Spada di damocle su 3.500 sanzioni – Il Giornale del Piemonte

Spada di damocle su 3.500 sanzioni – Il Giornale del Piemonte

Per un errore di notifica potrebbero essere annullate multe per oltre 600mila euro

Pende la spada di Damocle su 3mila 500 sanzioni amministrative del settore commercio che potrebbero essere considerate «nulle» in quanto emesse nel 2014 ma con la firma di un dirigente rimosso tre anni prima. Una formalità, si dirà: ma quanto basta per considerarle carta straccia. Le multe assieme con altre 10mila che hanno fatto incassare il Comune da 2 a 3 milioni, risalgono al 2010. Di queste 3mila 500 erano rimaste ferme a causa di alcune inesattezze di compilazione riguardanti, tra le altre cose, i codici fiscali dei commercianti ai quali erano state contestate. Nel 2014 l’amministrazione decide di far partire l’ingiunzione, ma con la firma elettronica di un dirigente che era stato trasferito da tre anni ad insaputa dello stesso. Il Comune poteva farlo? No secondo il testo unico degli enti locali: invece sì secondo il Comune che interpreta la legge in maniera estensiva.
Per il Comune insomma è tutto in regola che se a scanso di equivoci il dirigente responsabile del commercio, il dottor Roberto Mangiardi responsabile del settore contezioso, si è sentito in dovere di inviare una relazione di 13 pagine al direttore generale. A palazzo civico circola già voce di possibili ricorsi al giudice di Pace oppure al Tar o addirittura di una «class action»da parte dei commercianti colpiti dai provvedimenti.

La questione da azzeccagarbugli è stata sollevata dal consigliere Andrea Tronzano di Forza Italia che ha inviato una lettera all’assessore Mangone e all’assessore Passoni oltre che al direttore della Finanza di Palazzo civico Emilio Agagliati. Ballano 600mila euro che il Comune conta di incassare, ma a questo punto senza aver fatto i conti con questa grana che potrebbe bloccare tutto, o meglio «invalidare» tutti gli atti che già qualcuno a palazzo civico considera nulli. La gabola per cui molti potrebbero farla franca è la seguente: la legge impone che la data dell’adozione del provvedimento coincida con quella della notifica con tanto di firma del dirigente in carica, ma in questo il Comune si sarebbe comportato esattamente all’opposto, considerando valida la firma del dirigente precedente.

In Comune insomma è successo questo: il settore sanzioni mette nel 2013 oltre 3mila 500 provvedimenti relativi a sanzioni con la firma a stampa «postuma» del vecchio dirigente e non di quello in carica. Di più: sarebbe stato proprio l’alto funzionario in carica nel marzo del 2013 a scrivere di suo pungo alla Soris S.p.a. invitandola a mettere, anziché la sua sigla, quella «a stampa» del vecchio collega ormai trasferito sulle ingiunzione risalenti al 2010 «Mi risulta – annota Tronzano – che nessuno si sia premurato di avvertire il vecchio direttore, questo per quanto riguarda la procedura. Invece nella sostanza le sanzioni emesse nel 2014, con la firma di un dirigente che non c’era più a mio avviso sono più dubbie sotto il profilo della legittimità». Ci sono poi voci che riferiscono addirittura di trasferimenti improvvisi di una o più persone dal settore contenzioso una volta scoperta e denunciata l’anomalia. Ci sarebbe anche un carteggio tra l’amministrazione e la Soris, anche quest’ultima piuttosto perplessa sulle modalità di recupero del credito.

Tronzano ha chiesto al presidente Roberto Carbonero di convocare in commissione Controllo di Gestione tutti i protagonisti della vicenda. (…)

[A. Costa]

11.11.14_GiornalePiemonte_Sanzioni