Il Regio Decreto del ‘31 colpisce i «precari edilizi». I palazzi interessati saranno più di quattromila.
Gli oltre 4mila condomini che avevano ricevuto l’avviso che la Città aveva inviato ormai un anno fa per la «regolarizzazione e rilascio di concessione di occupazione di suolo pubblico per precari edilizi» erano ormai convinti di aver scampato la stangata. In fase di stesura del bilancio preventivo, infatti, il settore Tributi di Palazzo Civico aveva raccolto la proposta del capogruppo del Pdl Andrea Tronzano, per introdurre compensazioni in sostituzione di quel tributo introdotto da un Regio Decreto dato 1931. In altri termini, piuttosto di versare il canone di occupazione del suolo pubblico per i famigerati «precari edili» – che poi altro non sono che le griglie stradali, le intercapedini e le bocche di lupo – i condomini possono scegliere di occuparsi della manutenzione e della pulizia dei marciapiedi e delle aree comuni. Tutto vero, tutto confermato. Peccato che l’apertura del Comune non abbia valore retroattivo. E che a pendere ci sia ancora la spada di Damocle degli arretrati. Del resto, il Codice Civile parla chiaro e fissa in cinque anni il termine massimo entro il quale richiede gli arretrati di imposta. «E un conto è l’adesione alla proposta formulata lo scorso anno, un’altra la situazione maturata in precedenza» sottolineano dal settore Suolo Pubblico. Può così capitare che un condominio di Mirafiori Sud abbi ricevuto, un paio di mesi fa, un avviso di pagamento per un totale di 36mila euro: il canone degli ultimi cinque anni tranquillamente rateizzabili in cinque tranches da 6mila euro l’uno.
Di lettere come questa, al termine della mappatura che ha individuato tutte le unità immobiliari che non si erano mai adeguate al Regio Decreto del ‘31, il Comune ne ha inviate esattamente 4.034, per un introito complessivo che supererà i 4 milioni di euro. Da aggiungere agli oltre 10 che già entrano nelle casse comunali attraverso la riscossione della Cosap per i precari edili. Le tariffe, per altro, non sono particolarmente a buon mercato: si va da un minimo di 51,38 euro al metro quadro per i quartieri periferici a 114,3 euro per quelli centrali.
L’unica apertura ipotizzata dall’amministrazione nel favore di condomini e relativi amministratori è quella di far pervenire agli uffici del Suolo Pubblico «una proposta» per regolare altrimenti i conti pendenti con le casse comunali. Piuttosto, secondo il capogruppo del Pdl Tronzano sarebbe meglio aspettare, prima di battere cassa ai torinesi. Tanto più che una risoluzione del ministero delle Finanze recita che «la tassazione delle griglie e delle intercapedini, come del resto di ogni altro tipo di occupazione, è possibile quando l’occupazione sia realizzata, per effetto di un atto di concessione, su area pubblica». «E rispettare le varie sentenze è la priorità – fa notare Tronzano -. Quindi sospendiamo la richiesta di pagamento fino a che non si conosca la situazione. Credo che l’amministrazione non abbia le idee molto chiare, in materia. Il Fisco della Citta’ non deve insinuarsi per fare cassa sfruttando la confusione dei cittadini, ma deve aiutare a fare chiarezza e fare pagare solo quando è giusto». [P.Varetto]
Andrea Tronzano (PdL) Rispettare le varie sentenze è la priorità. Quindi sospendiamo la richiesta di pagamento fino a che non si conosca la situazione. Credo che l’amministrazione non abbia le idee molto chiare, in materia