più strettamente attinenti alla sicurezza urbana, e si è dotato di nuovi equipaggiamenti e strumenti operativi.
Sono stati infatti creati il Nucleo Operativo di Polizia Giudiziaria (NOP), il Nucleo Servizi Mirati e la Squadra Cinofili (SER-MIR), il Nucleo Investigazioni Scientifiche (NIS), il Nucleo Stranieri-Nomadi e la Squadra Minori c/o la Procura del Tribunale dei Minorenni.
Il NOP svolge indagini di Polizia Giudiziaria, sia d’iniziativa e sia su delega dell’A.G., in vari campi che vanno dalle truffe, al traffico di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione.
Dispone di varie attrezzature tra le quali la sala per le intercettazioni telefoniche.
La sua attività negli anni, ha portato all’arresto e al fermo di numerose persone resesi responsabili di reati anche gravi.
Ha in forza 15 operatori che operano in borghese.
Il SER-MIR ha come compiti principali il contrasto dell’abusivismo nel commercio ambulante, la repressione dell’attività di parcheggiatore abusivo e la vigilanza sui mezzi di trasporto pubblico urbano, nonché l’ausilio ad altri reparti del Corpo che devono svolgere alcuni servizi particolari (es. sgomberi di locali e abitazioni, controllo di esercizi commerciali mal frequentati e operazioni di controllo del territorio in area urbane particolari come S. Salvario e Parco del Valentino).
All’interno del SER-MIR, vi è la Squadra Cinofili composta da sei operatori e sei cani pastore tedeschi addestrati per l’ordine pubblico e la difesa del personale operante.
In tutto il reparto ha in forza 25 operatori che svolgono il servizio sia in abiti civili sia in uniforme tattica operativa.
Il NIS svolge accertamenti di tipo tecnico scientifico come l’analisi degli stupefacenti, il rilievo delle impronte e il fotosegnalamento delle persone fermate e/o arrestate e l’analisi dei falsi documentali.
Svolge inoltre indagini sui reati informatici.
Ha disposizioni varie e sofisticate apparecchiature nonché dei locali per il trattenimento delle persone fermate e/o arrestate (camere di sicurezza).
Ha in forza ventiquattro operatori.
Il Nucleo Stranieri-Nomadi si occupava essenzialmente della sorveglianza dei campi nomadi.
Tale Nucleo, che aveva in forza 15 operatori che operavano in borghese, è stato sciolto lo scorso anno.
Parte di esso è stata destinato alla Sezione Territoriale VI “Barriera di Milano” e un’altra parte è stato destinato alla Sezione Territoriale V “Madonna di Campagna” andando a costituire le Squadre Nomadi delle relative Sezioni.
Anche la Squadra Minori c/o la Procura del Tribunale dei Minorenni è stata sciolta nel 2005.
La stessa operava su delega della magistratura minorile espletando indagini sui minori.
Presso la Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Torino è inoltre presente un aliquota PMTO che svolge attività investigativa su delega della magistratura.
Insieme a questi reparti sono da citare il disciolto Nucleo a Cavallo e la pattuglia fluviale della Sezione Territoriale VIII “S. Salvario”.
Il primo si occupava della vigilanza dei numerosi parchi cittadini oltre che di servizi di rappresentanza; il secondo si occupa della vigilanza della navigazione sul fiume Po e delle relative sponde.
Relativamente poi all’equipaggiamento, ad alcuni reparti sono stati distribuiti gli spray antiaggressione e i giubbotti antitaglio.
È stato, inoltre, ammodernato l’apparato radio con l’adozione del sistema tetra digitale, è stata costruita una Centrale Operativa nuova e moderna e sono state acquistate pistole di modelli nuovi e di cal. 9 x 21 che hanno sostituito molte delle vecchie Beretta cal. 7,65.
Sono state acquistate varie autovetture equipaggiate di pannello divisorio in plexiglas per il trasporto dei fermati a bordo delle stesse.
Al personale sono state, infine, impartite lezioni di difesa personale e sicurezza operativa e tecniche di polizia.
Proposte riorganizzative del Corpo
Da questa breve carrellata si può comprendere come la PMTO dispone di una struttura organizzativa e di equipaggiamenti che, se confrontate con le realtà di altri comuni, permettono allo stesso una certa capacità operativa oltre che di un discreto livello professionale.
Negli ultimi anni, infatti, sono state centinaia le persone tratte in arresto dalla PMTO e migliaia i sequestri e le denunce all’A.G. (vedasi i dati dell’Ufficio Organizzazione e Statistiche della PMTO).
Tuttavia, a parere della scrivente O.S., i cui aderenti sono anche operatori della PMTO, vi sono ampi margini di miglioramento e razionalizzazione nell’organizzazione ed equipaggiamento del Corpo che l’Amministrazione Civica può ottenere, salve le competenze regionali e statali in materia.
Ciò anche alla luce del recentissimo dilagare di fenomeni di microcriminalità e disordine urbano che hanno destato preoccupazione nella cittadinanza del capoluogo piemontese.
A tal fine sono state formulate da questa O.S. un elenco di proposte che di seguito saranno meglio specificate.
Si fa presente che alcune questioni specificatamente di natura sindacale non verranno in questa sede trattate rinviandole agli opportuni e relativi tavoli di confronto.
1.    Personale amministrativo all’interno degli uffici della PMTO e controllo soste.
La città di Los Angeles, California, ha in forza nel suo dipartimento di Polizia Urbana (LAPD) 9.000 operatori di polizia.
Considerato le dimensioni e la popolazione della città (4 milioni di abitanti), i livelli di traffico e di criminalità, nonché il fatto che il LAPD è l’unica forza di Polizia a controllare il territorio cittadino (dai divieti di soste agli omicidi), se rapportato alla realtà torinese (ove la PMTO non è l’unico corpo di polizia operante sul territorio urbano), appare subito evidente che tale organico risulta relativamente contenuto.
Ciò è dovuto all’ampia utilizzazione di personale non di polizia all’interno degli uffici del LAPD.
Al contrario, in molti uffici del Comando del Corpo della PMTO (es. Ufficio Gestione, Ufficio Acquisti, Ufficio Personale, Segreterie Dirigenti) e delle Sezioni Territoriali (es. Ufficio Servizi, Ufficio Protocollo, Ufficio Cassa) vi sono compiti e mansioni di natura prettamente amministrativa che oggi sono svolti da personale della Polizia Municipale, non sempre di età anagrafica e di servizio avanzata.
Sarebbe opportuno e razionale che tali mansioni fossero svolte da personale amministrativo del Comune in modo tale da avere più operatori di P.M. da destinare a compiti operativi sul territorio.
Si potrebbe al limite lasciare, in ognuno degli uffici menzionati, un operatore di P.M. con funzione di coordinatore e controllo degli amministrativi e lasciare una quota di posti “amministrativi”al personale di Polizia Locale che per varie ragioni (anzianità, problemi fisici) non è più idoneo al servizio esterno.
Da tale riorganizzazione dovrebbero restarne esclusi alcuni uffici (come ad es. quelli di P.G., infortunistica stradale, commercio) dove invece è indispensabile e/o necessario che anche le pratiche burocratiche siano seguite da operatori di P.M.
Le misure citate, potrebbero consentire di avere più pattuglie sul territorio a disposizione della Centrale e di rinforzare alcuni reparti operativi più direttamente coinvolti nel concorso al mantenimento della sicurezza urbana che oggi sembrano funzionare non al massimo delle loro potenzialità.
Il NOP ad esempio con i suoi 15 operatori in organico non è in grado di fare tutta l’attività investigativa che potrebbe compiere; con un organico raddoppiato la situazione sarebbe ovviamente molto diversa.
Lo stesso sarebbe per i reparti SER-MIR, Nucleo Mobile, Squadre Nomadi e Pattuglia Fluviale.
Se oggi si fa una sommatoria degli operatori in forza a tutti questi reparti, aggiungendo il NIS ed escludendo le pattuglie automontate a disposizione della Centrale, si arriva ad una cifra intorno alle 150 persone.
Di conseguenza, dato che il Corpo ha in forza circa 1900 operatori, se ne deduce che solo il 7,9 % circa dei componenti si occupa di sicurezza urbana inteso in senso stretto.
Una cifra francamente un po’ risicata, espressione di un Corpo eccessivamente burocratizzato con funzioni più amministrative che di vigilanza del territorio.
Ipotizzando di raddoppiare il numero degli addetti del NOP, del SER-MIR, delle Squadre Nomadi e della Pattuglia Fluviale, di creare i reparti proposti ai seguenti punti 2 e 5, senza contare l’aumento delle pattuglie automontate a disposizione della Centrale, si arriverebbe alla cifra di circa 300 operatori (15 % del Corpo).
È già una consistenza numerica più significativa che renderebbe il Corpo più presente, più dinamico e più efficiente, in definitiva più utile all’amministrazione e soprattutto alla cittadinanza.
Per lo stesso fine, si potrebbe stabilire di delegare completamente il controllo delle soste dei veicoli agli ausiliari della sosta comunali (eventualmente da istituire, per evitare perdite per il comune degli introiti derivanti dal pagamento delle sanzioni) e a quelli della GTT.
La creazione di Nuclei specialistici non deve andare a discapito dell’importante funzione di controllo capillare del territorio che hanno le Sez. Territoriali.
A tal fine, quest’ultime devono continuare a svolgere il servizio di autopattuglia a disposizione della C.O. e devono iniziare a svolgere un servizio più operativo sul territorio nei settori di seguito specificati.
Inoltre, è opportuno che il numero delle Sez. Terr. non venga ridotto.
1.    Istituzione di Squadre di PG operative nelle Sezioni Territoriali.
Attualmente nelle Sez. Terr. gli addetti agli uffici di P.G. hanno compiti burocratici di disbrigo delle pratiche di P.G.; in pratica, muovono solo carta e non escono mai sul territorio.
Sarebbe opportuno che, accanto a tale personale, in ogni Sez. Terr. vi fossero delle Squadre di P.G., composte da 7-8 operatori (tutti volontari e di età non troppo avanzata) svolgenti servizio in abiti borghesi sul territorio.
Il compito di tali squadre dovrebbe essere la repressione delle flagranze di reato di microcriminalità e di quei comportamenti di inciviltà che tanto disturbano e preoccupano la cittadinanza (es. furti, scippi, borseggi, piccolo spaccio, vandalismi, episodi di bullismo) e che spesso vengono segnalati al Nucleo di Prossimità.
Nel caso che a seguito delle flagranze sia necessario fare indagini limitate e non complesse, la squadra potrebbe portarle avanti.
Nel caso, invece, che siano necessarie indagine più lunghe, delicate e complesse, il caso dovrebbe passare al NOP.
Il personale addetto a tali Squadre dovrebbe ricevere un equipaggiamento e un addestramento tecnico – pratico adeguato alle funzioni svolte (si può ritenere idoneo quello impartito al personale SER-MIR).
1.    Indennità di disagio, di P.S. e di rischio.
La legge quadro sull’ordinamento della Polizia Municipale prevedeva che agli operatori con qualifica di Agente di Pubblica Sicurezza potesse essere attribuita, con CCNL, un indennità di P.S. fino al 80 % di quella prevista per le forze di polizia statali.
Tale indennità venne stabilità dal contratto nazionale al 20 %.
Successivamente al Dlg 546/93 l’indennità (ribattezzata di vigilanza) venne stabilita in euro 1110,84 annui lordi.
La città di Torino, a corrispettivo di un sempre maggiore coinvolgimento della P.M. sul fronte della sicurezza urbana, potrebbe aumentare l’indennità di disagio degli operatori di P.M.
Inoltre, per incentivare il servizio operativo sul territorio, dovrebbe modificare anche la classificazione delle fasce di tale indennità passando dalle attuali tre categorie a solo due: una per chi lavora in via continuativa all’interno e una per chi lavora all’esterno, oltre ad ulteriore aumento per chi svolge servizi fortemente disagiati (l’elenco di tali tipi di servizi dovrà essere stilato con accordo tra Amministrazione e OO.SS.).
Agli operatori che svolgono servizio esterno (effettivo), ai sensi dell’art. 41 CCNL del 22.01.04, potrebbe essere corrisposta anche l’indennità di rischio.
1.    Pronto intervento
Attualmente il numero di pattuglie a disposizione della centrale per le emergenze è molto limitato.
Occorre rivedere il sistema della gestione delle pattuglie e delle priorità degli interventi.
Nello specifico, alcuni interventi nei quali l’apporto professionale degli operatori è minimo (es: presidio delle buche sulla strada), è opportuno che vengano delegati ad altri settori del Comune (Uff. Manutenzioni) in modo da tenere le pattuglie libere per interventi più significativi.
In particolare, il Nucleo Mobile dovrebbe specializzarsi per gli interventi che richiedono un pronto intervento soprattutto in ausilio di altri colleghi e di cittadini o in caso di gravi problemi di viabilità.
1.    Nucleo a cavallo e ciclistico
La città di Torino è ricca di parchi, alcuni di grosse dimensioni.
In alcuni di essi vi sono ormai persistenti problemi di criminalità (vedasi Tossick Park e il Valentino).
In altre città (vedasi il caso di Milano) tali problemi sono stati risolti, o comunque ridimensionati, anche mediante l’utilizzo di pattuglie ippomontate e ciclomontate che permettono uno rapido spostamento all’interno di esso oltre che una funzione di deterrente.
La città di Torino aveva un Nucleo a cavallo che fu poi sciolto prevalentemente per motivi economici e tecnico – funzionali.
Ciò è da addebitare ad alcune scelte di fondo sbagliate.
A Milano i cavalli non sono di proprietà del Comune ma bensì in affitto.
Questo consente all’amministrazione di non preoccuparsi di tutta una serie di problematiche relative al ricovero, pulitura, alimentazione, cure sanitarie, preparazione e trasporto dei cavalli.
I cavalli, infatti, vengono ogni mattina consegnati dal maneggio locante agli operatori di P.M., nel luogo e all’ora prestabilita già puliti e bardati.
Visto comunque il costo anche della soluzione in affitto si può proporre di stabilire in quattro unità i cavalli da affittare giornalmente.
In forza al Corpo vi è gia personale abilitato alla conduzione di cavalli.
Relativamente alle pattuglie ciclomontate, parrebbe che il Comando ne voglia costituire uno c/o la Sez. Terr. VIII “S. Salvario” (nel cui territorio rientra il parco del Valentino) e che abbia già acquistato i velocipedi tipo mountain bike.
Fiduciosi di vedere quanto prima di pattuglia queste unità, appare opportuno sottolineare che se si vuole avere un servizio efficace sono necessarie alcune condizioni.
E’ necessario che il personale sia selezionato tra operatori volontari e in condizioni fisiche idonee per svolgere tale servizio.
È anche necessario che le biciclette siano del modello appropriato (mountain bike e non biciclette modello “nonna Adelina” attualmente in dotazione al Corpo).
Infine, è indispensabile che il personale venga dotato di un abbigliamento consono al tipo di servizio da effettuarsi; al contrario, oggi chi svolge servizio sulle biciclette lo fa con la divisa ordinaria (giacca, camicia, cravatta, cappello con visiera alla bulgara, niente casco di protezione), assolutamente scomoda e insicura.
Le squadre (quattro-cinque unità) dovrebbero essere dislocate nelle Sez. Terr.(e alle loro dipendenze) sul cui territorio insistono i parchi più importanti della città con problemi di sicurezza urbana (Valentino in primis).
1.    Squadra Cinofili
La squadra cinofili risulta oggi essere costituita da sei cani addestrati per l’ordine pubblico e la difesa degli operatori.
L’addestramento, peraltro di ottima qualità, è stato effettuato con un corso di sei mesi presso la Scuola Cinofili Carabinieri di Firenze.
Chi, come lo scrivente, ha avuto occasione di lavorare a fianco di tale squadra, ha colto l’estrema utilità del loro ausilio in determinati servizi.
Questi colleghi “a quattro zampe” si sono rivelati utilissimi durante gli sgomberi, i posti di blocco, il controllo di aree a rischio come S. Salvario e Valentino e di esercizi commerciali non sempre ben frequentati (es. bar e phone center), il controllo dei mezzi pubblici e dei campi nomadi, nonché anche durante l’arresto di spacciatori di stupefacenti.
Tuttavia vi sono alcune osservazioni da fare.
Vi è la tendenza, soprattutto negli ultimi periodi, utilizzare eccessivamente i cani per fare prevenzione nelle vie del centro e meno per i servizi per i quali sono stati predisposti.
Questo tipo di utilizzo, oltre che di facciata e sostanzialmente inutile, è dannoso per l’addestramento del cane che perde la necessaria tensione e concentrazione nelle lunghe passeggiate sotto i portici del centro.
Inoltre, in alcune operazioni del NOP e delle squadre nomadi ove era necessaria la loro presenza, non sempre, vi è stata (rectius: richiesta ?).
Addirittura, vi sono reparti (es. il Nucleo Case) che per fare gli sgomberi richiedono (inspiegabilmente) l’ausilio delle Squadre Cinofili di altre forze di polizia (tra altro non sempre disponibili causa altri impegni) !!!
In alcune aree urbane a rischio come Porta Palazzo, i cani si sono visti pochissime volte così come al Tossick Park.
Si ritiene, quindi, che la Squadra Cinofili debba essere maggiormente utilizzata dai vari reparti del Corpo in tutte le operazioni nelle quali il loro ausilio è fondamentale.
Il secondo tipo di osservazione è relativo al tipo di addestramento dei cani.
Frequentemente, unitamente ai cinofili, si effettuano operazioni di controllo su luoghi e/o persone (es. Phone Center, veicoli sospetti o persone sospette, parchi, sgomberi di alloggi) ove vi è la possibilità che vi sia occultata sostanza stupefacente.
A causa, però, del tipo di addestramento dei cani, tale possibilità non può essere agevolmente verificata rendendo il controllo non incisivo e incompleto.
Si ritiene, quindi, opportuno similmente a quanto succede in altri Corpi di P.M. di altre città con problemi socio-criminali simili a quelli di Torino (es. Milano), addestrare almeno due unità cinofile delle attuali sei per la ricerca di stupefacenti.
1.    Ser-Mir
Questo Nucleo ha le funzioni che si è prima illustrato.
Tuttavia, dovrebbe essere rafforzata e valorizzata la sua funzione di ausilio di altri reparti del Corpo che intervengono in operazioni, che per il tipo di operazione stessa, per il tipo e numero delle persone controllate e dei luoghi in cui vengono effettuate, necessitano di un supporto tattico-operativo che il SER-MIR è in grado di dare.
Quindi, operazioni di controllo del territorio in aree tipo S. Salvario, Porta Palazzo, Valentino, Tossick Park, controllo aree mercatali e di esercizi commerciali e pubblici a rischio, sgomberi, servizi allo stadio, operazioni del NOP ove vi siano numerose persone da fermare e/o arrestare.
A tale scopo si potrebbe anche aumentarne l’organico attuale portandolo a 40-50 unità.
1.    Strumenti operativi e di autotutela
Negli ultimi anni sono stati distribuiti nuovi strumenti di autotutela (spray antiaggressione e giubbotti antitaglio) solo ad alcuni reparti.
Sarebbe opportuno che lo spray antiaggressione fosse distribuito a tutti gli operatori che svolgono servizio esterno, poiché situazioni a rischio possono presentarsi a tutti gli operatori che svolgono tale servizio.
Relativamente ai giubbotti antiproiettili, che sono in via di acquisto, sarebbe opportuno che fossero distribuiti ai reparti NOP, SER-MIR, Squadre Nomadi, Nucleo Mobile, nonché due esemplari da tenere a bordo di ogni autoradio a disposizione della centrale.
Parrebbe che quest’ultima misura sia nei progetti del Comando del Corpo.
Accanto a tali importanti strumenti di autotutela ve ne sono altri che sarebbe opportuno prendere in considerazione l’idea di dotarne il Corpo.
Il primo è il bastone distanziatore, che permette agli operatori di difendersi da aggressioni anche a mano armata (non da arma da fuoco ovviamente) senza far uso di strumenti più offensivi come lo spray antiaggressione (che in ambienti chiusi o molto affollati risulta di problematico utilizzo) o l’arma da fuoco.
È uno strumento che negli ultimi mesi è stato riadottato in parecchi Corpi di P.M. di città italiane (es. Milano, Pescara), per far fronte all’ondata di aggressioni di cui sono stati fatti oggetto gli operatori di PM.
In tali realtà, il bastone distanziatore è stato assegnato a tutti gli operatori che svolgono servizio esterno dopo uno specifico corso di formazione.
Il secondo strumento è il casco di protezione.
Anche se finora non si ha notizia in Torino di operatori colpiti alla testa da pietre o da corpi contundenti lanciati da facinorosi, si hanno numerose notizie, e chi scrive ne è testimone diretto, di teste di operatori sfiorate dal lancio di tali corpi e miracolosamente rimaste indenni.
Sarebbe opportuno che il Comando non confidasse troppo nella divina provvidenza e non attendesse che una di queste teste si rompa prima di richiedere una dotazione di caschi protettivi.
Le situazioni nelle quali si è avuto tale rischio sono stati i servizi allo stadio, sgomberi e operazioni in alcune aree a rischio (S. Salvario e Porta Palazzo).
I reparti che sono più incorsi in tale rischio, sono stati il SER-MIR e le Sez. Territoriali, quest’ultime soprattutto nei citati servizi di viabilità allo stadio e durante manifestazioni di vario tipo.
Si è avuto anche il caso di operatori addetti al controllo delle soste che sono stati fatti oggetto di lancio di vari corpi (pietre, vasi di piante) proiettati da balconi e finestre delle case soprastanti.
Se ne ravvisa, quindi, la necessità di fornire il SER-MIR e le Sez. Terr. di tale dotazione che peraltro risulta anch’essa già una realtà in altre città italiane (es. Genova, Milano e Regione Veneto).
In materia di strumenti di autotutela, sarebbe poi opportuno che la Regione normasse in tal senso (dato che la previsione di tali strumenti è, in via di principio, competenza regionale).
Relativamente agli altri strumenti operativi, il Comando ha fatto uno sforzo notevole di rinnovamento cambiando il sistema radio analogico e sostituendolo, tra i primi in Italia, con il sistema digitale.
Ha provveduto anche costruire una Centrale Operativa totalmente nuova con un potenziale tecnologico ad oggi solo in parte utilizzato.
Sarebbe opportuno che sistemi quali il GPS e la radiolocalizzazione siano quanto prima resi operativi.
Ciò per una migliore sicurezza degli operatori, oltre che per un miglior coordinamento degli stessi sul territorio.
Altro strumento operativo da sostituire è il monoblocco lampeggiante delle autoradio.
L’omologazione del modello attualmente in uso, è da quest’anno scaduto e la Regione Piemonte (per una volta in maniera solerte) ha provveduto a sostituire il modello con uno ultra moderno dotato di sirena, doppi lampeggianti (molto più visibili dell’attuale), pannello con scritte a led, fari direzionali e di telecamera eventualmente da collegare alla Centrale Operativa.
Sarebbe opportuno che la PMTO si dotasse di tale nuovo modello come peraltro hanno già fatto altri comuni piemontesi (es. Nichelino, Orbassano).
1.    Squadre Nomadi e Squadra Minori
Il vecchio Nucleo Nomadi e Stranieri è stato, come si è detto, sciolto e suddiviso in due Squadre Nomadi facenti parte delle Sez. Terr. V e VI.
Tale scelta è stata, da molti addetti ai lavori, ritenuto non idonea allo svolgimento di un efficiente servizio di vigilanza sui campi nomadi in quanto la rete di rapporti familiari e di amicizia di questa etnia interessa più campi dislocati un po’ su tutto il territorio cittadino.
È bene, quindi, che chi si occupa della materia abbia uno sguardo d’insieme e non frammentato per territori circoscrizionali.
Sarebbe allora opportuno che le Squadre Nomadi fossero riunificate, magari formando una sezione autonoma del NOP visto l’attinenza con la materia investigativa e di Polizia Giudiziaria.
Ugualmente sarebbe opportuno che venisse riattivata la Squadra Minori, visto l’aumento di delitti commessi da minorenni.
1.    Parco autoradio
Il Comando ha provveduto ad acquistare nuove autovetture dotandole opportunamente anche di pannello divisorio in plexiglas.
Se, quindi, attualmente come parco auto il Corpo si trova in una discreta condizione, sarebbero da rivedere le modalità di approvvigionamento di tali autovetture (almeno per quelle con l’allestimento non eccessivamente dedicato).
In altre città (es. Milano) le autovetture, in luogo di essere acquistate, sono state prese in leasing.
Questo consente di avere un ricambio del parco auto in tempi più ristretti (4 anni), di eliminare o ridurre grandemente l’organico dell’ufficio gestione mezzi che ha compiti esclusivamente burocratici nonché di decongestionare l’autorimessa comunale di V. Ponchielli.
Ciò perché la ditta che dà in leasing le autovetture, di solito si fa anche carico di tutte le pratiche di gestione dei mezzi (assicurazione, bolli) nonchè della riparazione degli stessi.
In ottica di “deburocratizzazione” del Corpo questa scelta sarebbe quanto mai opportuna.
1.    Vigilanza camere di sicurezza.
Attualmente le persone fermate e/o arrestate e trattenute alle camere di sicurezza dell’Ufficio Trattazione Arrestati e Fermati (U.T.A.F.) c/o il Comando del Corpo sono tenute sotto sorveglianza degli agenti operanti.
Gli stessi Agenti però, devono anche provvedere alla stesura degli atti di rito che spesso possono essere lunghi, delicati e complessi da redarre.
Gli operanti, quindi, si trovano di fronte al problema che, da un lato, non trovano la giusta concentrazione per la redazione degli atti perché spesso richiamati dalle richieste dei fermati e, dall’altro, nell’impossibilità di effettuare una sorveglianza continuativa degli stessi fermati.
A ciò si deve aggiungere che non di rado i fermi o gli arresti avvengono dopo un confronto fisico e/o verbale tra operanti e fermati che, a causa del continuo contatto tra gli stessi all’interno degli uffici UTAF, può essere foriero di situazione di tensione durante la trattazione.
Inoltre, si deve tenere conto che non è opportuno che il personale che ha svolto indagini sulle persone fermate, magari lunghe e ancora da completare, stia per un tempo prolungato (e in alcuni casi neanche per un tempo breve) a contatto con le stesse.
Da qui la necessità di istituire un servizio fisso di guardia (per lo meno nelle ore diurne) per i fermati e/o arrestati composto da almeno due operatori.
Tale servizio consentirebbe agli operanti (e agli addetti UTAF) di dedicarsi completamente alla stesura degli atti di rito ed eliminerebbe, o ridurrebbe al minimo, il contatto fisico e verbale tra i primi e i fermati/arrestati evitando quelle situazioni di tensioni prima accennate, essendo gli operatori addetti al servizio di guardia parti “non in causa”.
Tra altro questo tipo di servizio è sempre stato previsto nelle forze di polizia statali e nella stragrande maggioranza delle polizie al mondo.
1.    Pattuglia Fluviale.
Si è parlato prima della Pattuglia Fluviale e dei suoi compiti.
La stessa, che fa parte della Sez. Terr. VIII “S. Salvario”, ha in dotazione due gommoni con potenti motori e un numero di addetti non in pianta stabile.
In alcune operazioni condotte ai Murazzi e al Parco del Valentino, l’apporto di tali mezzi è stato fondamentale per evitare che, persone colte in flagranza di violazioni penali e/o amministrative, tentassero di darsi alla fuga gettandosi nelle acque del Po magari rischiando poi di annegare.
Tuttavia, nonostante l’utilità di tale unità operativa e l’estensione del territorio urbano prospiciente alle rive dei numerosi fiumi che lo attraversano (spesso facente parte di aree urbane a rischio come Murazzi, Valentino, Tossick Park), il reparto è sottoutilizzato e non adeguatamente valorizzato.
Dovrebbe, quindi, essere dotato di un numero di addetti fissi (cifra indicativa: dieci operatori) che permettano ai mezzi di uscire, in linea di principio, tutti i giorni.
Inoltre, dovrebbe collaborare con tutti i reparti del Corpo richiedenti che effettuano interventi nelle aree prospicienti le rive dei fiumi.
A tal proposito, oltre ai natanti e alla strumentazione di cui è già dotata (che sono comunque in buone condizioni), si potrebbe dotarla di (almeno) un mezzo (tipo overkraft) che consente la navigazione anche in acque basse come quelle che sono solite incontrarsi nella Stura (Tossick Park).
1.    Vigilanza aerea.
Il mezzo ideale per tale tipo di vigilanza è l’elicottero.
Tale mezzo assicura un controllo del territorio che difficilmente può essere fatto da terra e nei moderni corpi di polizia del mondo viene utilizzato con funzione di osservazione, trasporto rapido del personale e pedinamento.
Tuttavia, soprattutto alla luce delle attuali situazioni finanziarie degli enti locali, tale mezzo risulta costoso sia nell’acquisto che, soprattutto, nella successiva manutenzione.
La moderna tecnologia ha ideato apparecchi che consentono, da un lato, un risparmio di denaro e, dall’altro, di svolgere quasi le medesime funzioni dell’elicottero.
La Polizia Locale della Città di Milano è in procinto di acquistare un mezzo aereo telecomandato (di derivazione militare).
Esso si caratterizza per avere piccole dimensioni, lunga autonomia, velocità e altezza di volo discreta, silenziosità.
Il mezzo può essere dotato di telecamere e macchine fotografiche, anche a visione notturna, che trasmettono in tempo reale, con tecnologia wireless, le immagini alla Centrale Operativa.
Tale apparecchio potrebbe essere molto utile in svariati tipi di servizio (sgombri, cortei e viabilità, abusivismo edilizio, controllo di parchi e di campi nomadi, operazioni di controllo del territorio, pedinamenti).
1.    Sicurezza sedi.
Negli ultimi mesi, gli uffici della PMTO sono stati fatti oggetto di attentati dinamitardi, resi anche possibili da una scarsissima sicurezza degli stessi.
Tali uffici sono spesso privi di video sorveglianza, privi di un sicuro ricovero delle auto di servizio, privi di ingressi protetti e con un non sufficiente sistema di verifica dell’afflusso del pubblico.
A ciò si deve aggiungere che alcuni casi tali uffici sono posti in edifici ove vi sono altri uffici comunali con ingressi non separati.
Sono situazioni assurde per degli uffici di polizia, alle quali l’amministrazione dovrebbe porre rimedio in tempi non lunghissimi.
1.    Selezioni interne.
Questa O.S., è sempre stata, nettissimamente e coraggiosamente, favorevole al principio della meritocrazia come criterio per la crescita professionale e di carriera dei lavoratori della Polizia Locale.
In tale ottica ritiene che l’anzianità sia un valore aggiunto nella misura in cui vi sia un eguale preparazione teorico-pratico.
Ne deriva che le progressioni verticali devono essere fatte per titoli ed esami e non solo per anzianità.
Deve essere, inoltre, stabilita una pianta organica del Corpo per la fascia D.
1.    Vestiario.
La scrivente O.S. ravvisa l’opportunità di ripristinare la commissione vestiario al fine di verificare l’adeguatezza, la sicurezza, la vestibilità, la quantità e qualità dei capi forniti
È opportuno, inoltre, rivedere la comunicazione n° 240/05 che regola l’erogazione del buono ai reparti che svolgono servizio in borghese.
Attualmente, infatti, alcuni di essi (es: il NOP) di fatto svolgono servizio continuativo in abiti civili ma non gli viene fornito tale buono; assurdamente gli viene, invece, fornito il vestiario della divisa ordinaria che si accumula inutilizzato negli armadietti dei suoi appartenenti. Questa situazione ci appare uno spreco di denaro pubblico oltre che un danno per il lavoratore che è costretto a pagare di tasca propria l’usura dei degli abiti borghesi personali.
1.    Contratti a tempo determinato.
Per il tipo di lavoro effettuato e per la preparazione professionale, oltre che per la rilevante fornitura di mezzi e indumenti assegnata a ciascun operatore, ci appare non opportuno assumere lavoratori della Polizia Locale a tempo determinato.
1.    Art. 208 C.d.S.
L’Amministrazione ha provveduto a stipulare una convenzione con due gruppi assicurativi per l’assistenza e la previdenza degli operatori della PMTO utilizzando fondi provenienti dall’art. 208.
La scelta delle compagnie è stata effettuata dalla stessa Amministrazione, a mezzo del circolo dei dipendenti comunali, (inopportunamente) senza consultare né i lavoratori, né le OO.SS.
È auspicabile che tali fondi, essendo frutto dei lavoratori della P.L., vengano gestiti da una rappresentanza eletta e formata da appartenenti alla stessa.
18. Tutela legale.
Attualmente, se un’Agente della PMTO subisce delle lesioni o dei danni in operazioni di servizio e vuole costituirsi parte civile, lo deve fare privatamente.
Poiché tali lesioni o danni sono riportati in servizio nelle svolgimento dell’esercizio delle funzioni della P.L. (ed essa opera per conto e in rappresentanza dell’Autorità comunale), ci appare logico che l’amministrazione debba fornire assistenza legale quando tali danni o lesioni si verificano.
19. Pagelline e Commissione Disciplinare Interna.
Il sistema attualmente in vigore ha suscitato scontento tra molti operatori.
In particolare, si lamenta il fatto che i voti siano contingentati (se un operatore è bravo, non può essere giudicato mediocre perché i voti alti sono “esauriti”).
Altro motivo di dolenza è il fatto che la valutazione e l’esame dell’eventuale ricorso sono affidati a persone che conoscono poco l’operato dei valutati (specie nelle Sez. Terr. con tanti operatori).
In tale questione, la scrivente O.S. ritiene che sia opportuno fare delle scelte chiare e radicali.
O si eliminano le pagelline, oppure le valutazione devono essere fatte da persone che conoscono il rendimento del valutato (es: capo ufficio o capo squadra e non la P.O.) e i voti non devono essere contingentati.
Inoltre, l’eventuale ricorso potrebbe essere esaminato da una Commissione composta da Ufficiali, Sottufficiali, Agenti (nella misura di un terzo per ruolo) più una P.O. e il Dirigente del settore di appartenenza del valutato.
Stessa composizione potrebbe avere la Commissione che giudica sui procedimenti disciplinari a carico degli appartenenti al Corpo.
20. Modifiche legislative e regolamentari.
Nell’ottica di uno stato che vuole valorizzare le autonomie locali sulla base di principi derivanti dal federalismo (principio di sussidiarietà, che vale anche in materia di sicurezza), in linea con le direttive dell’UE, e al fine di rendere più efficace, incisivo e completo, il concorso della Polizia Locale al mantenimento alla sicurezza urbana, questa O.S., maggiormente rappresentativa a livello nazionale della categoria, ha proposto già da tempo alcune modifiche legislative, sia a livello nazionale che a livello regionale.
Per il primo livello ha proposto una modifica della legge quadro 65/86 che riporti i seguenti punti essenziali (sui quali vi è competenza legislativa esclusiva dello Stato):
1.    qualifiche piene di APG (per gli Agenti di Polizia Locale) e UPG (per i Sottufficiali e Ufficiali della P.L.), senza limiti temporali e di materia ed estese, almeno, a tutto il territorio regionale; stessa cosa per la qualifica di P.S.;
2.    porto dell’arma, almeno, su tutto il territorio regionale;
3.    inserimento della P.L. nella legge 121/82 (che significa accesso ai CED e SDI del Ministero dell’Interno) quale forza di polizia ad ordinamento civile e a dipendenza dell’ente locale di appartenenza;
4.    potenziamento dell’armamento con possibilità di dotarsi, per reparto, di armi lunghe;
5.    tutele previdenziali, assicurative e retributive equiparate alle polizie statali;
6.    rientro nella contrattazione pubblica con un contratto specifico per la Polizia Locale.

Per il secondo livello ha proposto una modifica delle legge regionale piemontese sulla Polizia Locale che contenga i seguenti punti essenziali (sui quali vi è competenza legislativa esclusiva della Regione):
1.    istituzione di una scuola regionale per la Polizia Locale, similmente a quanto avviene in altre regioni italiane ed europee;
2.    ammodernamento dei mezzi, delle uniformi, dei gradi e delle dotazioni (con la previsione di nuovi dispositivi di protezione individuali e di autotutela come i caschi protettivi, il bastone estensibile o distanziatore e lo spray urticante);
3.    istituzione del numero telefonico unico regionale di emergenza e pronto intervento della Polizia Locale;
4.    parametri dei criteri selettivi e di arruolamento del personale parificati a quelli delle polizie statali;
5.    favorire, a mezzo finanziamenti, i consorzi o i servizi associati di Polizia Locale al fine di eliminare quei Comandi o Servizi con pochissimi operatori in forza che offrono un servizio, sostanzialmente, poco utile per la cittadinanza;
6.    creazione di una struttura regionale permanente di coordinamento e supporto operativo che abbia tra i suoi compiti :

•    la cura la raccolta e l’analisi dei dati inerenti l’attività di P.L. e la loro diffusione;
•    promuovere il coordinamento tra i comandi di polizia locale nei casi in cui fenomeni o avvenimenti, rilevanti per i compiti di P.L., interessino il territorio di più comuni o di più province, ovvero richiedano, per estensione, gravità, ointensità dell’allarme sociale, l’azione concorrente e coordinata della P.L (es: olimpiadi, adunate nazionali o comunque evnti che i piccoli comuni non sono in grado di gestire da soli);
•    formulare proposte e pareri alla Giunta Regionale in merito ai criteri e modalità per la gestione dei servizi associati, alla realizzazione e gestione di un sistema informativo e unificato, alle procedure operative per l’espletamento del servizio, agli strumenti e mezzi di supporto per l’incremento dell’efficacia dei servizi ed il loro coordinamento, all’adozione della modulistica unica.
•    costituire, o promuoverne la costituzione a mezzo finanziamenti, di servizi specialistici di supporto, anche distaccati sul territorio, che svolgono attività di monitoraggio del territorio, di controllo ambientale e quant’altro attenga alle specifiche funzioni della P.L. (esempio: servizio cinofili, servizio aereo, UTAF, centrali operative, laboratori d’analisi, etc., che i comuni di medio o piccole dimensioni non possono permettersi ma di cui, anche occasionalmente, può esserne necessario l’ausilio).

A livello comunale è opportuno, inoltre, procedere alla modifica dell’ormai vetusto Regolamento Organico e di Servizio della PMTO (anno 1979) che, sebbene ritoccato in vari punti, presenta disposizione ormai superate dall’intervenuta legislazione e giurisprudenza.
L’elenco di proposte illustrate, che non pretende di essere esaustivo e sicuramente approfondibile nei singoli punti, viene ritenuto dalla scrivente O.S. necessario per dare più vitalità al Corpo, venendo incontro alle esigenze che si sono menzionate nell’introduzione.
Si rimane disponibili per ulteriori chiarimenti e approfondimenti.

Il Dirigente Sindacale – Segretario Aziendale SULPM-DICCAP
Cristiano GIAMBRONE