Gtt, quando abbonarsi è un’epopea – Il Giornale del Piemonte

Gtt, quando abbonarsi è un’epopea – Il Giornale del Piemonte

TRASPORTO PUBBLICO (Dis)servizi al cittadino

Ore di coda al freddo per una tessera. Tronzano: «Per i disoccupati uno Sportello da terzo mondo»

A Torino chi non ha un lavoro può viaggiare su tram e bus con lo sconto. Sempre che riesca a superare il percorso a ostacoli messo in piedi da Gtt. Già, perché ottenere un abbonamento per disoccupati è tutt’altro che semplice. Sul sito web del Gruppo torinese trasporti si può acquistare di tutto: dalla cena sui battelli Valentino e Valentina alla serata gastronomica sul«Ristocolor» e «Gustotram». È sufficiente avere una carta di credito, et voilà: in pochi minuti il biglietto è pronto. Per comprare l’abbonamento semestrale riservato ai cittadini residenti a Torino rimasti senza un impiego, invece, ci vanno ore e ore di attesa. Per di più, all’addiaccio. Innanzitutto, è necessario munirsi di «tessera nominativa». La primi coda la si deve fare dunque allo Sportello per il rilascio delle tessere per disoccupati, in corso Giulio Cesare 11/E, che rimane aperto dal 10 di ogni mese, agosto escluso, per i successivi 10 giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì dalle 8.15 alle 16.15. E non tutti quelli che si mettono in coda hanno la certezza di ottenere il documento. La tessera, che ha validità annuale, viene erogata infatti a un massimo di 150 persone al giorno. I fortunati che riescono a ottenere il ticket, al costo di 3 euro, devono poi armarsi di pazienza e affrontare ogni sei mesi una nuova coda per il rilascio dell’abbonamento, che costa 18 estro e non può essere sostituito o rimborsato in caso di smarrimento. L’acquisto può essere effettuato solo dai diretti interessati e non è possibile delegare. Risultato: in coda davanti all’ufficio di corso Giulio Cesare non è raro trovare coppie e intere famiglie. Ma a rendere l’impresa ancora più ardua sono soprattutto le condizioni dell’attesa.

A denunciare la situazione è il consigliere comunale Andrea Tronzano, che dopo un sopralluogo al centro Gtt di corso Giulio non ha esitato a definirlo uno «sportello da terzo mondo».«Il servizio di raccolta è attivo solo undici giorni al mese – spiega l’esponente di Forza Italia – e le persone sono costrette ad attendere per ore all’aperto, sia in estate sia in inverno. Molti, tra cui anche diverse mamme con i bimbi nel passeggino, si mettono in coda già alle sei e mezza del mattino. Qualcuno, i più anziani soprattutto, si portano addirittura dietro mia seggiola da casa». Già, perché delegare è impossibile: chi vuole l’abbonamento deve presentarsi di persona. Anche se fa freddo, anche se lo aspettano ore e ore di coda. «E anche quando le persone in attesa sono numerose, lo sportello aperto è comunque quasi sempre uno solo», fa notare Tronzano. Su tutto regna la più compieta disorganizzazione. «Ad accogliere la gente – spiega il consigliere – c’è una persona, non meglio qualificata, che annota su un foglio l’ordine di arrivo e poi la consegna a un addetto Gtt che, attorno alle 7.30, esce dall’ufficio e, senza tutelare in alcun modo la privacy delle persone, chiama il nome e cognome segnato dal suo “aiutante”. Se la persona chiamata risponde, le consegna un bigliettino su cui c’è il numero di prenotazione. Subito dopo, un altro “addetto” consegna a ciascuno un “Modulo di richiesta – tessera personale disoccupati rete urbana di Torino” su carta intestata, ironia della sorte, “Gtt Commerciale e Marketing”».

A quel punto comincia una nuova attesa, che può durare anche fino alle 16.15. «E può accadere pure di peggio – prosegue il consigliere-. Perché se un richiedente non sa che il reddito massimo per accedere a questa tessera e abbonamento è di 4mila e 200 euro, deve tornare un altro giorno». Sul modulo che viene consegnato di fronte allo Sportello, infatti, non c’è scritto assolutamente nulla di questo limite.
«Ma è possibile che nel 2014 non ci siano spazi adeguati di accoglienza o non sì possa fare la procedura su internet? – chiosa Tronzano -. È uno scandalo: chi più ha bisogno in questa città peggio è trattato». (E. Basile)

19.02.14_GiornalePiemonte_Abbonamento Gtt