L’abuso distrugge il diritto – Case occupate annientano il concetto di proprietà – NewsItalia Live

L’abuso distrugge il diritto – Case occupate annientano il concetto di proprietà – NewsItalia Live
L’ABUSO DISTRUGGE IL DIRITTO – CASE OCCUPATE ANNIENTANO IL CONCETTO DI PROPRIETA’

E’ attualità, in Italia. L’occupazione abusiva delle case, popolari o private, annienta quello che è un concetto intangibile delle moderne democrazie: la proprietà. Un diritto reale che viene leso in modo inaccettabile. A Torino, così come a Milano o in altre Città, si assiste ad un fenomeno che contrasta ogni principio e va contro la Costituzione. Eppure, la politica della sinistra si rende complice di questo reato tollerando il fenomeno; sempre pronti a manifestare per la tutela dei principi costituzionali purché il presunto violatore sia Berlusconi o il centro-destra; se il reato, reale e non presunto, è compiuto dai compagni si deve tollerare in nome della solidarietà o 18.11.14_Sopralluogo ex MOI3dell’assistenza. Il caso MOI, ex mercati generali, a Torino è eclatante. Centinaia di persone extracomunitarie, senza alcun diritto (non sono profughi!), occupano da anni abusivamente una proprietà del Comune, assumono comportamenti sempre più arroganti, oltrepassano il confine della legalità spacciando, aggredendo, incutendo la paura nei cittadini, e, oltre ogni limite, costringendo i Consiglieri Comunali (io compreso), in sopralluogo per verificare lo stato di fatto degli immobili di proprietà della Città, “a suonare il campanello e a prendere appuntamento” (sic); naturalmente, con la complicità degli onnipresenti e onnipotenti centri sociali. Forza Italia e il centro-destra non possono accettare che la dignità dei cittadini italiani onesti sia calpestata impunemente e chiedono lo sgombero delle case “oKKupate”. Attendere oltre non potrà che aumentare quel clima di indignazione e rabbia nei tanti cittadini italiani onesti che vogliono una sola cosa: che la società in cui vivono abbia dei valori e dei principi non oltrepassabili e che le regole siano per tutti uguali.
Andrea Tronzano