“Coefficienti di calcolo della Tarsu. Applicare quelli del DPR 158/99 per le utenze non domestiche” – intervento in aula

“Coefficienti di calcolo della Tarsu. Applicare quelli del DPR 158/99 per le utenze non domestiche” – intervento in aula

Ritengo che la TARSU dipenda moltissimo dall’AMIAT: credo, cioè, che, dalla gestione complessiva del bilancio dell’AMIAT, derivi una TARSU più o meno elevata. Voglio, quindi, porre l’attenzione sulla gestione del bilancio da parte dell’AMIAT.

In questo senso, allora, che cosa dico? Dico che, dopo aver letto la relazione tecnica del 2007 che abbiamo avuto in visione, riteniamo indispensabile (lo ripeto soprattutto per l’Assessore Passoni) rivalutare i coefficienti di calcolo della parte variabile e della parte fissa della TARSU.

Noi abbiamo il dovere di applicare i coefficienti, minimo e massimo, stabiliti dal Decreto Legislativo n. 158/99. Oggi, invece, che cosa facciamo? Supponiamo una misurazione dei rifiuti. Infatti, poiché la misurazione non è stata effettuata puntualmente, non sappiamo quanta immondizia sia conferita negli appositi bidoni dalle categorie commerciali, ma supponiamo una misurazione sugli indici dell’IPLA (che sono precedenti al Decreto appena citato). In altre parole, applichiamo, per la parte fissa e per la parte variabile, i coefficienti di calcolo dell’IPLA, anziché quelli previsti dal Decreto Legislativo n. 158/99.

In questo caso, allora, che cosa succede? Succede che alcuni coefficienti – non tutti – siano calcolati in una misura straordinariamente superiore rispetto all’indice minimo e massimo dei coefficienti stabiliti dal Decreto Legislativo n. 158/99.

Vi faccio alcuni esempi.

Nel settore dei rifiuti non domestici notiamo aumenti della TARSU del 20-25%, o del 2%, in ogni caso aumenti sproporzionati rispetto a quello che, secondo noi, dovrebbe essere. Ad esempio, agli alberghi con ristorante (per i quali il Decreto n. 158/99 prevede un valore di KD – cioè il coefficiente della parte variabile della TARSU – tra 9.85 e 13.45), la nostra città applica il coefficiente 17.33. Questo significa che l’aumento, per il 2007, è stato del +15.4%. Per quanto riguarda il KC (cioè la parte fissa, che dovrebbe oscillare tra 1.20 e 1.64), Torino applica il coefficiente 2.11. Si potrebbe anche dire (e molti l’hanno detto) che gli alberghi con ristorante producono più rifiuti, ma si tratta comunque di un elemento non è desunto da dati oggettivi, ma da dati presuntivi: è su questo aspetto che dobbiamo porre attenzione.

Un altro esempio è rappresentato da ristoranti, pizzerie e mense aziendali.

A queste attività, a Torino, viene applicato il coefficiente KD 85.56 (secondo quanto previsto dal Decreto n. 158/99, invece, tale coefficiente dovrebbe variare tra 45.67 e 78.97): l’aumento è, quindi, del 20%.

L’ultimo esempio, il più eclatante rispetto a Comuni limitrofi a Torino (che, dopo aver perso i ricorsi, si sono dovuti adeguare a questi coefficienti ed è per questo motivo che siamo disponibili a tutelare gli interessi dei commerciali che lo riterranno opportuno, andando avanti al TAR ed, eventualmente, anche al secondo grado del Consiglio di Stato e alla Cassazione), riguarda i banchi all’aperto di alimentari, i banchi ambulanti, per i quali abbiamo assistito ad aumenti del 20%, con adeguamenti stratosferici: si applica, infatti, un coefficiente KD 147, quando il Decreto stabilisce un coefficiente variabile da 28.70 a 56.78.
Noi l’abbiamo aumentato a 147!

Ai Colleghi, che naturalmente possono non essere informati sull’argomento, preciso che il coefficiente serve a moltiplicare, quindi, come moltiplicatore del totale dei rifiuti; cioè, considerando parte fissa e parte variabile e moltiplicando, si ottiene la TARSU.

Molto umilmente, ma fermamente, chiediamo ai Colleghi un’attenta valutazione su tali argomenti, che riteniamo fondatissimi (infatti, come ho già detto, alcuni Comuni della Provincia, fra i quali Collegno, hanno dovuto adeguarsi per evitare di dover pagare successivamente), poiché, attraverso questa mozione, può oggettivamente cambiare anche il calcolo della TARSU, in particolare per le categorie non commerciali, e questo è un altro aspetto importante che aggiungiamo, ossia che eventuali modificazioni nell’applicazione dei coefficienti per le utenze commerciali non debbano avere ripercussioni su quelle non commerciali, quindi, la deliberazione non deve prevedere un aumento della TARSU per i cittadini comuni, come tutti noi.

Poi, oltre a chiedere l’utilizzo dei coefficienti del DPR n. 158/1999, sottoponiamo alla vostra attenzione – mi rivolgo pure all’Assessore Altamura – un modo che potrebbe servire anche a risparmiare, in particolare, se la raccolta rifiuti fosse effettuata nelle aree mercatali riorganizzando il deposito dei rifiuti, senza utilizzare, ad esempio, società terze, che vadano a pulirle successivamente; per esemplificare, se a Porta Palazzo permettiamo – giustamente, anche per comodità – che i commercianti gettino i rifiuti a terra e, poi, mandiamo una squadra a pulire, ciò ovviamente incide sui costi e fa lievitare la TARSU.

Spero di esser stato chiaro, perché mi premeva spiegare i motivi per i quali abbiamo presentato questa mozione, nella quale abbiamo rappresentato (affinché possa essere un indirizzo a favore della Giunta) uno dei modi attraverso i quali, secondo noi, si riuscirebbe a risparmiare sulla TARSU.

Sottopongo alla vostra attenzione il voto positivo sulla mozione, poiché, a nostro giudizio, potrebbe veramente consentire – e non lo dico a beneficio solo di una parte, bensì di tutto il Consiglio Comunale e dei cittadini – un ricalcolo di questa TARSU, senza costringere l’opposizione – e, in particolare, i commercianti che vorranno farlo – a ricorrere al TAR, con il rischio di ritrovarci (magari, fra sei-sette anni) in Cassazione a vincere, dovendo poi restituire tutto il denaro precedentemente pagato in maniera superiore a quanto previsto.
Colgo l’occasione della dichiarazione di voto, per sottolineare anche alcuni passaggi del mio precedente intervento, perché, in questo caso, la colpa non è della Città, semmai, la Città è inefficace nella scelta dei dirigenti dell’AMIAT, perché, da questi ultimi, dalla loro gestione complessiva dei bilanci, dipende la TARSU che successivamente pagheranno i cittadini; quindi, in questo caso, la colpa della TARSU non è della Città, bensì dell’AMIAT, in senso lato.

Poi, devo dire che non mi risultano calcoli puntuali sui rifiuti conferiti e che, effettivamente, mi rivolgevo a Porta Palazzo, poiché è l’unico luogo nel quale non vi siano i cassonetti – questo è vero -, ma lì potremmo risparmiare già qualcosa.

Perciò, la dichiarazione di voto sulla deliberazione è negativa e, nel caso in cui la nostra mozione non fosse approvata (lo ripeto anche per il Capogruppo, che comunque è informato, Daniele Cantore), qualora i commercianti lo richiedessero, ci attiveremmo per tutelare i loro interessi legittimi.

Sebbene il ragionamento dell’Assessore sia condivisibile, purtroppo o per fortuna, siamo in una democrazia e, di conseguenza, in qualche maniera, gli interessi del tutto legittimi vanno tutelati, anche se rallentano il processo di uno Stato che, forse, oggi è troppo presente nella società italiana ed anche se, probabilmente, qualche ricorso perso da parte di Città, Province, Comuni e Stato, magari, conviene a tutti, per rallentare un po’ il peso della burocrazia in senso generale.

Testo

Proposta di mozione: coefficienti di calcolo della Tarsu. Applicare quelli del DPR 158/99 per le utenze non domestiche

I sottoscritti Consiglieri Comunali,

Premesso che

– la Tarsu è, a nostro giudizio, troppo elevata per le categorie commerciali

– le utenze domestiche non devono avere degli aggravi da eventuali modificazioni nell’applicazione dei coefficienti per le utenze non domestiche

– sino all’emanazione del Regolamento di attuazione previsto dal DLgs 152/2006 (Decreto ambientale) occorre fare riferimento al DPR 158/99

– dal 2002 l’Amministrazione Comunale ha avviato il processo di avvicinamento al sistema tariffario previsto dal Decreto Ronchi (DLgs 22/97)

– il Decreto Ronchi chiede di tenere conto del costo del servizio, della quantità e della qualità dei rifiuti conferiti e dei costi di gestione in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio

– il principio comunitario e il Decreto Ronchi stabiliscono che chi “inquina paga” e quindi è necessario ispirarsi a criteri di efficacia, efficienza, economicità e trasparenza

– nel rispetto dei principi generali sarebbe utile misurare puntualmente e oggettivamente la produzione dei rifiuti solidi urbani a Torino

Considerato che

– i costi complessivi sono coperti e suddivisi fra una quota fissa per utenze domestiche e non, una quota variabile per utenze domestiche e non domestiche e una quota di incentivo per la raccolta differenziata delle utenze domestiche come disposto dal DPR 158/99

– la quota fissa e la quota variabile sono determinati dal gestore del servizio

– nel calcolo della tariffa delle utenze non domestiche la scelta del coefficiente Kc e Kd dovrebbe essere fatta facendo riferimento ai valori minimi e massimi previsti nell’allegato 1 del Dpr 158/99

– si dovrebbero adottare per ciascuna categoria dei coefficienti idonei a contenere il più possibile le variazioni rispetto alle tariffe dell’anno precedente

– l’applicazione dei coefficienti idonei a contenere gli aumenti o a evitarli è più che opportuna in ossequio all’art. 49 del DLgs 22/97 che assicura la gradualità degli adempimenti ed è ulteriormente avallata dal rinvio dell’obbligatorietà della trasformazione da Tassa a Tariffa

– nella “Relazione tecnica relativa alla metodologia utilizzata per la definizione del sistema tariffario per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati del Comune di Torino – Anno 2007” i coefficienti di calcolo Kc e Kd non sono sufficientemente supportati da calcoli e motivazioni e dati oggettivi

– nella Relazione tecnica si è ritenuto non prioritario procedere alla verifica puntuale sul territorio ma si è proceduto solo all’attualizzazione dei parametri con stime dell’aumento delle produzione dal 1996 al 2007 e con il confronto con altri indici individuati da altre realtà e quindi ci si è basati su dati presuntivi

– il Dpr 158/99 dice chiaramente all’art. 6, comma 2 che per l’attribuzione della parte variabile della tariffa delle utenze non domestiche gli enti locali organizzano e strutturano sistemi di misurazione della quantità di rifiuti effettivamente conferiti dalle singole utenze. Nel caso l’ente locale non fosse ancora organizzato si applica un sistema presuntivo prendendo a riferimento per singola tipologia di attività la produzione annua per mq nell’ambito degli intervalli indicati nel punto 4.4 dell’allegato 1

– su questi dati presuntivi si è stabilito che nel 2007 le utenze non domestiche contribuiscono all’ammontare complessivo del gettito per il 55,14%

– una campionatura e pesatura puntuale sulle utenze domestiche è stata effettuata sui diversi tipi di nuclei famigliari nel 2003 e quindi i dati non sono presunti ma reali; conseguentemente il costo della Tarsu non può essere messo in discussione al rialzo a seguito di eventuali modifiche al ribasso dei coefficienti di calcolo delle utenze non domestiche, ma deve derivare da una riorganizzazione del servizio

Preso atto che

– l’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo sono vietati

– il costo complessivo sostenuto dalla Città è di 156.161.786 €

– il 62,1% di questo costo è attribuibile alla parte fissa e il 37,9% alla parte variabile

– la differenza tra le tariffe del 2006 e quelle del 2007 per le utenze non domestiche varia dal +2% al + 20%

– la differenza dei coefficienti Kc e Kd  applicati dall’Amiat rispetto a quella dei parametri stabiliti dal DPR 158/99 è spropositata. Ad esempio si arriva anche a quota 147 per giorno settimanale per il Kc dei banchi di vendita alimentari all’aperto (quando il Kc del DPR varia da 3,5 a 6,92)

Visto

– le Direttive CE sui rifiuti

– il DLgs 22/97

– il DPR 158/99

– DGR n. 42-6471 del 1 luglio 2002

– la relazione tecnica dell’Amiat per l’anno 2007

Impegna il Sindaco e la Giunta

– ad applicare per il calcolo della parte fissa e variabile delle utenze non domestiche per l’anno 2008 e successivi esclusivamente i coefficienti stabiliti negli allegati al DPR 158/99

– ad attivare sistemi di misurazione puntuale della produzione di rifiuti per tutte le categorie non domestiche entro il dicembre 2008

– ad evitare incrementi irragionevoli e immotivati della Tarsu a danno delle utenze non domestiche

– a non aumentare, nel 2008 e seguenti, in modo immotivato le utenze domestiche ed a lavorare per una loro diminuzione riorganizzando i costi complessivi sostenuti dall’Amiat per la gestione dei rifiuti solidi urbani

– a ricalcolare, con sistemi di misurazione puntuali e oggettivi, la percentuale di produzione dei rifiuti tra utenze domestiche e utenze non domestiche

– a esigere dall’Amiat calcoli puntuali e precisi nella definizione della parte variabile e fissa della tariffa seguendo le modalità di calcolo previste dal Dpr 158/99 ed ad evidenziarli nella relazione tecnica per il 2008

– a riorganizzare la raccolta dei rifiuti nelle aree mercatali evitando l’abbandono dei rifiuti per terra e predisponendo cassonetti per la raccolta.