Non avrà un sistema di controllo automatico ma quello scelto da chi si aggiudicherà la gara, secondo le proiezioni dovrebbe trasportare il 30% di passeggeri in più della linea uno ma costerà «quasi il doppio» di quanto si pensava fino al progetto preliminare. Nel 2028, salvo imprevisti e nella migliore delle ipotesi, la nuova metropolitana correrà sottoterra lungo 14,9 chilometri di rotaie, 23 stazioni e potrà contare su una «doppia disponibilità di depositi», tanto a San Mauro, quanto a Orbassano, dove dovrebbe attestare il percorso.
Comincia ad arricchirsi di dettagli lo studio propedeutico alla progettazione della seconda linea di metropolitana, che sarà presentata entro maggio al Ministero dei Trasporti per accedere al finanziamento statale. I lavori dovrebbero partire entro il 2021 e il completamento dell’opera è previsto nel 2028. Sette gli scenari messi a punto da Irteco e rappresentati a Palazzo Lascaris e Palazzo Civico dall’assessora ai Trasporti del Comune, Maria Lapietra. (…) Oltre al tracciato sono state presentate anche le proiezioni sulla domanda potenziale di passeggeri al 2028, data ipotetica per l’inizio dell’esercizio della prima tratta: gli scenari prendono in considerazione i prolungamenti e le diramazioni verso San Mauro, Orbassano e Bengasi. Si va dai 27mila passeggeri l’ora del tracciato di base, di cui 53% da nord a sud, ai circa 36mila del tracciato che comprende tutti i prolungamenti. Inoltre è stato stimato che senza la linea 2 al 2028 la quota di trasporto privato stradale sarebbe circa del 67% e che scenderebbe al 61% anche solo con la tratta centrale di Torino.
«Certamente avessimo avuto le Olimpiadi la realizzazione sarebbe stata accelerata, ora invece dovremmo attendere parecchi anni: l’importante comunque è farla» commenta il consigliere di Forza Italia, Andrea Tronzano, che aveva chiesto la convocazione di Lapietra a Palazzo Lascaris. «Non sprechiamo l’opportunità di arrivare fino a Orbassano e dall’altra parte fino a San Mauro: si decongestionerebbe molto il traffico di quelle zone che per noi è un imperativo assoluto» sottolinea ancora Tronzano. (…) [E. Romanetto]
