Aumenti trasporto pubblico locale

Aumenti trasporto pubblico locale

– La politica tariffaria sui mezzi pubblici ben si inserisce, secondo noi, nella politica della Città del divieto di accesso. Noi non la condividiamo.

– Se voi pensaste/noi pensassimo che la politica possa restare uguale, mentre cambia la realtà, sappiate che sarà la realtà che cambierà la politica.

I cittadini oggi hanno bisogno di vedere tutelati prima di tutto i loro diritti e solo allora si danneranno l’anima per far fronte ai loro doveri.

Questo per dire che stiamo chiedendo loro troppi sacrifici, stiamo chiedendo loro un cambio sempre più rapido di abitudini e certezze. Tutto in modo evidentemente verticistico, distaccato dalle reali possibilità economiche, mentali e fisiche dei cittadini torinesi. E’ molto vivo lo sconforto e l’ira, non ancora la rassegnazione, che regna nelle riunioni pubbliche.

Detto ciò, la nostra visione è opposta: i deboli, gli anziani, i cittadini hanno bisogno di un sistema di welfare diverso, che parta da provvedimenti con un’unica linea guida: ridare fiducia nell’Istituzione attraverso la tutela dei diritti essenziali del cittadino, tra cui quella della mobilità, che non inneschi guerre fra cittadini; attraverso provvedimenti percepiti come equi e responsabili.

Dobbiamo provare a credere che la politica non si identifica più solo con l’economia e solo con i numeri del patto di stabilità.

Sembra che il materialismo storico si sia espresso nel pareggio di bilancio e nel consumare tutto in fretta, senza i tempi fisiologici di adattamento della società.

Persiste, quindi, a sinistra la presunzione che il pareggio di bilancio, l’azioni sulle tariffe e sulle imposte locali, il modello Isee, la vita della Città, i costi dei debiti pregressi debbano essere schematizzati in un modello unico: annunciamo miglioramenti, facciamo propaganda, diciamo che è per il loro bene, aumentiamo le tariffe.

Noi invece pensiamo che la storia abbia ripreso a muoversi dall’economia alla società: i numeri, quindi, sono una parte non il tutto.

Per queste ragioni non abbiamo fatto emendamenti.

Vi diciamo così che non condividiamo la politica sulla viabilità e quindi questa ennesima delibera sull’argomento.

Stiamo assistendo ad azioni a nostro giudizio dissociate che comprendono, nello stesso momento, una limitazione della libertà di accesso al centro, una eliminazione di bus o tram di superficie, una spinta ad un utilizzo forzoso della metro (ancora con una sola linea non ancora completa), un aumento delle strisce blu sia nella loro estensione sia nel loro costo, una forzosa richiesta di velocizzare il cambio dell’auto euro 0,1,2, anche attraverso telecamere che vigilano sulla omologazione dell’auto; una continua fioritura di cantieri non coordinati; un utilizzo della bicicletta al posto dell’auto; l’aumento degli autovelox e delle multe; infine un aumento del costo dei mezzi pubblici.

Permetteteci di dire che questo florilegio di provvedimenti non è comprensibile e non è attuabile nei tempi e nei modi che Voi vorreste. Come si può chiedere ad un cittadino di pagare di più se poi o non si arriva mai nei tempi o non si riesce a raggiungere la meta o si arriva sudati o si arriva e si torna dovendo pagare ben due biglietti (metro valida per una sola corsa)?

Secondo noi dovremmo, tutti, fare uno sforzo per capire che la vita quotidiana non è più massa, non è più collettivo, non è più grandi numeri. I cittadini per i quali noi operiamo in modo rappresentativo vorrebbero vedere una netta inversione: dalla Città compagna esattrice alla Città amica; dalla Città che pretende alla Città che prima offre e poi chiede.

Quindi, per ritornare al provvedimento di oggi, gli unici parametri da tenere in considerazione sarebbero pulizia, puntualità, frequenza e sicurezza dei mezzi; invece, ed è qui la differenza tra realtà e politica, i cittadini lamentano l’assenza di tutti e quattro, non per partito preso ma per oggettivo disagio provato, e si trovano a dover pagare di più.

Sappiamo che è più facile essere all’opposizione, ma sappiamo che non basta opporsi in negativo per vincere. Per questo l’indirizzo che noi utilizzeremmo sarebbe: provvedimenti che non cambino forzosamente la vita dei cittadini senza poi essere utili a risolvere i problemi della quotidianità. Azioni semplici, concrete ed evidenti che non aprano la guerra fra poveri (pago io e quindi devi pagare anche tu): ridurre l’estensione delle strisce blu perché hanno perso il loro compito originario; aumentare i parcheggi gratuiti; rendere comodo l’accesso al centro; non introdurre ticket di ingresso; coordinare i cantieri; non abolire linee di bus e tram che sono essenziali all’accesso al centro (tipo 65 e 65/) o ai mercati invece di abolire linee inutili (ad es. la 28); non spostare capolinea (ad es. il 14b) senza soluzioni alternative efficaci; non agire sulla mobilità tenendo conto esclusivamente della densità della popolazione ma partendo dalle realtà territoriali e dai servizi presenti (università, mercati, ospedali); puntualità, maggiore frequenza, e pulizia dei mezzi pubblici; percepibile ampliamento dell’offerta, cosa che ad oggi non si riscontra nella quotidianità e nei dati oggettivi; coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria e non solo di quelle che fanno comodo; attenzione al bike sharing che oggi come oggi impoverisce il Centro e quindi la Città tutta.

Solo dopo aver tenuto in considerazione tutto questo si potrà intervenire con un adeguamento e l’eventuale sanzione.