Dalla roulotte all’alloggio, il dibattito in Sala Rossa – CittAgorà

Dalla roulotte all’alloggio, il dibattito in Sala Rossa – CittAgorà
Approvata dal Consiglio comunale la delibera riguardante un progetto abitativo per sostenere l’inclusione sociale dei nomadi

alle porte della cittàLi credevamo liberi di girare il mondo. Forse, per questo, li invidiavamo persino un po’. Ma anche i nomadi cambiano. Ad una vita di continui trasferimenti, con imprevisti e incertezze oggi preferiscono stabilizzarsi nelle nostre città.  Questo vale soprattutto per coloro che sono giunti in Italia sfuggendo alle guerre nella ex Jugoslavia. Alcuni di loro lavorano, i bambini vanno a scuola. Ma resta senza soluzione il problema della casa.
Un’opportunità in più, però, ci sarà, almeno per una cinquantina di famiglie. Il Consiglio comunale ha infatti approvato una delibera che prevede la costituzione di una “associazione temporanea di scopo” che permetterà di ricevere dal Governo 750 mila euro finalizzati a dare alcune risposte alle esigenze abitative di famiglie Rom, Sinti e Camminanti.
Il progetto, denominato “Abit-azioni”, sarà possibile grazie al finanziamento previsto da un bando del Ministero della Solidarietà sociale del settembre scorso, finalizzato a favorire l’inclusione sociale dei migranti con le loro famiglie, al quale la Città ha partecipato, coinvolgendo anche tre associazioni operanti sul territorio cittadino, le cooperative Stranidea e Animazione Valdocco e l’associazione italiana Zingari oggi.
Le famiglie in condizioni precarie, individuate dall’Ufficio stranieri e nomadi tra quelle che hanno dimostrato la volontà di integrarsi in città, avendo magari alle spalle una formazione lavorativa e bambini che frequentano la scuola, attraverso un percorso di assistenza sociale e con l’aiuto di mediatori culturali, potranno affittare un alloggio da privati cittadini.
Il finanziamento consentirà anche di far fronte ad eventuali insolvenze e a sostenere i costi di riparazione di eventuali danni arrecati alle abitazioni.
La delibera è stata votata dopo oltre cinque ore di dibattito. La Lega Nord e Alleanza Nazionale hanno presentato oltre 1800 emendamenti.

Di seguito sono riportate le dichiarazioni di voto dei consiglieri e la conclusione del sindaco.
donne nomadi in cittàRoberto Ravello, Alleanza nazionale: il nostro intento era di opporci ad una delibera che riteniamo offensiva verso i cittadini torinesi, anche stranieri, che sono in difficoltà. Volevamo evitare una discriminazione anche verso altre famiglie di nomadi.
Mario Carossa, Lega Nord: Sono assolutamente contrario. Abbiamo enormi dubbi di merito su chi saranno coloro che utilizzeranno questi alloggi. Saranno nomadi vecchi e già integrati o appena arrivati in città? A chi è diretta questa delibera non si sa. Mi preoccupa il pericolo di forte attrazione che questa delibera può avere verso altri nomadi che possono ingenuamente pensare di arivare in città a trovare una casa anche loro.
Andrea Tronzano, Forza Italia – PdL: complimenti a Carossa e Ravello, per l’impegno profuso su questa delibera, sulla quale esprimo un giudizio contrario.
Ennio Galasso, Italia dei Valori, citando Michele Salvati: la legalità e la solidarietà devono reciprocamente arricchirsi. Lo Stato deve amministrare con grande rigore per non alimentare un clima di xenofobia.
Andrea Giorgis, Partito democratico: C’è un finanziamento nazionale. Lo vogliamo rifiutare? E’ una piccola occasione, perché non coglierla? La possibilità di scolarizzare i bambini e di trovare lavoro per gli adulti è favorita da una soluzione abitativa come quella proposta dalla delibera. Un inserimento nella società a costo zero per la città, che deve solo preoccuparsi di allestire un accompagnamento alla locazione.
Domenico Gallo, Comunisti italiani: Una civiltà democratica non può reggersi sulla paura. Siamo di fronte ad un progetto per inserire in abitazioni private cinquanta famiglie già conosciute, seguite dai servizi della Città, inserite nella scuola e nel mondo del lavoro. Perché averne paura? Propongo all’assessore Borgione l’istituzione di un mediatore sociale per accompagnare le famiglie nell’inserimento e monitorare costantemente l’evoluzione del progetto.
Monica Cerutti, Sinistra democratica: La delibera non è la soluzione del problema ma rappresenta un orientamento diverso rispetto all’attuale imbarbarimento culturale della nostra società.
Carlo Zanolini, Ambiente e Italia: Io mi atterrei alla delibera in modo tecnico e asettico. Ci sono finanziamenti del governo per un progetto. I finanziamenti non si rifiutano mai. A condizione però che si crei una associazione temporanea di scopo. Mi auguro che una volta terminato l’iter della delibera, si facciano effettivamente i controlli.
Luca Cassano, Rifondazione comunista: E’ un momento delicato nel nostro Paese, che vive un pesante clima di intolleranza. Serve costruire un argine democratico alla deriva in corso. Tutti gli enti locali dovrebbero seguire l’esempio di questa delibera. La sfida comune dovrebbe essere quella dell’estensione dei diritti.
Sergio Chiamparino, sindaco: Complessivamente la discussione mi è sembrata utile e produttiva. Siamo per la politica della mano tesa per chi è disposto ad accettare un processo di inserimento (scuola, lavoro) e della mano ferma verso chi minaccia la sicurezza. Mi sembra una linea ovvia, ragionevole e condivisa, portata avanti anche dall’attuale governo. Un progetto, in definitiva, che può aiutare la crescita della coesione sociale.

Nelle foto: uno dei campi allestiti alle porte della città e – in basso – donne nomadi a Porta Palazzo

F.D’A.