La battaglia dei ticket restaurant – La Stampa

La battaglia dei ticket restaurant – La Stampa

Il Comune cambia l’appalto per i buoni pasto ai dipendenti spendendo un milione in meno, protestano i locali. Il nuovo gestore dimezza gli esercenti convenzionati. “Condizioni capestro, in bilico centinaia di posti di lavoro”

Da lunedì per i quasi 11 mila dipendenti del Comune cambia tutto. Nuovo gestore dei buoni mensa, nuovi bar, ristoranti e tavole calde convenzionati. E qui sorge il primo problema: saranno meno della metà rispetto a oggi, da 2.067 a 1.000. Conseguenze? Almeno due. La prima riguarda i lavoratori di Palazzo Civico e i sindacati, già in agitazione: «Abbiamo chiesto un incontro urgente all’amministrazione, perché la situazione rischia di produrre non pochi disguidi», spiega Claudia Piola, della Cgil. La seconda è ben più pesante: ci sono oltre mille attività che vedranno diminuire drasticamente (almeno a pranzo) la clientela. Ballano diverse centinaia di posti di lavoro.

Il nuovo appalto
Che cosa è successo? Il Comune ha dovuto rinnovare l’appalto per i buoni pasto. Ha indetto una gara, vinta dalla Cir, società che già gestiva i ticket restaurant. La seconda classificata, però, si è messa di traverso: QuiTicket ha scritto una lettera annunciando di voler offrire il servizio alle condizioni dell’appalto Consip, più vantaggiose per Palazzo Civico. Consip è una società pubblica che fa da centrale di committenza nazionale, ovvero fa mega gare d’appalto cui possono aderire tutti gli enti pubblici con lo scopo di ridurre drasticamente i costi. E il Comune ha fatto marcia indietro: ha revocato l’appalto a Cir e l’ha affidato a QuiTicket. (…)

Il buono pasto dei dipendenti di Palazzo Civico vale 7 euro. Il precedente gestore intascava 1’8,45% lasciando il resto al singolo bar o ristorante. Il nuovo s’è aggiudicato l’appalto proponendo di tenere per sé soltanto il 4,85% e garantendo al Comune uno sconto del 18% sulla base di gara, circa un milione l’anno su un appalto che ne vale 5,5. Detta così sarebbe un successone: Palazzo Civico risparmia, i gestori dei bar guadagnano di più. Non è detto che sia così.

Esercenti sulle barricate
L’unica certezza è che la città spenderà meno. Sul resto, i dubbi sono molti. A cominciare dal fatto che QuiTicket caricherà su bar e ristoranti servizi aggiuntivi. «Alla fine si prenderanno non il 4,85%, ma il 13-15% dell’incasso», sostengono gli esercenti. Insomma, QuiTicket recupererebbe dai commercianti lo sconto concesso al Comune. E i mille sopravvissuti guadagnerebbero meno di prima. Per non parlare di tutti quelli che sono rimasti tagliati fuori. Con situazioni bizzarre: intorno a Palazzo Civico, ad esempio, sono rimasti non più di tre bar accessibili. È fuori gioco anche Gaetano, lo storico barista che riesce a far arrivare il caffè ancora caldo negli angoli più remoti di Palazzo Civico. E, come lui, il gestore del bar interno al Palazzo dei lavori pubblici. Alcuni esercizi avevano un giro d’affari di 15 mila euro. L’Ascom ha deciso di dare battaglia. I funzionari dell’Epat, guidati da Gerardo Troccoli, le stanno tentando tutte. Da tempo hanno un contenzioso aperto con QuiTicket. Motivo? Pagamenti ritardati, fatture annullate. Anche il capogruppo di Forza Italia in Comune, Andrea Tronzano, solleva il caso: «L’amministrazione verifichi la sostenibilità dell’offerta e se corrisponde al bando di gara. Sono in ballo centinaia di posti di lavoro». (…)

[A. ROS.]
27.11.14_Stampa_Ticket