Chiusure e tagli per i reparti «Assistenza sotto la media» – ToCronaca

Chiusure e tagli per i reparti «Assistenza sotto la media» – ToCronaca

Liste d’attesa «tra le più lunghe d’Italia», se non «interminabili» per prestazioni e «interventi di tumore alla mammella» o «al colon retto». Un «taglio di 1.650 posti letto» che «porterà il Piemonte ad avere 2,6 posti letto per ogni 1.000 abitanti», mentre «il parametro previsto dalla legge è di 3 ogni 1.000 abitanti». Una razionalizzazione della rete ospedaliera «che fa acqua da tutte le parti con conseguenti aumenti della disoccupazione e riduzioni di servizi». È l’impietosa fotografia scattata da Lega Nord e Forza Italia alla riforma del sistema sanitario deliberato dalla Regione.

«Già nel 2013, quando i posti letto erano 3 ogni 1000 abitanti, il Piemonte era sopra la media nazionale per le liste di attesa su tumori al seno: 36,5 giorni contro la media nazionale di 23,7, alla prostata: 41,3 giorni contro 35,9, al colon retto: 28,8 giorni contro 19,8, all’utero: 26,3 giorni contro 21, protesi all’anca: 66,5 giorni contro 37,2» come denunciano Fabrizio Ricca e Roberto Carbonero, consiglieri del Carroccio in Sala Rossa, insieme con il consigliere di Palazzo Lascaris, Alessandro Benvenuto, alleati con Forza Italia e il capogruppo di Palazzo Civico, Andrea Tronzano, il commissario Roberto Rosso e la vicepresidente del Consiglio regionale, Daniela Ruffino. «Il taglio programmato sulle cliniche private convenzionate del 42% dei posti letto per gli interventi chirurgici determinerà, oltre ad un calo delle prestazioni pubbliche a carico dei cittadini, una drammatica ricaduta negativa sull’occupazione: oltre 1.500 addetti rimarranno a casa, senza poter utilizzare la cassa integrazione», con «ulteriori costi a carico del sistema del welfare e ulteriori costi a carico della sanità piemontese o, comunque, nessun risparmio a fronte di ulteriori disservizi, a seguito dell’aumento della mobilità passiva ovvero tanti cittadini piemontesi andranno a curarsi fuori Regione». La riforma, inoltre, «penalizzerà le donne», spiegano da Lega Nord e Forza Italia, ricordando come «il Tar abbia bocciato su tutta la linea la razionalizzazione». Poche le soluzioni intraviste dai due partiti di opposizione. «Si deve ricalcolare il fabbisogno usando i criteri previsti dalla legge» perché «se si correggessero questi errori ci sarebbe l’azzeramento del taglio dei posti letto e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza». Nel frattempo, però, «occorre sospendere la redazione di nuove delibere in attuazione riforma fino a sentenza del Tar – prevista ad ottobre – perché pare assurdo che se ne facciano di nuove prima di quella data». [en.rom.]
04.07.15_ToCronaca_Sanità