Asili migliori e graduatorie trasparenti

Asili migliori e graduatorie trasparenti

Il futuro dei nostri figli si costruisce oggi, e senza strutture adeguate è a repentaglio la salute ed una buona crescita dei nostri bambini.
ASILI MIGLIORI E GRADUATORIE TRASPARENTI
L’Amministrazione di una Città ha un importante compito per far sì che le mamme, i papà, le famiglie abbiamo il miglior equilibrio possibile nelle proprie condizioni di vita e di lavoro. Gli asili e le scuole materne contribuiscono ad assolvere questa missione.
Le rette di un nido d’infanzia comunale variano da un minimo di 38 euro per chi ha un reddito Isee fino a 3.500 euro fino ad un massimo di 471 euro per chi ha un reddito Isee oltre i 32.000 euro Isee.
Le liste di attesa negli asili pubblici sono purtroppo ancora molto lunghe ovvero non tutti i genitori hanno la certezza che il loro figlio sarà preso all’asilo.
Le graduatorie danno meno punti di quanti ne dovrebbero assegnare alle persone che lavorano.
Questi tre aspetti rappresentano problemi che possono essere risolti, non subito, ma sicuramente.
La nostra proposta è quella di avere un giusto equilibrio tra pubblico e privato.
Occorre utilizzare le strutture private esistenti sulla Città aumentando i convenzionamenti.
Le graduatorie sono formate dai punteggi e dai criteri stabiliti dal Consiglio Comunale..
Per le graduatorie: le priorità all’art. 5.2 si danno, in ordine, ai residenti a Torino, subito dopo ai non residenti ma con uno dei genitori che lavora a Torino, e infine ai bambini non residenti che potranno essere accolti solo in presenza di posti vacanti.
Primo commento: d’accordo con l’impostazione, ma la residenza dovrebbe essere disgiunta in due:
1. residenti a Torino che siano cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con regolare permesso di soggiorno
2. residenti a Torino che siano cittadini extracomunitari non in regola con le normative (per Convenzioni internazionali nessun bambino può essere discriminato e quindi deve poter accedere agli asili, anche se irregolare)
Queste due azioni le farei per iniziare ad applicare la legge che tutela, sì, i diritti di tutti, ma al tempo stesso chiede che si sia in regola con il permesso di soggiorno. Inoltre essendo un servizio a domanda individuale questa distinzione calza ancora meglio; infatti, l’asilo non è un servizio educativo quindi non è sottoposto alle regole della scuola elementare (ad esempio la gratuità)
I criteri che assegnano i punteggi, in ordine di importanza, sono:
– bambino portatore di deficit documentato 38 punti
– problemi sociali, sanitari, psicologici nel bambino o nella famiglia 37 punti.
– mancanza di un genitore (vedovo, ragazza madre o ragazzo padre con figlio non riconosciuto) 9 punti
– divorziato/a, separato/a legalmente, ragazza madre con figlio riconosciuto, ragazzo padre con figlio riconosciuto (solo se non coabitante con padre/madre) 7 punti
– separato/a con istanza al tribunale solo se non coabitante con padre/madre 5 punti
– per ogni figlio minore 1 punto
– per ogni figlio minore con handicap 1 punto
– per ogni figlio maggiorenne con handicap 2 punti
(fino ad un max di 10)
– persona invalida al 75% 2 punti
(fino ad un max di 4)
– per ogni genitore lavoratore 3 punti
– per ogni genitore disoccupato 2 punti
– per ogni genitore studente con obbligo di frequenza a corsi di almeno 25h 3 punti
– per ogni genitore lavoratore con turni o reperibilità 0,5 punti
– entrambi i genitori con turni o reperibilità 2 punti
– per presenza di fratelli frequentanti lo stesso nido rinunciando ad altri nidi 1 punto
– per presenza in lista di attesa precedente 0,5 punti
– per trasferimento da nido di altre circoscrizioni a seguito di cambio residenza 1 punto
Secondo commento: è qui che bisogna intervenire per limitare le sperequazioni tra cittadini ed extracomunitari non in regola. D’accordo sulle priorità ma personalmente inserirei delle modifiche:
– il punteggio per chi lavora è troppo basso. Lo porterei a 9 punti per genitore
– l’extracomunitari non in regola con la legge italiana subisce una diminuzione di 3 punti
– per evitare che dichiarazioni non veritiere sul proprio stato di disoccupazione siano favorite propongo una dichiarazione autocertificata attestante lo stato lavorativo (molte volte lavorano in nero ma dichiarano di non lavorare).