Ponti chiusi per il ciclismo. Ecco come evitare l’ingorgo – La Stampa

Ponti chiusi per il ciclismo. Ecco come evitare l’ingorgo – La Stampa

Ieri proteste contro i vigili: “Nessuna indicazione”. Il comandante: chiediamo scusa.

Il turista svedese appollaiato sul tetto del bus turistico urla alla signora che strombazza in coda: «Avete dimenticato la lezione delle Olimpiadi?». Come dargli torto. Siamo la città che è riuscita a organizzare i Giochi iridati e ieri mattina è bastata la miscela (esplosiva) di corso Moncalieri chiuso, insieme con i ponti Isabella e Umberto I per la prova di ciclismo su pista dei World Master Games, per mettere in croce la città d’agosto (perdipiù con il suo traffico dimagrito causa ferie). Nell’area precollinare, dalle 9 alle 11 e mezzo, si è formato un grande ingorgo.

Pochi vigili Auto immobili in coda in via Villa della Regina, il ponte che porta in piazza Vittorio con le auto più piccole che passavano sul marciapiede per oltrepassare la fila rumorosa e senza speranza, tutte le vie di fuga sprangate e sorvegliate da volontari che allargavano le braccia: «Qui non si può passare, torni indietro». Tragitti alternativi? Avvisi sistemati per tempo? Niente di tutto questo. D’altronde Palazzo Civico aveva avuto modo di capire che il problema del traffico in questi giorni di «Masters Games» andava in qualche modo affrontato. Seppur tardivamente infatti, l’assessorato alla Viabilità aveva deciso martedì mattina di lasciare aperta la Ztl per non creare un ulteriore tappo alla viabilità. Ma anche lì: «Non ci potevano pensare prima? Lo si sapeva da mesi che ad agosto ci sarebbero stati tutti questi atleti in città e che per fare le gare si sarebbero dovute chiudere delle strade» si lamentava un negoziante di corso Moncalieri: proprio quella strada la cui chiusura (nel tratto fra piazza Gran Madre e ponte Isabella) tanti problemi ha provocato insieme con le transenne davanti ai due ponti, corso Dante tra il Po e corso Massimo d’Azeglio, un tratto di corso Galileo Galilei e le strade tutt’attorno al monte dei Cappuccini.

Mea culpa Il numero uno dei Vigili urbani Alberto Gregnanini quando è stato raggiunto dalle proteste ha convocato subito i suoi. E quando ha saputo che la falla organizzativa si doveva proprio ai vigili prima ha detto che «i giornali comunque avevano dato notizia delle chiusure e quindi i torinesi dovevano già essere informati». Poi ha chiesto scusa alla Città: «Si è trattato di un nostro disguido che non si ripeterà: chiediamo ai torinesi di perdonarci e se possibile di collaborare dal momento che queste chiusure si ripeteranno».

Il lato B dei Giochi È vero, ci sono tanti lati positivi nell’aver ospitato dei giochi tanto popolari, nell’avere la città zeppa di turisti stranieri. Ma a chi si trovava in coda ieri mattina poco importa delle importanti ricadute economiche sulla città di un simile evento. Sono arrivati in ritardo in ufficio e tanto basta. Dirottati d’imperio dagli uomini della protezione civile e dai volontari dei Wmg. «Noi in ogni caso abbiamo la coscienza a posto – ha spiegato ieri Bernardino Chiavola, direttore operativo dei Giochi – prima di tutto perchè abbiamo organizzato riunioni su riunioni con i vigili urbani, per spiegare loro quali strade avremmo transennato». E ha concluso: «Io personalmente sono andato a tappezzare le vie della collina e i passaggi carrai con cartelli che avvisavano dei disagi, di più francamente non si poteva fare».

I volontari La gente in coda ieri se l’è pure presa con i volontari anche se in realtà loro non avevano nessuna responsabilità: sono stati messi lì dall’organizzazione a chiudere e sorvegliare le strade, ma a differenza dei vigili non potevano dare più di tanto informazioni sui tragitti alternativi.

Display muti E mentre l’opposizione di Palazzo civico insorge (Tronzano, Pdl: le informazioni da dare agli automobilisti sono una parte determinante di una città turistica, in particolare durante un grande evento come i WMG. Invitiamo il neo comandante dei vigili a verificare che cosa possa essere fatto meglio) da oggi comunque il Comune potrebbe pensare di utilizzare di più i display che sorvegliano gli ingressi della Ztl: annunci «parlanti» di cui si è sentita la mancanza. (E. Minucci)

08.08.13_Stampa_Ponti chiusi