L’anti Fassino si trova in negozio – Spiffero

L’anti Fassino si trova in negozio – Spiffero

Per superare l’inerzia dei partiti un gruppo di militanti e simpatizzanti del centrodestra si “autoconvoca” e dà vita a un “sogno per Torino”. Fitto programma di iniziative in vista delle elezioni. Una bottega per scegliere il candidato sindaco.

Mentre i partiti paiono sprofondati in una catalessi che sfiora il coma più o meno vigile – chi intento a leccarsi le ferite elettorali (Ncd), chi dilaniato da lotte domestiche (Fratelli d’Italia), prigioniero delle spire renziane (Forza Italia) o del proprio cupio dissolvi (Lega) – un gruppo di “cittadini”, militanti organici o semplicemente simpatizzanti del centrodestra, prova a superare l’immobilismo dei vertici promuovendo una “mobilitazione dal basso”. L’iniziativa, denominata “Un sogno per Torino”, è promossa dall’avvocato Luca Olivetti e ha come “obiettivo primario quello di creare un movimento politico-culturale nell’ambito del centrodestra volto alla realizzazione di un programma comune per il rilancio di Torino e la individuazione di un candidato a sindaco (di area moderata liberale) in tempi ragionevolmente rapidi”. A far parte del nucleo promotore, che si ritroverà questa sera per definire tappe e calendario, vi sono professionisti, manager, piccoli imprenditori: esponenti di quel mondo che sulla sponda opposta si chiamerebbe “società civile”. «Ma non siamo contro i partiti – spiega Olivetti, un passato nel Fuan e una storica amicizia con Agostino Ghiglia, recentemente rotta con la decisione di non seguirlo in Fd’I -. Solo che riteniamo che  rilancio deve partire dai contenuti e dal metodo, per questo verificheremo le sensibilità e gli obiettivi in una serie incontri». E quattro sono al momento i politici “giovani” individuati come potenziali interlocutori: Silvio Magliano (Ncd), Maurizio Marrone (Fd’I), Andrea Tronzano (FI) e Fabrizio Ricca (Lega Nord), attuali consiglieri comunali che «hanno aderito al nostro progetto mantenendo le loro appartenenze politiche».

Nulla di preconfezionato e, soprattutto, niente verrà calato dall’alto. Inoltre nessuno tra i promotori potrà ambire a incarichi pubblici, limitandosi a esprimere esclusivamente la propria passione civica. «La nostra azione è improntata al modello della “democrazia partecipativa” che significa non solo coinvolgere i cittadini in assemblee e incontri pubblici ma raccogliere da loro contributi, proposte e osservazioni». Un lavoro che porterà nei prossimi giorni ad aprire «un negozio della politica cittadina» e nel prossimo anno a dar vita a una convention nella quale sette testimonial «racconteranno come vedono il futuro di Torino a partire dalle rispettive esperienze di successo». Tra i sogni di Olivetti c’è, magari inconscia, la voglia di candidarsi a sindaco? «Lo escludo in maniera categorica, la nostra funzione è piuttosto quella di levatrice di una nuova classe di amministratori».