Bare a pezzi, crocefissi nel fango. Sfregio alla memoria dei defunti – CronacaQui

Bare a pezzi, crocefissi nel fango. Sfregio alla memoria dei defunti – CronacaQui

Discarica al cimitero. Le bare fatte a pezzi. Crocefissi tra i rifiuti

La catasta dietro la “Collina della memoria”. Anche i fiori dei parenti finiscono nel fango

Bare con interni in zinco, crocifissi che annegano nel fango, fiori scaraventati a terra senza alcun pudore. Ricordi di vite passate accatastati in un angolo sperduto del cimitero Parco di Torino. Trattati come rifiuti, dispersi, lontani dagli occhi del mondo. Una discarica della vergogna sigillata tra le mura del camposanto di Mirafiori. Un orrore che qualche curioso, nelle scorse ore, ha denunciato all’altra città, a quella dei vivi.

La strada che conduce alla catasta dei feretri fatti a pezzi comincia dal civico 89 di via Pancalieri, un ingresso laterale che si lascia alle spalle il vecchio ossario e la cappelletta Tarino. Quel che nessuno mai si immaginerebbe è proprio lì vicino, dietro la zona soprannominata “collina della memoria”. Ma dove, ironia della sorte, la memoria è stata calpestata, cancellata, infangata. Un cancello abbattuto e una stradina sterrata conducono al luogo del non ritorno, ai margini del camposanto. Intorno il nulla: verdi prati, segni di scavi e il passo felpato di alcune mini-lepri. La discarica non si vede da lontano, coperta dalle montagne di fango. Ed è solo una volta arrivati alla fine di un percorso che sembra infinito che ci si trova davanti ad una montagna di ricordi.

Un camion che pare inutilizzato da tempo nasconde crocifissi e vecchie bare impolverate e semidistrutte. In una si scorge il nome di Aurelio Lanfranchi, scomparso nel 1972. A fianco una targa e il nome di Benito Lunetta: data di morte giugno del 2002. Memorie accatastate nel fango insieme ad un crocifisso che chiede pietà e quei marmi trattati con spregio e sufficienza. Per terra, tra le pozzanghere e le assi in legno, i mazzi di fiori che i parenti hanno portato in passato ai loro cari. Ammassati tra le tombe con un mancanza di umana sensibilità da rabbrividire.

«Sicuramente non ci immaginavano di vedere la memoria dei nostri cari oltraggiata e abbandonata al suolo» racconta uno dei cittadini che hanno svelato la vergogna. Ricordi confinati forse non a caso in un angolo sperduto. Immagini inquietati anche per il consigliere comunale di Forza Italia Andrea Tronzano, intenzionato a far luce sulla vicenda. «Quello che ho visto è inquietante – spiega Tronzano -. Se questa è la gestione dei rifiuti cimiteriali non voglio immaginare cosa succeda con la gestione complessiva dei servizi cimiteriali da parte di Afc. Trovo molto grave quanto avvenuto, innanzitutto per il mancato rispetto della legge». E se da un lato spicca la richiesta di un responsabile della sicurezza dall’altro piangono al fondo di via Pancalieri i parenti che hanno visto il ricordo dei propri cari sprofondare negli abissi del degrado. In attesa che la sofferenza di quelle sepolture trattate come immondizia trovi finalmente giustizia. E un ricordo ben più degno. (P. Versienti)

21.03.15ToCronaca_Cimiteri