“La chiusura delle tv locali sacrificherà 400 lavoratori” – CronacaQui

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Metà delle emittenti televisive torinesi è a rischio chiusura e per un centinaio di dipendenti nella sola provincia di Torino, quattrocento circa in tutto il Piemonte, si profila la perdita del lavoro o della cassa integrazione. «Una vera e propria emergenza democratica» secondo il presidente del Corecom Piemonte, Bruno Geraci, che ha chiesto anche ai capigruppo e i consiglieri comunali della commissione Lavoro la convocazione urgente di un tavolo di crisi», dopo aver avanzato la stessa richiesta in Regione alla fine di gennaio. Quintarete, Grp, Telestudio, Videogruppo e Telesubalpina, che potrebbe chiudere a metà anno, sono in difficoltà finanziarie «a causa dei massici investimenti economici per il passaggio dall’analogico al digitale terrestre», la cui causa sempre secondo Geraci sarebbe in media di un milione di euro per emittente, e «la crisi economica che ha fatto diminuire drasticamente gli investimenti pubblicitari». Ma la preoccupazione di Geraci riguarda anche la Rai, le cui trasmissioni regionali non sono ricevute da circa 600/700mila piemontesi, nelle province del Vco, Vercelli e Novara, oltre che in alcune zone collinari torinesi e astigiane e in una parte della provincia di Alessandria. «Il problema è dovuto al fatto che sul canale 22 che lancia il segnale della Rai Piemonte coesiste anche il segnale di Tele Libertà, televisione locale che serve la Lombardia». Sulla questione dei contributi a chiedere maggiore chiarezza è il capogruppo del Pdl in Sala Rossa, Andrea Tronzano. «Soprattutto in tempi di crisi occorre la massima trasparenza nell’assegnazione dei contributi e quindi nella formazione delle graduatorie facendo in modo che il Corecom possa controllare la veridicità dei dati forniti dalle tv locali». Secondo Tronzano, infatti, «occorre che la Regione o lo Stato diano ai Corecom questa facoltà per evitare che dipendenti in carico a tv private, attraverso la semplice trasmissione del numero di matricola al Corecom, facciano poi un altro mestiere in un’altra azienda dell’editore e non siano realmente all’interno della struttura ovvero si danneggiano le tv che realmente hanno nelle loro fila giornalisti pubblicisti o professionisti, tecnici e altro personale». Per questo, anche il gruppo consiliare del Pd ha appoggiato la richiesta di Geraci, chiedendo il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali e le rappresentanze sindacali di categoria al tavolo di crisi, per trovare «una soluzione all’emergenza occupazionale e garantire il pluralismo dell’informazione piemontese e torinese». Il Comune di Torino non starà a guardare, come assicurano il vicesindaco Tom Dealessandri e il presidente del consiglio comunale Giovanni Maria Ferraris. « Siamo senza dubbio in una situazione di sofferenza. Si può aprire un tavolo sull’argomento con Regione Piemonte, Provincia di Torino e Comune di Torino e rappresentanze sindacali» ha commentato Dealessandri, mentre Ferraris proporrà «un documento, da condividere con tutto il consiglio comunale». [E. Romanetto]

02.03.12_ToCronaca_Tv locali