Mille richieste di adozione per i cani salvati in via Martorelli, ma spunta un giallo sul Comune – Diario di Torino

Mille richieste di adozione per i cani salvati in via Martorelli, ma spunta un giallo sul Comune – Diario di Torino

Mail, telefonate e visite al canile da tutta Italia. I cani che vivevano nell’alloggio-gabbia potrebbero essere vicini a una nuova vita. Intanto però si scopre però che il Comune di Torino sapeva già da due anni di quell’appartamento

Per i 32 cani salvati dall’alloggio «gabbia» di via Martorelli 73 sono già arrivate circa 800 mail di richiesta di adozione e innumerevoli telefonate da tutta Italia. Inoltre, nella sola giornata di sabato 6 febbraio, sono state fatte 85 visite in canile da parte di persone interessate al loro affidamento. E’ veramente tantissima la solidarietà per questo caso limite di maltrattamento di animali che ha fatto rapidamente il giro di tutti i media, compresi quelli nazionali. Una vicenda che ha portato all’arresto di una donna (la proprietaria) e che potrebbe non essere ancora finita qui visto che è approdata anche nelle aule del Comune di Torino.

Il Comune di Torino sapeva da due anni
«La questione è sollecitata da due anni», sbotta il consigliere comunale di Forza Italia, Andrea Tronzano, «Nonostante le tante segnalazioni giunte finora non era stato fatto nulla, in particolare sulle verifiche delle condizioni igienico-sanitarie dell’appartamento». Parole che dette ora sanno quasi di beffa visto che il 13 febbraio scorso era stata emanata proprio un’apposita ordinanza nella quale si ordinava ai proprietari di ridurre il numero dei cani da 14 esemplari a un massimo di 5. Ordinanza disattesa in pieno e quei iniziali 14 animali, non sterilizzati, si sono accoppiati. Alcuni sono stati successivamente venduti, ma non tutti e nell’alloggio di via Martorelli ne sono rimasti 32: due Pinscher, un meticcio Pinscher; uno Yorkshire e 28 Pit bull (di cui 4 cuccioli in allattamento).

Dopo il salvataggio una nuova vita per i cani
La proprietaria è stata allontanata per poter effettuare le operazioni di recupero dei 32 cani a inizio febbraio. Le condizioni dell’appartamento in cui vivevano gli animali erano pietose: mancava acqua, luce e gas e per terra non c’era altro se non masserizie e qualunque oggetto ammassato come fosse una discarica. Ora i cani sono al canile di strada Cuorgnè, dove è stato inserito il microchip a quelli non ancora identificati all’anagrafe canina. Il canile è quindi in attesa delle disposizioni in merito della Magistratura e intanto riceve, come detto sopra, telefonate e mail di persone interessate all’adozione e all’affidamento.

[A. Abbattista]