Rispettiamo il Patto per la Sicurezza. Controllo agli accessi della Città, non multe ai cittadini

Rispettiamo il Patto per la Sicurezza. Controllo agli accessi della Città, non multe ai cittadini

La decisione della Giunta di installare su Corso Unità d’Italia un sistema simile a quello di corso Regina (Sicve) crea più di un dubbio. Dubbi di natura strategica perché prima occorre garantire quanto il Patto ha stabilito a favore della sicurezza dei cittadini, subito dopo fluidificare il traffico con il sottopasso in Corso Unità d’Italia. Manca una strategia. Dietro questi provvedimenti c’è solo la volontà di fare cassa.

Tronzano: “Saremo d’accordo se il sistema che verrà installato su Corso Unità d’Italia avrà le funzioni di monitorare gli accessi alla Città per garantire quanto stabilito dal Patto per “Torino Sicura”, firmato anche dal Sindaco, che al punto 5.3 dichiara la necessità di installare per il controllo degli accessi all’area torinese apparati di videosorveglianza. Se invece venisse utilizzato come erogatore di multe l’investimento di 600.000 euro ci trova fortemente contrari perché quei soldi devono essere spesi innanzitutto per la sicurezza dei cittadini.

Inoltre, saremmo d’accordo se, oltre a garantire la sicurezza, il sistema prevedesse un monitoraggio della velocità per 1 km su corso Unità d’Italia senza erogare multe, ma come sensore per successive azioni di prevenzione alla eccessiva velocità.

A noi sembra invece che continui la spasmodica volontà di fare cassa con le multe o con l’aumento della sosta. Su quest’ultimo argomento sarebbe bene che il Sindaco verificasse le reazioni agli insostenibili aumenti (si va dai 120 euro ai 155 euro al mese a seconda dell’abbonamento scelto; 10% di uno stipendio medio!). Oltre alla raccolta firme di cittadini e associazioni consumatori, si aggiunge la legittima reazione dei torinesi che, per evitare i salassi, iniziano a posteggiare nuovamente sui marciapiedi. Ciò significa che le intenzioni che le strisce blu avevano di fluidificare il parcheggio non sono più garantite e l’Amministrazione, aumentando, estendendo, non eliminando la zona blu ad esempio nei pressi degli ospedali, va contro gli interessi di coloro che dovrebbe tutelare: i torinesi. Occorre ripensare complessivamente al sistema della sosta a pagamento. Sicuramente noi vorremmo ridurre di molto le zone interessate alle strisce blu e soprattutto eliminarle in primis di fronte agli ospedali.”