Torino-Egitto 0-10. Lasciate stare la politica estera, pensate alle buche nelle strade – CittAgorà

Torino-Egitto 0-10. Lasciate stare la politica estera, pensate alle buche nelle strade – CittAgorà
La sinistra ci fa fare una figuraccia internazionale

Una vera e propria letteraccia dell’ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto al Consiglio Comunale di Torino. Il governo egiziano non ha gradito una delle numerose esternazioni della Sala Rossa su temi di politica estera,
in questo caso una mozione, approvata lo scorso primo marzo, con cui i consiglieri comunali di Torino invitano (nientemeno) il governo di Israele ad abbattere il muro sulla frontiera con la Cisgiordania e il governo egiziano a sospendere la costruzione di quello al confine con la striscia di Gaza.
Mentre Tel Aviv ha ignorato l’ultimatum dei piccoli Kissinger subalpini, il governo egiziano non ha gradito e ha preso cappello. Nella lettera, firmata dall’Ambasciatore a Roma Ashraf Rashed e indirizzata al Presidente del Consiglio Beppe Castronovo, si legge tra l’altro: “le accuse formulate all’Egitto…costituiscono un travisamento dei fatti erroneo e inaccettabile”, “mi aspetterei che il riferimento all’Egitto nell’agenda del 1 marzo 2010 sia cancellato o quanto meno corretto”.
Una figuraccia internazionale per Torino, di cui sono responsabili non soltanto i soliti firmaioli di estrema sinistra, che di generazione in generazione schierano consigli di quartiere e comuni di provincia a favore dei Sovietici in Ungheria, contro la guerra in Vietnam e oggi contro Israele, ma anche inattesi falchi, esperti di politica estera come colleghi del PD e altri consiglieri dell’IdV e persino dei cosiddetti “Moderati”. Che tanto moderati non sono, se per la mozione si è scomodato l’ambasciatore in persona con la risposta piccata di cui sopra. Mozione talmente velleitaria e pretestuosa che il nostro gruppo decise, in quell’occasione, di astenersi dalla discussione e dalla votazione.
Speriamo che la lezione sia servita ai nostri colleghi di sinistra che si improvvisano piccoli ambasciatori all’Onu. Speriamo capiscano che sono stati eletti a Palazzo Civico, non al Palazzo di Vetro, e che risparmino altre figuracce alla nostra città. Pensino a fare il loro lavoro, occupandosi di muri che crollano e buche nelle strade, invece di interpellare governi in giro per il mondo.

Daniele Cantore
Ferdinando Ventriglia
Andrea Tronzano
Raffaella Furnari