Amministrative: Tronzano (Fi) “La mia sfida per garantire più sviluppo, più sicurezza, meno tasse e meno burocrazia”

Amministrative: Tronzano (Fi) “La mia sfida per garantire più sviluppo, più sicurezza, meno tasse e meno burocrazia”

E’ ufficialmente partita la campagna elettorale. Il centrodestra, come già paventato da tempo non è riuscito a trovare una sintesi su un nome comune e dunque Forza Italia correrà con Osvaldo Napoli, mentre Lega e fratelli d’Italia appoggeranno il notaio Alberto Morano. A chiudere il cerchio di un centrodestra frammentato sarà Roberto Rosso che guiderà una coalizione di Ncd, Udc e alcune liste civiche.

Una sfida difficile ma che Andrea Tronzano, capogruppo di Forza Italia, che correrà ancora per un posto in consiglio comunale intende giocarsi fino all’ultimo voto. Con oltre 2300 presenze è stato tra i primi 4 Consiglieri Comunali più presenti nell’ultimo quinquennio e  nel solo 2015, con oltre 540 presenze, è stato tra i primi cinque Consiglieri ed ha partecipato ad oltre l’80% delle votazioni avvenute in Consiglio Comunale dal 2011 al 2015. Un risultato che l’ha proiettato nei sondaggi fatti nei mesi scorsi ai vertici delle preferenze tra i cittadini. “I sondaggi per il centrodestra sono discreti – commenta lo stesso Andrea Tronzano capogruppo di Forza Italia – Se fossimo stati uniti, Forza Italia/Lega Nord/Fratelli d’Italia avremmo avuto sicuramente più chance per arrivare al ballottaggio. Così frammentati sarà più difficile”. Una corsa in salita dunque che non spaventa il capogruppo di Forza Italia impegnato in una campagna elettorale  che porta avanti in modo capillare con una presenza costante sul territorio, incontrando i cittadini sulle piazze e sostenendo le battaglie delle associazioni di categoria, ma anche una campagna elettorale 2.0 con una massiccia presenza sui social network per conquistare le fasce di età più giovani che proprio attraverso il web possono conoscere le idee che Tronzano espone in maniera chiara, sintetica ed efficace in alcuni punti chiave..

Un impegno difficile ma mi sembra di capire con le idee chiare per il futuro, quali saranno gli argomenti intorno cui costruire il quinquennio 2016/2021?
“Quattro saranno i capisaldi della nostra azione: identità culturale, sviluppo, sicurezza, quotidianità. Il primo tema è prioritario rispetto a tutti gli altri: dalla consapevolezza e dall’orgoglio di appartenere ad una società culturalmente omogenea discendono tutti i ragionamenti e le azioni politiche. La nostra sta diventando una società multietnica, ma non può e non deve diventare una società multiculturale che neghi le nostre tradizioni. Chiamateci conservatori, ma essere all’avanguardia per noi significa guardare al futuro supportati dalla forza delle nostre radici giudaico-cristiane o, se preferite, greco-romane o, per altri di voi, illuministe. Non è pensabile che libertà, civiltà, tradizioni, simboli, laicità dello Stato siano sacrificate sull’altare di un impossibile adattamento a culture rimaste al Medioevo o che vedono nella religione un tutt’uno con le leggi dello Stato. Penso che il PD e la sinistra questo concetto non lo abbiano chiaro, lo vediamo da come stanno gestendo il tema dell’immigrazione.

I dati relativi agli ultimi 12 mesi indicano Torino ai vertici della classifica sulla povertà, con 100 mila famiglie in uno stato di povertà acclarata, 200 mila che non arrivano a fine mese e oltre un quarto della popolazione in seria difficoltà. Come si può invertire la rotta?

 “Certamente occorre partire dal secondo caposaldo: lo sviluppo. e quindi portare le imprese al centro. Quelle aziende anche piccole e piccolissime, commerciali, artigianali, edili, manifatturiere che creano occupazione, devono essere al centro dell’azione politica. E’ importante dunque semplificare la burocrazia e ridurre la tassazione per fare in modo che chi crea occupazione abbia più risorse. Io vedo due gravi problemi per i torinesi e gli italiani: l’erosione del risparmio e la distruzione del patrimonio economico composto dalle piccolissime, piccole e medie imprese e dal commercio con la conseguente disoccupazione o occupazione non qualificata e malpagata. Forza Italia e il centrodestra sono gli unici a poter contrastare questi tentativi A livello locale partiamo dai numeri. Le imprese torinesi generano 60 miliardi di valore aggiunto. I 3 settori più importanti sono: commercio all’ingrosso e al dettaglio, costruzioni, manifattura (tra l’altro, sono i tre settori sui quali abbiamo concentrato la nostra azioni politica di opposizione in questi 5 anni). Il 60% dell’export è fatto dalla meccanica ed i due settori trainanti sono Aerospazio (con 4 grandi imprese e 300 Pmi dell’indotto per un totale di 3,6 miliardi e 15.000 dipendenti) e Automotive (4,7 miliardi contro i 3,6 dell’auto). Per questo motivo, la politica di forza italia in caso di vittoria si concentrerà sull’aiuto alle imprese per cogliere prontamente le dinamiche del mercato, per difenderle dalla contraffazione, per favorire il reshoring (riportare le aziende a Torino grazie a una chiara politica industriale), per potenziare il ciclo della logistica, per connettere i centri di ricerca con le imprese, per ridurre il carico fiscale locale (a partire dalla tassa rifiuti, dal canone di occupazione suolo pubblico, dall’Imu sulle categorie produttive per fare alcuni esempi), per creare un referente unico che dialoghi con loro, per fare in modo che gli obiettivi siano sempre più condivisi tra imprese e istituzioni, per incentivare l’utilizzo delle vecchie aree per nuovi insediamenti.

Per poter rendere concreto questo obiettivo fondamentale sarà la voce sicurezza (terzo caposaldo). In una città si viene ad investire se si è certi che la delinquenza o i reati siano perseguiti e si lavori per garantire l’incolumità dei cittadini e delle imprese; pertanto, noi proporremo un indirizzo chiaro, nel rispetto della loro intangibile autonomia, sia al Prefetto sia al Questore, ma anche al Procuratore della Repubblica: colpire i reati contro la persona e quelli predatori deve diventare la priorità e si deve avere come obiettivo la scalata della classifica dell’ordine pubblico che vede Torino al 106° posto su 107 città, anche valorizzando di più e formando meglio la Polizia Locale e potenziando la riqualificazione delle periferie. L’assunto di tutto ciò è racchiuso nel titolo: amministrare per i cittadini e non per il potere. Torino ha necessità di liberare le forze e le risorse migliori e a questo impegno la politica deve garantire terreno fertile. Perseguire con determinazione i primi tre capisaldi andrebbe anche a beneficio della quotidianità (quarto caposaldo) dove per noi sarà prioritario che le regole siano uguali per tutti, con aumento delle sanzioni e dei controlli sul rispetto dei regolamenti, che sono quelli che garantiscono una armoniosa convivenza civile; inoltre, bisognerà che ci siano: il contrasto alla movida selvaggia; la trasparenza e l’equità sulle bollette, le assegnazioni e le manutenzioni delle case popolari; attenzione al welfare (asili, mense, disabili, privi di reddito che abbiano aiuti più incisivi sulla loro realtà); la manutenzione di strade e marciapiedi; l’assegnazione dei lavori pubblici e degli appalti di servizi senza massimo ribasso e valutando con punteggi adeguati la retribuzione delle ore lavoro; lo stop alla retroattività delle norme; il porre termine alla ztl ambientale e alle strisce blu dando via libera al disco orario e mantenendo la Ztl storica; la realizzazione di un vero e concreto housing sociale; la tutela e il potenziamento del Regina Margherita e dell’Oftalmico; l’abbattimento delle barriere architettoniche; la manutenzione del verde pubblico e un trasporto pubblico più efficiente, sicuro, frequente e puntuale”.

Un altro tema delicato da affrontare è la casa, un argomento spesso al centro di querelle e scontri anche politici, come risolvere il problema dell’occupazione abusiva e al tempo stesso garantire un’abitazione adeguata ai cittadini indigenti?
“Per quanto mi riguarda la proprietà, privata o pubblica che sia, è un valore intangibile. Pare che non sia lo stesso per una parte del PD, in quanto abbiamo assistito ad un aumento esponenziale di casi di occupazioni abusive. Dal MOI a via Asti, da via Alessandria a c.so Ciriè e via Millio per fare degli esempi; oltre a questi stabili pubblici, sono state occupate delle case private. Per fortuna, anche grazie alla nostra azione politica, molti si sono risolti, tranne il MOI, come modello di una accoglienza che non funziona e che mette a rischio di frattura una intera comunità, ed il Gabrio, fonte di inquinamento acustico fuori controllo e dannoso per la salute dei residenti. Rimangono nodi da sciogliere e noi lo faremo in caso di vittoria alle elezioni. Per quanto riguarda le case popolari, continua l’impegno sulla trasparenza e sui costi troppo elevati a carico degli inquilini delle case gestite da Atc. Numerosi cittadini sono in difficoltà non tanto per pagare l’affitto quanto per provvedere ai pagamenti di luce, gas e danni in appartamento a seguito di perdite d’acqua o altro. Conguagli, cifre esorbitanti e non riscontrabili puntualmente compaiono nelle bollette e stanno diventando l’incubo dei residenti nelle case a edilizia residenziale pubblica”.

In termini di impegno lei si è speso molto anche su altri argomenti come la movida selvaggia ed il commercio, quale potrebbe essere la strada da percorrere per cercare di risolvere queste problematiche?

“Per quanto riguarda la movida – analizza Tronzano – nessuno vuole negare il diritto allo svago, anzi, ma certamente va tutelato anche il riposo notturno. Dal mio punto di vista un maggiore controllo ed un patto con gli esercenti potrebbero essere le soluzioni perseguibili; mentre alla voce commercio, siamo contrari al proliferare di nuovi centri commerciali perché il commercio di vicinato per noi è un architrave dell’economia e deve essere tutelato”.

Parlando di commercio non si può prescindere dal ricordare il suk e le polemiche che hanno segnato la riapertura del mercato del libero scambio negli ultimi mesi del 2015…
“Il suk di via Monteverdi, prima in c.so Novara, o quello di San Pietro in Vincoli non possono avere cittadinanza a Torino. Se si vuole fare commercio lo si deve fare rispettando le regole, altrimenti il rischio è il degrado di intere zone. Il PD ha creato le condizioni per una finta accoglienza ed ora scarica i problemi ed i costi sui cittadini e sui commercianti regolari che devono subire la vendita di merce illegale e senza controlli igienico-sanitari.  Senza dimenticare la difficile gestione dei Rom. Gli zingari sono stati allontanati da Lungo Stura Lazio. Il centrodestra lo aveva promesso e, nonostante sia all’opposizione, ha mantenuto l’impegno. Il problema Rom però non è assolutamente risolto e continua a creare angosce, insicurezza (zona Corso Tazzoli, tra le altre) e inquinamento ambientale (fumi di via Germagnano). Noi continuiamo ad essere per una soluzione che preveda i rimpatri per tutti coloro che sono pregiudicati, cioè la maggior parte; gli altri se non hanno una fonte di reddito devono lasciare la città. Se riusciremo a governare renderemo più difficile la permanenza sul territorio cittadino, metteremo risorse e chiederemo impegni al Governo e quindi al Prefetto per ottenere i risultati attesi da tutti i cittadini Torinesi”.

FEDERICA BOSCO