La virtù della politica: la libertà è responsabilità

La virtù della politica: la libertà è responsabilità

Per una politica popolare che combatta l’antipolitica

Siamo ben consci che la drammatica situazione attuale è figlia di un passato che, lustro dopo lustro, ci ha fatto credere che potesse esistere la libertà senza la responsabilità, il diritto senza il dovere, il particolare e non l’interesse collettivo diffuso.

Dal superamento, avvenuto negli anni Settanta, della lotta contro il capitalIsmo da parte dell’ideologia comunista, conscia di non poterlo cambiare, abbiamo assistito alla traslazione e alla progressiva e strumentale sostituzione della lotta di classe con l’antifascismo, ma non inteso come la giusta aspirazione ideale contro tutte le dittature, ma come propaganda contro tutti i valori della tradizione, la battaglia contro tutte le certezze e dunque lo sgretolamento della nostra coscienza di popolo e di persone.

I nefasti effetti di questa suadente, lucida e subdola guerra ideologica contro una coscienza popolare fondata sul fare e sul costruire per il presente e per il futuro si sono realizzati con il trionfo della cosiddetta società opulenta. Teorizzata già negli anni Sessanta si realizza subito dopo la caduta del Muro di Berlino. Una società paga di sé stessa, tesa alla soddisfazione dei propri singoli bisogni, tutta incentrata sull’atomizzazione degli individui e la disgregazione dei rapporti sociali, ha fatto trionfare il “pensiero debole”, il relativismo etico, la celebrazione del nichilismo. Questa nuova ondata ideologica ha pervaso molti. Ultimo effetto di queste cause è stata la ricerca del profitto senza lavoro, attraverso la finanza spregiudicata, e l’ingordigia spasmodica che ha portato ad un’evasione fiscale intollerabile ed ad una sproporzione tra le classi sociali, assottigliando quella intermedia, da sempre base della solidità del nostro Paese. Tutto ciò consegna il nostro Paese nelle condizioni in cui versa oggi.

Dobbiamo essere consapevoli e certi che una democrazia va avanti, progredisce e matura solo se esiste un senso di solidarietà e appartenenza tra i cittadini. Le comunità di senso e di ideali sono la base della democrazia intesa come struttura solidale fautrice della coesione sociale e del rispetto reciproco; la democrazia è l’antitesi dei regimi dittatoriali proprio perché essi non si fanno carico del peso e della complessità delle relazioni e dei rapporti umani, anzi li combattono e li annullano.

Ben conosciamo le criticità che il sistema partitico italiano sta attraversando, in ogni suo aspetto ed in ogni sua componente. La politica ha mostrato i suoi aspetti più contraddittori, non sempre adeguati a affrontare le pesanti e cruciali sfide che si ponevano dinnanzi al futuro del nostro Paese. Ma la Politica non si arrende: è tempo di ricominciare, ricominciare dalla gente.

Con umiltà e forza il centro-destra deve continuare ad essere uno dei blocchi credibili e autorevoli della società, deve tracciare delle traiettorie che dimostrino la volontà di mantenere uniti il liberalismo e l’etica, che continuino a far vivere la responsabilità, la solidarietà, la laicità rispettosa dai valori tradizionali della nostra società, la famiglia e la libertà di educazione, il riformismo e non la reazione ovvero tutti gli strumenti necessari per contrastare, con ogni energia, il trionfo del relativismo e, conseguentemente, del nichilismo.

Il ribaltamento del “pensiero debole”, il contrasto all’affermazione della fine delle ideologie per mascherare l’assenza di principi ispiratori è l’albero da fare crescere, ma senza radici solide non ce la faremo. Per questo dobbiamo trarre ispirazione dai sempre attuali valori della tradizione giudicando, al contempo, con realismo, le situazioni perché questo ci consente di non essere subalterni ai poteri forti o alla finanza selvaggia; non è da loro, infatti, che si riceve la legittimazione. Dobbiamo riconoscere nella famiglia il primo soggetto costruttore di Bene Comune. Individuare nella sussidiarietà la vera liberalizzazione da realizzare. Impegnarci affinché sia riconosciuto il valore unico ed irripetibile della persona e della sua libertà. Essere i leali ed attenti interpreti di coloro che vogliono che la politica sia rappresentanza e immedesimazione riconoscendo e valorizzando i corpi intermedi, il volontariato, le associazioni di categorie e non le elitès autoreferenziali, spesso portatrici di un inesistente progresso. Difendere la fragilità delle persone che vivono in condizioni disagiate ed essere affianco a coloro che vivono situazioni di dramma e ingiustizia.

Sappiamo che la vocazione popolare della politica, il dare forza alle aspirazioni ideali di un popolo abbinandole ad un sano pragmatismo ci permette di combattere il sentimento dell’antipolitica (forma di politica violenta e autoritaria) e ci consente di non diventare cinici e, quindi, di non essere servi del potere, ma di poter fare alleanze con esso senza rimanere ingabbiati da esso.

Il centro-destra, nella composizione odierna e in quella che verrà, anche attraverso queste azioni, sarà in grado di contrastare il deserto politico, sociale, di idee ovvero tutto ciò che ha creato la “società liquida”, una società senza legami, fatta di solitudine.

La libertà abbinata alla responsabilità è la nostra missione, la nostra libertà è la nostra responsabilità.

Andrea Tronzano