Crocifisso, intoccabile patrimonio della storia e della tradizione italiana

Crocifisso, intoccabile patrimonio della storia e della tradizione italiana

La manifestazione dei riti e dei simboli di questa religione, senza restrizione di luogo e modalità, può costituire una pressione sugli studenti che non praticano tale religione o di coloro che aderiscono a un’altra religione”. Questo un breve stralcio delle motivazioni della sentenza.

Da questa valutazione si può dedurre come, sempre più spesso, la realtà superi la fantasia dimostrando la incolmabile distanza tra la burocrazia europea e la storia e il sentimento del popolo italiano.

Ben diverso, infatti, fu il giudizio del Tar del Veneto, nel marzo 2005, e del Consiglio di Stato nel febbraio 2006, sul medesimo ricorso, attivato dalla stessa Signora Soile Lauti; entrambi ravvisarono nel Crocifisso “un valore laico della Costituzione Italiana, rappresentativo dei valori della vita civile” e non lo accolsero.

Che cosa dire? Nulla, se non che il Crocifisso deve rimanere nelle aule scolastiche.

Questa certezza, però, non può non farci riconoscere che l’errore di non aver identificato nella Costituzione Europea le radici giudaico-cristiane, quale patrimonio storico-culturale continentale, abbia avuto un peso nella sentenza sul Crocifisso.

Infine, mi pare inequivocabile come la ingiustificabile decisione della Corte Europea rappresenti una sconfitta per tutti i rappresentanti delle Istituzioni che ispirano la loro azione ad una laicità positiva e corretta ovvero che evidenzi il rispetto per le esperienze più profonde del popolo italiano, delle sue tradizioni e del proprio patrimonio storico, culturale e sociale oltre che religioso.

Andrea Tronzano