Italia sotto la lente di ingrandimento. Tronzano: “Serve rivoluzione totale, anche nel linguaggio. Basta eccesso politicamente corretto”

Italia sotto la lente di ingrandimento. Tronzano: “Serve rivoluzione totale, anche nel linguaggio. Basta eccesso politicamente corretto”

L’Italia sotto la lente di ingrandimento. Da un convegno organizzato la scorsa settimana dall’ex capogruppo torinese e attuale membro del direttivo regionale di Forza Italia Andrea Tronzano, con la partecipazione dell’economista di fama mondiale e già presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, sono emersi spunti e sono state fatte delle riflessioni sul Paese “da un altro punto di vista” che gli stessi protagonisti del convegno hanno definito quello del non politicamente corretto. “Contestare le nostre radici culturali, sociali e religiose è ormai il vezzo dei padri del politicamente corretto esordisce Andrea Tronzano – Temi quali l’immigrazione, la differenza di genere, le differenze di civiltà, l’identità, la natalità, la rivendicazione delle radici giudaico cristiane devono essere patrimonio del confronto politico, senza alcuna sudditanza verso chi tratta questi temi come argomenti da rendere scomodi e da tabuizzare. Il coraggio di avere coraggio di parlarne, nonostante i muri che le pseudo élite stanno costruendo – spiega Tronzano –  Bisogna avere il coraggio di dire che l’Unione Europea attuale è espressione del potere amministrativo/burocratico che ha annichilito quello politico, legislativo ed esecutivo. La spartizione del potere tra i sostenitori della rivoluzione permanente sessantottina, che oggi hanno assunto il completo controllo delle idee, e i nuovi tecnocrati che hanno il controllo dell’economia, hanno creato il cosiddetto politicamente corretto ed hanno assunto il controllo delle parole chiave che vengono inculcate come un mantra all’opinione pubblica. Con questo convegno ho provato a raccontare una visione diversa da quella del politicamente corretto. Solo così possiamo ricreare libertà di giudizio e spirito critico.” Il politicamente corretto nasce negli anni Ottanta negli ambienti liberal e radical americani (estrazione comunista), con l’obiettivo di far affermare il multiculturalismo. Secondo Tronzano invece: “Il multi-etnicismo rappresenta una opportunità e non lo si deve confondere con il multiculturalismo.” – continua – “La costruzione multiculturale della società ha creato un modello politicamente corretto che crea conformismo linguistico e limita la libertà di espressione: una forma di ipocrisia istituzionale perché non interviene mai sul problema e bada soltanto alla forma; la conseguenza è l’aggravamento delle difficoltà dell’Italia e degli Italiani.” Dall’analisi dei dati appare infatti evidente che in Italia ci sia più di un problema. A cominciare dalla natalità che ha avuto una contrazione considerevole (- 2,6%) negli ultimi 12 mesi pari a meno di 490 mila nascite (non era mai accaduto neppure nel 1917 dopo tre anni di guerra mondiale) mentre sono aumentate le morti del 15 per cento con un saldo negativo di 80 mila persone in pochi mesi. Fa riflettere il dato che sottolinea come il ricambio generazionale sia garantito da 2,1 figli per ogni donna, mentre oggi la media italiana è di 1,37. Al contempo sul fronte degli immigrati, i residenti stabilmente in Italia sono saliti da un milione e 600 mila del 2004 ai 5 milioni e 50 mila del 2017 cioè l’8,3% del totale della popolazione. La maggioranza di questi ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni divisi equamente tra donne e uomini; gli studenti sono saliti dai 50 mila del 1993 ai 431 mila del 2004 agli attuali 81500, ovvero il 9,2% degli studenti italiani. L’Italia, infine, è al primo posto in Europa come concessione di cittadinanze: 202 mila nel 2016. “Pensare allo ius soli conoscendo questi dati è assurdo; noi i diritti a chi li merita – e forse anche più perché ci sono persone che non conoscono neanche l’italiano – già li garantiamo, non c’è bisogno di fughe in avanti. In più, dire che gli immigrati ci pagano le pensioni è un azzardo sia statisticamente – riprende Tronzano – sia perché i contributi versati dagli immigrati sono come un prestito da restituire e non sono un regalo”. Altra valutazione importante è sulla UE a trazione finanziaria e burocratica. La Commissione Europea dovrebbe rappresentare il baluardo della predominanza della politica ed invece, essendo debole e non eletta dai cittadini, consente azioni che stanno intaccando i due capisaldi della forza dell’Italia nel mondo: le piccole medie imprese e il risparmio. Le prime chiudono o si trasferiscono, il secondo viene eroso costantemente. La conseguenza si riflette sull’occupazione dove oltre ad un mercato ancora in crisi nera, occorre registrare una diminuzione delle ore lavorate (-5%) e una diminuzione di occupati a tempo pieno che sono passati dall’86% del 2008 all’81% del 2016. Al contempo sono aumentati i dipendenti part time dal 14 al 19% con un conseguente calo della produttività del 3,1% nei servizi e del 7,1% nelle costruzioni. Da registrare poi la drammatica contrazione delle retribuzioni – 3,4% dove 8 casi su 10 sono contratti a termine. La fascia di età maggiormente colpita è tra i 35 e i 49 anni; qui la contrazione dei posti di lavoro è di 100 mila unità l’anno. Il tema della tassazione quindi diventa fondamentale per ragionare sulle vie di uscita. “Il debito italiano oggi è pari a 2300 miliardi – prosegue Tronzano – con il centrodestra era sotto i 2 miliardi. Un dato questo che va a sommarsi ad una pressione fiscale insostenibile che con il centrodestra era scesa al 39,1% ed oggi è tornata al 43,4%, ma sappiamo che ormai erode quasi il 70% del fatturato di una società.”. La media mondiale della pressione fiscale è del 30,3%. Il reddito medio è di 19 mila euro lordi annui. “Molte tasse che gravano sulle società sono slegate dal reddito, cioè arrivano da una somma di imposte che non sono calcolate sul reddito di impresa. Una delle soluzioni per ridurre le aliquote è la Flat tax proposta da Forza Italia e dalla Lega”. Chi garantisce ancora la tenuta del nostro sistema sociale sono le pensioni dei padri e delle madri, ma anche qui i dati sono preoccupanti. Il 50 percento degli italiani ha meno di 1000 euro al mese, mentre un decimo non arriva neppure a 500 euro al mese. “Se le forze sindacali che oggi, giustamente, si lamentano avessero consentito di far decollare lo scalone previsto dal governo Berlusconi probabilmente avremmo evitato la assurda riforma Fornero. -aggiunge –  Per colpa di una assurda battaglia ideologica ci hanno rimesso e ci rimetteranno milioni di persone.” Si pensi, infatti, che l’Italia è il secondo paese al mondo per età di pensionamento (66 anni e 7 mesi), seguita dalla Germania con 65 e 5 mesi. Altrettanto vero è che il 29 percento dei pensionati ha meno di 65 anni, mentre il 25,6% tra i 40 e i 64 anni.

“Fino a ieri la miseria materiale era conseguenza della miseria morale – analizza Gotti Tedeschi – Oggi la miseria morale è conseguente della miseria materiale e la mancanza di equità, cioè la cattiva ripartizione delle risorse, è la moderna forma di peccato. Fino a qualche anno fa la chiesa non doveva occuparsi di economia, ma solo di spiritualità e di morale. Oggi la chiesa si deve occupare solo di economia. La globalizzazione che si è fatta fino al crollo dei mercati nel 2008/2009 è stata contraddistinta da due fattori, un paese che ha governato il mondo, ovvero gli Stati Uniti, e un sistema gestito da Onu e satelliti. Io non ho nulla contro gli Usa, anzi… certamente però è evidente che entrambi hanno fallito. Ora si cerca di cambiare passo con il digitale, che governerà il mondo nei prossimi 10 anni, ma questo farà sì che ci sarà una ulteriore concentrazione del potere perché il rischio è avere una decina, o meno, di piattaforme mondiali che gestiscono tutte le informazioni e i commerci. – spiega l’economista –  Occorre pertanto un cambio di passo con nuovo sistema di alleanze, in grado di disegnare scenari nuovi a riportare sviluppo e valori.  Occorrono nuovi partner, che trovino interesse ad allearsi col nostro Paese. In Italia ci vorrebbe un governo forte e una politica che ritorni ad avere il suo ruolo perché altrimenti ci mangeranno vivi. Presumibilmente sarà così: anche il prossimo governo che verrà eletto nel 2018 sarà debole. Questo farà sì che a fine 2018 l’Europa dirà che siamo un paese ingovernabile e allora verremo commissariati”. [F. BOSCO]