Renzo Piano: il grattacielo Intesa San Paolo simbolo di una città all’avanguardia – CittAgorà

Renzo Piano: il grattacielo Intesa San Paolo simbolo di una città all’avanguardia – CittAgorà

Piano al microfono“Il grattacielo Intesa San Paolo non è concepito per fare concorrenza alla Mole”. E’ quanto ha detto questo pomeriggio Renzo Piano, rispondendo alle domande dei consiglieri durante la riunione della Commissione Urbanistica, presieduta da Piera Levi-Montalcini, a Palazzo civico.
“Se l’obiettivo fosse stato di creare un simbolo della modernità e di potere in astratto” – ha continuato Piano – “non avrei accettato l’incarico di progettare il grattacielo.”
Credo invece – ha detto – “che questo edificio debba rappresentare un modello di laboratorio di sostenibilità, in una città all’avanguardia sul piano tecnologico. Questa è la vera simbologia”.
Aiutato da un plastico e da molti disegni, ha illustrato il progetto. In particolare ha spiegato il perché della “sopraelevazione” oltre i 150 metri. “L’edificio, nella sua struttura privata sarà alto 100 metri. Ma questa struttura è stata concepita per la città e avrà uno spazio pubblico, costituito dall’Auditiorium, in basso, e dalla serra “fredda”, sulla sommità, dove vi sarà anche un ristorante ed una terrazza panoramica accessibile a tutti”.
Il grattacielo, che ospiterà poco meno di 3000 persone, avrà elementi di modernità legati all’illuminazione:la luce naturale, attraverso un sistema di facciate doppie, consentirà infatti un ritardo nell’accensione della luce artificiale, con conseguente risparmio energetico.
D’estate, la ventilazione notturna dei solai, spessi 60 cm, consentiranno di accendere più tardi l’impianto di condizionamento climatico. Inoltre una superficie di 2000 mq. di pannelli solari contribuirà al riscaldamento del grattacielo.
Piano davanti a una simulazione Prima di Renzo Piano era intervenuta la consigliera Monica Cerutti (Sinistra Democratica) che ha evidenziato come in Consiglio sia mancato un dibattito sull’idea di città del futuro. Vincenzo Cugusi (Sinistra Democratica) ha detto come occorra tenere conto delle regole del Piano regolatore che fissano l’altezza a 100 metri mentre Stefano Lo Russo (Ulivo) ha evidenziato come sia miope legare la qualità urbanistica all’altezza, mentre questo progetto dimostra grande attenzione al tema della sostenibilità.
Per Domenico Gallo, dei Comunisti Italiani, è importante capire perché sia necessario spendere 300 milioni di euro per quest’opera e se non sia stato possibile pensare ad altre aree già esistenti.
Secondo Luca Cassano (Rifondazione Comunista) il nodo da sciogliere sta negli altri grattacieli che si intende costruire in città e sull’impatto ambientale (e lo sky line) che ne deriverebbe. Su un tema così rilevante – ha aggiunto – occorre coinvolgere i cittadini torinesi con gli opportuni strumenti partecipativi.
I cartelli Mario Carossa (Lega Nord) non discute il progetto, ma si chiede perché nel progetto sono stati superati i limiti di altezza imposti dal piano regolatore e se non sia invece opportuno occuparsi del recupero delle aree industriali dismesse.
Il capogruppo dell’Ulivo Andrea Giorgis ha puntato l’attenzione sugli spazi per il pubblico chiedendo, in particolare, delucidazioni sull’accessibilità e la fruizione pubblica nella progettazione degli ultimi piani della struttura.
Gian Luigi Bonino (Rosa nel Pugno) si è dichiarato favorevole al grattacielo auspicando tanta attenzione alle possibili speculazioni, mentre Roberto Ravello (Alleanza Nazionale) ha espresso preoccupazione per un edificio in grado di diventare un simbolo di Torino, ricordando che gli obbrobri in città sono altrove (Palazzo Nuovo, il colonnato davanti al cimitero Parco, il palazzaccio di piazza San Giovanni…).
Nel lungo incontro ha di nuovo preso la parola Renzo Piano per rispondere ai consiglieri. L’architetto ha precisato che la scelta dell’altezza è stata fatta in accordo con il Comune: “Non c’è stata una corsa o una gara a farlo così alto”. Si è poi addentrato nello spiegare gli aspetti pubblici e ha detto che gli ultimi tre piani sono per intero pubblici essendo composti da un ristorante, una terrazza (in parte interna, in parte esterna) e da una galleria d’arte. Lungo l’edificio – ha proseguito – il progetto prevede un auditorium, un asilo e infine il parco attorno alla costruzione. Negativo il parere dell’architetto sull’ipotesi di referendum: “chiedere alla gente è sacrosanto – ha spiegato – ma poi qualcuno deve decidere, e tale scelta è il miglior servizio che potete offrire alla vostra città“, mentre sullo sviluppo in verticale di Torino ha consigliato “di valutare i progetti con gradualità, uno ad uno“.
Il dibattitoAndrea Tronzano (Forza Italia) ha sottolineato come l’opera rappresenti un’idea di futuro ma debba tenere conto della vivibilità dei cittadini. Per Marco Grimaldi (Sinistra democratica), non c’è nulla da obiettare al progetto ma l’iter è stato sbagliato.  Luca Cassiani (Ulivo) ha messo l’accento sulla necessità che una variante per l’aumento dell’altezza del grattacielo ad una precedente variante non rappresenti un modo di procedere anche per altre situazioni. Per Federica Scanderebech (UDC) il progetto è positivo e probabilmente tutti i consiglieri oggi se ne sono convinti.
Infine il presidente della Circoscrizione 3, Michele Paolino: “La Circoscrizione aveva espresso un parere favorevole con alcune osservazioni, sulle quali non abbiamo avuto risposte. L’opera deve rispettare le regole e deve tenere conto del contesto urbano. Siamo favorevoli perché porta lavoro e vantaggi ma occorre considerare i notevoli disagi ai quali saranno sottoposti i cittadini, che si aggiungono a quelli già subiti per altre opere. Inoltre occorre pensare, come si è fatto per il centro, a un sistema di parcheggi, visto che la zona attirerà migliaia di persone”.
In conclusione l’architetto Piano si è soffermato sulla torinesità dell’opera: il grattacielo, realizzato con le facciate in cristallo, acquisterà il colore della città e non sarà una massa scura sullo skyline. La sua luce varierà nel corso della giornata.
Infine i tempi: al momento si è alla fase finale della progettazione che dovrà tener conto anche della rotta degli aerei in atterraggio a Caselle. Quindi ci sarà la fase degli appalti. Il cantiere durerà trenta mesi. L’obiettivo è quello di ultimare l’opera per il 2011, 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Nelle immagini: Una carrellata di scatti dell’incontro in Sala Rossa