Leggi nate per tutelare i lavoratori con contratto a tempo determinato e proteggerli da enti e aziende che potrebbero utilizzarli e licenziarli per un numero indefinito di volte, possono a volte sortire l’effetto di emarginarli in modo definitivo dal mondo del lavoro. Infatti, l’alternativa tra assumere un precario di “lungo corso” con un ennesimo contratto a tempo determinato (fatto che potrebbe essere illegale) o assumerlo finalmente con un contratto a tempo indeterminato (fatto che potrebbe essere altrettanto illegale ai sensi di un’altra legge), in qualche caso può risolversi nel non assumerlo affatto.
Questo rischiavano molti lavoratori delle scuole d’infanzia e dei servizi educativi della Città di Torino, personale che ha già maturato 36 mesi di anzianità di servizio, e che punta sull’annunciato concorso del Comune per posti a tempo determinato.
Rischio superato con l’approvazione all’unanimità di una mozione, durante il Consiglio comunale dell’8 ottobre scorso.
L’atto, presentato dal consigliere Michele Curto e sottoscritto da Federica Scanderebech e Andrea Tronzano, impegna il Sindaco e la Giunta a non inserire nelle graduatorie per i bandi di concorso per assunzioni a tempo determinato, ed affini, la clausola che esclude chi ha già prestato servizio per 1.080 giorni (36 mesi) di lavoro continuativo nell’ente.
Infatti, la modalità di assunzione attraverso concorso pubblico azzera i periodi di servizio precedentemente svolti, fatto che consente di ammettere a concorso per posti a tempo determinato anche chi aveva già raggiunto il limite dei 36 mesi di servizio.
La conferma arriva con una recente circolare interpretativa del Ministero della funzione Pubblica del settembre scorso, oggetto di un subemendamento dei consiglieri Marco Grimaldi e Luca Cassiani.
Con questo atto il Consiglio comunale ha inteso riconoscere la professionalità e le competenze maturate dai suoi precari.
Precari, riconosciute competenze e professionalità – CittAgorà
Posted on 12 Ottobre 2012 in RASSEGNA STAMPA
S.L.