Guerra sulle cremazioni. Ricorso alla Corte dei Conti – La Stampa

Guerra sulle cremazioni. Ricorso alla Corte dei Conti – La Stampa

Corte dei Conti, Antitrust e chi più ne ha più ne metta. L’affaire – cremazioni, da sempre monopolio della Socrem, oltre a essere una affare in senso economico, sta diventando una questione di Stato. A evocare la magistratura contabile, quella che controlla se i soldi pubblici sono stati spesi bene e se i beni comuni sono stati tutelati fino in fondo, è il capogruppo di Sel in Comune. Mentre a chiedere che si esprima l’Autorità garante della concorrenza e del mercato è l’assessore Lo Russo il quale, oltre all’Urbanistica, ha la delega ai cimiteri. La mossa del primo è dichiaratamente provocatoria: Curto adombra l’influenza della Massoneria nella «melina» che, a suo giudizio, farebbe Palazzo Civico per non attaccare il baluardo ideologico ed economico dei «grembiulini», fondatori della Socrem. La mossa del secondo è invece quella di chi, disponendo di pochi soldi, vuole fare le cose per benino evitando anche di esporsi a lunghe battaglie giudiziarie.
Dead line il 31 dicembre
«Un Tar non lo si nega a nessuno» chiosava ieri in commissione Bilancio il consigliere La Ganga, pure lui Pd. Tempi lunghi che diventerebbero un problema perché entro il 31 dicembre il Comune deve adeguarsi alla legge sui servizi pubblici a rilevanza economica, qual è la cremazione, che impone vengano assegnati con una gara. E non dati direttamente come nel caso della Socrem la quale «è» la cremazione in Italia e sta nel Cimitero Monumentale torinese dal lontano 1883. Lì ha costruito il tempio e i cinque forni crematori che in un anno bruciano oltre 2.500 salme oltre ai resti degli estumulati senza famiglia, un servizio che il Comune, nel 2013, ha pagato 800 mila euro. Dunque, la puntuale esposizione dell’assessore («Non ho una soluzione preferita») ha messo in evidenza, tra l’accusa di «esproprio proletario» lanciata da Tronzano di Forza Italia e quella di inconfessabili interessi di Curto, le possibili strade da percorrere. La prima: individuare nel Monumentale un nuovo sito dove creare un altro tempio e relativi forni e bandire una gara aperta a chiunque, anche a Socrem la quale, però, potrebbe aprire un contenzioso sul suo tempio costruito su un terreno pubblico ma a sue spese.
Comune senza soldi
Ancora: fare una gara «usando» il tempio esistente e scaricando sul vincitore l’onere di rifondere la Socrem. Mossa ardita che richiede il consulto all’Antitrust, peraltro già partito. Terza strada: espropriare il tempio alla Socrem, indennizzarla e affidare all’Afc, la società del Comune che si occupa dei cimiteri, l’incarico di fare lei le cremazioni. Il problema – irrisolvibile – è che Afc non ha soldi per indennizzare Socrem. Alla fine, l’accesa discussione ha partorito un’idea, subito battezzata «Il lodo dei 4»: affidare il servizio ad Afc che si potrebbe convenzionare con Socrem per affidarle il compito di continuare a fare ciò che già fa dal lontano 1883. [B.Minello]

29.03.14_Stampa_Socrem