Fassino taglia le Circoscrizioni ma la riforma non piace a Lega e FI che fanno ostruzionismo. Contro i nuovi quartieri presentati 80mila emendamenti
La fabbrica dell’emendamento non è un’esclusiva di Roberto Calderoli. Certo, il parlamentare leghista ha aperto la strada con il suo tentativo di bloccare la riforma del Senato con 72 milioni di emendamenti, ma anche a Torino l’ex ministro delle riforme ha trovato degli allievi degni. Della Lega Nord ma non solo.
Nel capoluogo torinese c’è da opporsi al ridisegno dei quartieri. La manovra pensata dal sindaco Fassino e dall’assessore Passoni non è piaciuta all’opposizione. E così Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno pensato di sfornare emendamenti a raffica con l’obiettivo di bloccare il disegno del centrosinistra e, in parole povere, di fare ostruzionismo per una riforma da cui si sentono tagliati fuori. Il progetto ridimensiona la suddivisione di Torino, con le Circoscrizioni che diminuiranno da dieci a sette e alle quali saranno affidati più poteri rispetto alla situazione attuale. La riforma, a dirla tutta, non è ancora stata digerita dalla maggioranza, ci sono nuovi equilibri da trovare ma lunedì ci sarà la resa dei conti finale in Consiglio comunale, dove approderanno i 70 mila emendamenti presentati dai leghisti Ricca e Carbonero; gli ottomila di Forza Italia e i settemila di Fratelli d’Italia. «Una cambiamento della città non condiviso e forzato a colpi di maggioranza, che non taglia ma che blinda i centri di potere del Partito Democratico al quale garantisce di rivincere le prossime elezioni», è l’attacco che arriva dagli esponenti del Carroccio. Per Forza Italia, invece, come spiega Andrea Tronzano, le Circoscrizioni o si mantenevano o si cancellavano tutte. (…)
Tra la raffica di emendamenti e qualche mal di pancia interno alla maggioranza, la riforma sul decentramento amministrativo di Torino non è detto che abbia un esito scontato. Da lunedì la battaglia si sposta sugli scranni del consiglio. [M. Mercuriali]
