Il Governo convochi subito un tavolo nazionale sulla Fiat – intervento in aula

Il Governo convochi subito un tavolo nazionale sulla Fiat – intervento in aula

IL GOVERNO CONVOCHI SUBITO UN TAVOLO NAZIONALE SULLA FIAT

Ovviamente non penso che, nel mio intervento, dirò qualcosa di nuovo o di storico, perché le informazioni in possesso del Sindaco e del governo sono certamente maggiori rispetto alle mie: ci tengo, però, a lasciare a verbale alcune mie sensazioni.

Innanzitutto, credo che dobbiamo avere il coraggio di lavorare per essere tutti più ricchi, non per discutere su quanto guadagni, più di me, una persona. A me non interessa sapere quanto guadagni Marchionne: se fa bene il suo lavoro, è giusto che guadagni. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Noi dobbiamo lavorare affinché anche noi si sia più ricchi.

In secondo luogo, ha ragione il Consigliere Ferrante: è vero che non conosco il mondo della fabbrica, ma sono anch’io convinto che, per parlare adeguatamente di FIAT, occorra conoscere a fondo questa realtà. Conosco, però, il diritto di avere un lavoro, così come conosco il dovere di lavorare per ottenere risultati: ritengo che questi due aspetti siano entrambi importantissimi. Molte volte, ci dimentichiamo, per esempio – e voglio citare quanto avvenuto a Pomigliano -, che alcuni lavoratori, anche a scapito dei loro colleghi, si mettono in mutua per andare a vedere la partita della nazionale. Occorre, quindi, anche ragionare su questi fatti, se la politica vuole essere seria.

Per fare, poi, il punto di quella che potrebbe essere una mia modesta proposta, signor Sindaco, penso che occorra capire se verranno costruite quelle 200.000 automobili che Marchionne ha detto di voler produrre a Mirafiori, anche perché gli investimenti fatti su questo territorio per quanto riguarda gli stabilimenti non sono così cospicui come ci si aspetterebbe. Chiaramente, per poter produrre 200.000 auto in più, occorre avere le linee adatte: Torino ha la forza di fare questo? Mirafiori ha la forza di produrre 200.000 auto in più? È una domanda fondamentale.

Mi chiedo, poi, se non sia arrivato il momento di rivedere lo Statuto dei Lavoratori:

credo che dobbiamo dircelo chiaramente, Consigliere Ferrante, perché ci sono alcuni diritti dei lavoratori che, oggi, non sono tutelati, ci sono lavoratori che non sono nemmeno citati in esso. È, forse, opportuno rivisitare lo Statuto dei Lavoratori, non soltanto per offrire più diritti, ma anche per garantire alle imprese di lavorare nel miglior modo possibile. Credo che i cinque licenziamenti e le provocazioni di Marchionne derivino dall’esigenza di avere, dalla società italiana, una risposta su quelle azioni: Marchionne (giustamente, a mio giudizio) vuole che i lavoratori producano e che abbiano i loro diritti, ma è chiaro che, se questi non lavoreranno, dovrà compiere determinate scelte.

Concludendo, Presidente, se è arrivato il momento di rivedere lo Statuto dei Lavoratori, credo che sia arrivato anche il momento di verificare i salari. A fronte di una produttività maggiore, occorre garantire salari maggiori: oggi, il salario annuale di un operaio italiano è di 11.000 Euro (in Irlanda, quando la situazione economica era stabile, era di 17.000 Euro). Se vogliamo avere maggiore flessibilità nel mondo del lavoro, dobbiamo anche garantire – ed è questa la sfida della politica – un maggiore salario a fronte di una maggiore produttività.

Spero che di questo argomento si possa parlare al tavolo che è stato convocato.