Poveri Rom, per la Corte Europea sono intoccabili – Il Giornale del Piemonte

Poveri Rom, per la Corte Europea sono intoccabili – Il Giornale del Piemonte

Bloccato il piano di sgombero delle comunità nomadi nonostante l’operazione sia stata finanziata con 5 milioni per l’integrazione

La Corte Europea per i diritti dell’uomo ha ordinato di sospendere lo sgombero del campo nomadi di Lungo Stura Lazio a Torino, abitato da rom di origine romena. I giudici, accogliendo un ricorso di cinque famiglie, hanno bloccato le procedure fino al 26 marzo, ordinando al governo italiano di fornire informazioni sulla sistemazione degli occupanti.
Insomma bisogna fare di più. Per i rom, ovviamente. A dirlo è l’Ecri, la commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, del Consiglio d’Europa, nel suo ultimo rapporto sull’Italia. Il nostro Paese, nonostante alcuni passi avanti, non garantisce ancora ai Rom tutti i loro diritti, rileva la Commissione. Che poi spiega che dal febbraio 2012 l’Italia ha fatto qualche passo avanti, ma il processo che deve portare al pieno rispetto dei diritti dei Rom «è lento». In particolare si punta il dito sul fatto che le autorità italiane non abbiano ancora introdotto misure per assicurare ai Rom colpiti da ordini di sgombro i diritti garantiti agli altri cittadini. Diritti che dovrebbero prevedere la possibilità di contestare l’ordine di sgombero, di sfratto, davanti a un tribunale, e la possibilità di accedere a un luogo dove poter abitare. Ma secondo l’Ecri questo non è stato il caso neanche per gli sgomberi effettuati nel luglio del 2014.

La notizia, una volta rimbalzata a Palazzo Civico, ha provocato imbarazzo, e anche irritazione, da parte dei consiglieri di opposizione. Il centrodestra paradossalmente si trova sulla stessa linea della Commissione europea almeno per quanto riguarda le condizioni in cui sono costretti a vivere gli zingari, dei gulag in stile sovietico in cui non c’è neanche l’acqua potabile e dove le condizioni di vita sono oggettivamente imbarazzanti. Per ragioni opposte rispetto a quelle della maggioranza però la minoranza da decenni chiede lo smantellamento dei campi e non il semplicemente superamento con formule più o meno fantasiose, ricalcando per certi versi le ragioni per le quali l’estrema sinistra chiede lo smantellamento dei Cie. La morale è che comunque i campi nomadi continuano a essere tollerati in città, e addirittura disciplinati con tanto di piani di riordino per la cosiddetta integrazione, la quale però non a tutti i nomadi è gradita tanto che non tutti hanno aderito ai piani di reinserimento sociale. (…)

C’è infine la presa di posizione del forzista Andrea Tronzano che chiederà alla giunta come intende coniugare le intenzioni dell’amministrazione comunale con quella della città. «Per la verità era stato il ministero a decidere lo stanziamento di risorse per lo sgombero di quell’abominio». [A. Costa]

21.03.15_GiornalePiemonte_Rom