Il sindacato di polizia: «Leggi non efficaci» – CronacaQui

Il sindacato di polizia: «Leggi non efficaci» – CronacaQui

Il titolo diceva tutto: “la sicurezza dei cittadini nell’inefficacia delle leggi e nell’autorevolezza delle forze dell’ordine”. Con questo spirito, ieri mattina, si è svolto l’ottavo congresso provinciale organizzato dalla Siulp di Torino, uno dei più rappresentativi sindacati delle forze dell’ordine. Tra i partecipanti, oltre al segretario provinciale, Eugenio Antonio Bravo, anche il nuovo questore Francesco Messina e una vasta schiera di rappresentanti politici, dai democratici Stefano Esposito, Nadia Conticelli, Paola Bragantini e anche ANDREA TRONZANO di Forza Italia.

Nel corso del congresso si è cercato di approfondire il fenomeno dell’insicurezza dei cittadini, soppesando l’efficacia delle leggi e l’autorevolezza delle forze dell’ordine, a partire dalla certezza della pena.

«Due sono i termini abusati che compromettono la concezione penale del paese: il garantismo e la tolleranza» ha affermato Bravo davanti a una platea gremita. «Concezioni di sicuro positive che, però, andrebbero rivalutate nel tempo della società in cui si vive». Una società che a Torino, a livello di sicurezza, da tempo si scontra con diversi problemi irrisolti. Uno di questi riguarda l’immigrazione e secondo il Suilp si tratta di un problema identificabile in un luogo ben preciso: l’ex Moi di via Giordano Bruno. «Il timorato immobilismo del Comune – ha detto Bravo – e le complesse garanzie tecniche offerte dallo Stato, rappresentano l’impotenza del nostro Paese nel risolvere un problema che secondo noi non può terminare con una resa. Non è mia intenzione – ha poi aggiunto – rappresentare uno scenario a tinte fosche ma siamo tutti consapevoli che se le cose non cambieranno, le proposte per contrastare i fenomeni criminali potrebbero diventare molto più estreme». E per tentare il di arginare un problema, quello dell’illegalità che prolifera tra gli immigrati, il sindacato ha anche avanzato una proposta. «In una società dove la vita delle persone si misura con punteggi, si potrebbe prevedere per i primi anni un permesso di soggiorno a punti che tenga conto degli illeciti penali o amministrativi commessi dagli immigrati regolari, l’azzeramento dei quali potrebbe prevedere l’espulsione dall’Italia». [l.d.p.]