Altro che multe illegittime. Per il Comune sono regolari – Il Giornale del Piemonte

Altro che multe illegittime. Per il Comune sono regolari – Il Giornale del Piemonte

Tronzano contesta la validità delle sanzioni del Commercio

Secondo gli uffici la notifica e l’emanazione degli atti possono anche non coincidere. Resta il caso della firma fuori tempo del dirigente

Palazzo civico liquidala querelle delle sanzioni «fasulle» del settore Commercio dei Vigili affermando che sono «perfettamente legittime», anche se «la notifica non coincide con l’emanazione», ma soprattutto il Comune afferma «la buona fede» del dirigente in pensione che avrebbe firmato le contravvenzioni «consapevolmente». Si tratta di una montagna di multe: l4mila, per un ammontare di 600mila euro. Facendo un calcolo, ne avrebbe dovute firmare 2mila al mese per sette mesi consecutivamente. In commissione controllo di gestione la querelle si chiude così, o meglio si chiude per conto del Comune. Perchè in realtà Andrea Tronzano, di Forza Italia, che ha sollevato il caso, non è affatto convinto della correttezza della condotta dell’amministrazione. «Per prima cosa ci sono dei ricorsi e vedremo come andranno a finire, dopodichè accogliamo le spiegazioni degli uffici con grande rispetto, ma dubito fortemente che le sanzioni possano essere considerate valide con una firma postuma, poichè in questo caso il cittadino non sa a chi rivolgersi in caso di contestazione, senza contare che la legge dice che la notifica e l’emanazione della sanzione devono coincidere». Resta insomma il dubbio che i torinesi abbiano pagato contravvenzioni illegittime. Ora, che ci siano anomalie perla convalida degli atti, oppure si tratti di errori materiali non importa: continuano a essere a rischio le contravvenzioni elevate dal settore Commercio d ei vigili urbani – come denunciato un mese fa da II Giornale del Piemonte e notificate anni dopo, con la firme di un dirigente non più tra le fila del Comune in quanto andato in pensione. Se fossero impugnate tutte, il Comune potrebbe perdere una montagna di soldi. Una ventina di queste multe sono state impugnate presso il giudice di pace dopo la nostra denuncia. Il caso esploso un mese fa e approdato in commissione controllo di gestione fa un gran baccano dentro Palazzo civico, in imbarazzo per non essere riuscito a fornire una spiegazione convincente per quanto accaduto, ovvero se era giuridicamente possibile, codice alla mano, traslare la firma elettronica di un dirigente in pensione su sanzioni del settore amministrativo mai notificate a partire dal 2010. La domanda delle cento pistole, che adesso rimbomba in Comune, dopo la denuncia di un corvo all’interno del Comando dei vigili, è se la firma del dirigente in questione poteva essere considerata valida oppure no, perchè in caso contrario le sanzioni potrebbero essere impugnate, e di conseguenza non incassate dal Comune, il che provocherebbe un danno non da poco oltre al fatto di essere di per sè grave, per il fatto che a corollario di questa storia ci sarebbero perfino deprecabili azioni di «mobbing» da parte di alti funzionari del Comando contro alcuni dipendenti che avevano messo in guardia la dirigenza sull’illegittimità della procedura. Procedura che non a caso Soris ha ritenuto illegittima, e che ha ritenuto di non mandare avanti, ma che alla fine nonostante questo è stata costretta a fare su indicazione dei Vigili.

Il dirigente Roberto Mangiardi della polizia municipale sostiene di aver informato la Procura (salvo poi scoprire che ha fatto una denuncia per diffamazione) in quanto delle scelte dal 2010 in avanti non era al corrente, poichè arruolato a Genova in un altro incarico. In commissione, interrogato dai consiglieri, ha affermato di «non aver informato» il collega Conigliaro (che all’epoca si dimenticò di notificare le sanzioni) il quale avrebbe continuato ad apporre la sua firma su migliaia di atti pur non essendo più in carica dal 2010, in quanto convito che «mantenere la firma di chi ha avviato il procedimento è legittimo». Considerazioni che ha messo nero su bianco nelle 13 pagine inviate al direttore generale. All’interno del Comando però c’è un altro dirigente, ovvero Cassi, che sostiene una tesi opposta a quella di Mangiardi, ovvero che «che ci deve essere certezza della volontà di chi firma l’atto» citando sentenze della Corte di Cassazione del 1997, 2001, 2007, 2009, 2010 «poichè altrimenti si esporrebbe la Città ad un eventuale danno in quanto i cittadini hanno il diritto di conoscere contro chi fare ricorso». [A. Costa]

DUBBIO Andrea Tronzano di Forza Italia, che ha sollevato il caso, non è affatto convinto della correttezza della condotta dell’amministrazione. «Ci sono dei ricorsi e vedremo come andranno a finire»

16.01.15_GiornalePiemonte_Multe