Per più di 7mila cinesi solo 4 funerali l’anno. Mortalità dello 0,06% – ToCronaca

Per più di 7mila cinesi solo 4 funerali l’anno. Mortalità dello 0,06% – ToCronaca

Tra i torinesi il tasso medio è di 18 volte più alto. «Nessun mistero: siamo una comunità giovane»
È uno dei piatti forti di qualunque appassionato di leggende metropolitane. Improbabili storielle di scambi di documenti, corpi fatti sparire nel nulla e identità scambiate per giustificare una morale facile facile: i cinesi non muoiono mai. Ma è una caratteristica comune a qualunque mito urbano quella di nascondere al suo interno un fondo di verità. E di certo, quello riguardante la comunità del Paese della Grande Muraglia pare essere suffragato dai dati raccolti dall’Ufficio Statistica del Comune di Torino. Nel 2013, i cittadini con passaporto della Repubblica Popolare Cinese censiti sotto la Mole sono stati 7.058, ai quali si aggiungono i 39 proventi dalla Cina Nazionalista di Taiwan. Complessivamente, si tratta di 7.097 persone. Eppure, i decessi registrati nei registri del Comune di Torino sono stati appena quattro. Quattro in 365 giorni.
Nessuno può ovviamente dare retta a ricostruzioni tanto incredibili come quelle spacciate come incontrovertibili verità dagli spacciatori di leggendarie bufale. Per riportare la vicenda nei binari dell’oggettività, meglio affidarsi ad alcune semplici considerazioni di carattere aritmetico. Basandosi ai dati forniti dalla Città su sollecitazione del capogruppo comunale di Forza Italia Andrea Tronzano, la comunità cinese celebrerebbe un funerale per ogni stagione. O se preferite uno ogni tre mesi o ancora uno ogni 91 giorni. Quattro decessi a fronte di una comunità di 7.097 individui corrisponde a un tasso di mortalità dello 0,06%. E questo mentre a Torino, con una popolazione complessiva di 911.823 abitanti nel 2012, lo stesso tasso raggiunge il 1,8%, mentre i funerali sono stati 9.844.
Sempre per restare nel campo di elementari operazioni matematiche, dal raffronto è possibile dedurre che i cinesi residenti a Torino muoiono 18 volte più lentamente del resto della popolazione. Plausibile? Difficile da credere. Anche se Paolo Hu, da anni anima della comunità della Repubblica della Grande Muraglia trapiantata sotto la Mole, una spiegazione ce l’ha anche: «In cinese c’è una parola per descrivere queste cose. È questa parola si chiama salute».
Insomma, nessun trucco e nessun inganno: se il Comune di Torino ha registrato appena quattro funerali in un anno, la spiegazione è che i cinesi godono di una salute di ferro. «Ma sono quindici anni che mi pongono sempre la stessa domanda ma non c’è davvero nulla di nascondere. La verità è che la nostra è una comunità particolarmente giovane. Di anziani che vivono a Torino ce ne sono pochi. E comunque, con l’avanzare degli anni, in molti decidono di tornare in Cina per morire. In fonda basta andare a buttare un occhio al cimitero per vedere che anche noi muoriamo come gli altri». [P.Varetto]

05.03.14_ToCronaca_Cinesi