Un quartiere contro il suk. Al mercato si rischia la rissa – La Stampa

Un quartiere contro il suk. Al mercato si rischia la rissa – La Stampa

Domani un vertice. Ma tra una settimana sarà di nuovo emergenza
Il fronte dello scontro è il controviale di corso Novara. È l’alba di ieri, i residenti dei palazzi a fianco dell’ex Scalo Vanchiglia scendono in strada e si piazzano sui marciapiedi per impedire che il mercato del libero scambio stenda i tappeti con la sua montagna di stracci, mercé di recupero e cianfrusaglie sotto le loro case. I vigili spostano gli abusivi dall’altra parte del corso, li fanno piazzare in via Perugia, via Amalfi e via Padova. Lasciano che occupino tutto l’isolato. I commercianti della disperazione iniziano ad arrivare, con i carretti, i furgoni carichi di scarpe e vestiti, molti anche a piedi. Italiani, extracomunitari, intere famiglie rom con i bambini al seguito.
Si sfiora la rissa Intorno alle 8,30 la tensione tra le due fazioni sale. Residenti di qua, abusivi di là. Urla, scambi accesi di frasi da un lato all’altro della strada. Arriva la polizia in tenuta antisommossa, perché si temono risse e aggressioni. I cittadini fanno una catena umana al centro di corso Novara e bloccano il traffico per quasi un’ora. Non c’è verso di farli muovere da lì. «Balordi», grida un signore. «Vergognatevi», gli risponde un ambulante di quelli del suk. Arrivano anche una trentina di antagonisti dei centri sociali a dare man forte ai venditori. «Tornatevene al vostro paese, fatevi mantenere dai vostri governi», dice ancora una signora. La replica: «Ma se siamo italiani. Ci hanno chiuso Scalo Vanchiglia, non abbiamo niente da perdere, di qua non ce ne andiamo, dobbiamo lavorare». «Sgomberano noi e non questo mercato indecente, che ci porta solo degrado. È un anno che promettono di toglierlo da qui. Il Comune permette l’illegalità. La situazione non è più sostenibile», ribatte deciso Valter Nepote. Lia Seferovici, rom bosmaco che ieri coordinava i colleghi venditori, si fa in quattro per farli spostare dopo l’ordine di vigili e questura, perché il responsabile del ristorante Falco Rosso, Giuseppe De Pasquale, minaccia di far degenerare la situazione: «Ho aperto mercoledì, oggi ho ospiti per una cerimonia e guardate cosa mi ritrovo fuori dalla serranda. Se non si muovono faccio la Guerra Mondiale», urla. A tentare di sedare le proteste arrivano gli assessori Tedesco e Mangone, e il comandante dei vigili.
Nessuna certezza Se ieri, con il dispiegamento di vigili e forze dell’ordine nessuno si è fatto male, la paura è tutta per il prossimo weekend. Una delibera comunale prevede che il suk si trasferisca in via Monteverdi, salvo ripensamenti, dal 25 ottobre. L’incognita è per la prossima settimana. La Giunta Fassino non ha ancora individuato una sede lontana dal rischio di rivolte. Domani, una riunione con il sindaco prenderà una decisione sul da farsi. I residenti sono pronti ad appendere lenzuola alle finestre e a ritornare in strada: «Faremo una protesta visibile come i residenti di piazza Carlo Alberto contro i mercatini del salame, ma qui magari ci fossero banchetti del salame. Lo mettano in centro il suk», dicono Federica Fulco, a capo dei comitati di cittadini e Fabrizio Genco, consigliere di circoscrizione.
Al fianco di chi protesta arriva il capogruppo di Forza Italia in Comune, Andrea Tronzano: «Mercati di questo genere non devono avere cittadinanza a Torino. Cosa bisogna ancora fare per dire basta?». Durante la giornata il resto dell’opposizione si fa sentire con comunicati scritti. (…) [L. Tortello]

12.10.15_Stampa_Suk