“Vendita delle partecipate ambientali” – intervento in aula

“Vendita delle partecipate ambientali” – intervento in aula

Innanzitutto mi preme ringraziare il Presidente Altamura per il lavoro svolto all’interno della Commissione, che è stato lungo, approfondito e proficuo. Un ringraziamento anche alla dottoressa Delli Colli, che con grande attenzione ha seguito il nostro lavoro e probabilmente ha lavorato anche sabato e domenica ultimi scorsi, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale.

Sindaco, Vicesindaco, devo dire la verità, questa deliberazione è un atto liberale. Finalmente, dopo anni, il Comune di Torino fa un atto liberale, non per convinzione, come avrei fatto io personalmente, ma per necessità: Patto di Stabilità, rientro del debito. Fare un atto liberale significa uno Stato minimo, una maggiore concorrenza, per garantire maggiore equità e soprattutto solidarietà nei confronti dei più deboli.

Tutti gli impianti e la letteratura mondiale stanno ragionando su un tema solo, che è quello del rientro del debito pubblico. E l’unica via che possiamo percorrere (io avrei voglia di trovare una terza via, ma per adesso non la stiamo trovando) è quella della dismissione del patrimonio pubblico immobiliare dello Stato e dei Comuni e anche delle quote di partecipazioni pubbliche delle società che hanno creato il famoso capitalismo municipale. Un capitalismo municipale, Vicesindaco, che in questi venti, trent’anni, non è stato virtuoso, non ha creato valore aggiunto e ricchezza, ma ha creato molte corporazioni e tante clientele.

Allora, è giusto, in questo momento storico, a mio giudizio cercare di andare oltre la valutazione destra/sinistra; è giusto andare oltre la valutazione delle giacchette di partito, perché la responsabilità in questo momento è un valore. Responsabilità significa, Vicesindaco e Consiglieri, rendere atto a qualcun altro delle nostre azioni.

Io voglio rendere atto a mia figlia, che ha quattro anni e anche alle figlie dei tanti Consiglieri che oggi sono piccole e affronteranno una Città come Torino che si sta impoverendo, voglio rendere atto con responsabilità che questo percorso di abbattimento del debito, in qualche maniera, deve avvenire. Bisogna dismettere il patrimonio pubblico.

Però, Vicesindaco, ed è per questo che volevo anche la presenza del Sindaco, qual è il punto interrogativo che in questo momento mi affligge? Ma realmente mi affligge, perché questa è una deliberazione difficile, da far capire all’esterno, difficile da far capire anche ai Gruppi di opposizione, perché chiaramente – come avete visto – non siamo, legittimamente, della stessa opinione. Sicuramente voteremo in modo difforme, però a questo punto è chiaro che, di fronte alla difficoltà di spiegare all’esterno quanto stiamo facendo, bisogna perlomeno ottenere delle risposte Vicesindaco.

La risposta principale è che il camaleontismo di questa sua maggioranza, dove non c’è mai una sanzione (in questo anno di tornata amministrativa, abbiamo assistito a un fuorilegge di posizioni, a tantissimi distinguo), alla fine ha portato nocumento all’immagine della Città.

Perché dico questo? Perché giustamente il Sindaco rimprovera pubblicamente al nostro Presidente della Regione che per vendere i gioielli di famiglia bisogna parlarne positivamente. Ma io dico al Vicesindaco, altrettanto pubblicamente, che la sua maggioranza non sta dando uno spettacolo decente rispetto a questa vendita.

Tutt’altro. La sua maggioranza sta cercando, con continui distinguo ideologici e non per il bene comune, di sminuire la forza delle nostre imprese che vanno sul mercato e devono essere vendute, per poter realizzare quello che finalmente lo Stato deve attuare: dismettere patrimonio pubblico, immobiliare e quote societarie.

Allora, Vicesindaco, visto che il Sindaco non c’è ancora, se in questa sua maggioranza ci sono sanzioni, lo dimostri questa sera, se andremo al voto. Sindaco, se il voto della sua maggioranza o di parte di essa, sarà difforme dalle indicazioni della maggioranza stessa, dimostri questa sera che in questa maggioranza ci sono sanzioni. A quel punto potrà chiedere anche a noi un’assunzione di responsabilità, ma lo deve chiedere in Consiglio Comunale, pubblicamente. A queste condizioni le conseguenze saranno vere, reali, Sindaco, perché non si può continuare in questa maniera.

Quindi, Sindaco, credo che per la sua maggioranza sia arrivato “il redde rationem”. Io non ho nessuna ambizione che la maggioranza cada. Anzi, la presenza nella vostra maggioranza di SEL e magari anche di Italia dei Valori, ci dà anche dei vantaggi elettorali, devo dire la verità; per cui, non sto smaniando perché SEL esca dalla sua maggioranza. Però, Sindaco, lei deve dare a un’opposizione responsabile un segnale chiaro di quelli che sono i suoi intendimenti, perché se questo è il modo di abbattere il debito pubblico, se questo è il modo di uscire dalle difficoltà, le sanzioni nella sua maggioranza ci devono essere.

Dopodiché, che cosa posso ancora dire? Noi ci battiamo e abbiamo presentato una mozione; quella parte di noi che è realmente consapevole che il pensiero liberale non deve essere solo proclamato, ma deve essere attuato. Le scelte difficili a cui ci troviamo di fronte, devono essere onorate, rispettando i propri principi.

Questo non vuol dire che voterò a favore, perché ho bisogno di risposte chiare dal Sindaco rispetto a quanto stiamo dicendo. Aspetto essenziale è la salute pubblica. Il termovalorizzatore è sicuramente un’opera fondamentale e noi dobbiamo averne il controllo assiduo e costante, con continui dati che afferiscono al Consiglio Comunale, affinché si sappia regolarmente quello che sta succedendo per la salute pubblica. Questa è la prima preoccupazione di chiunque sia cittadino di Torino, abbia dei figli e voglia vedere Torino che si sviluppa in maniera dignitosa e decorosa, rispettando soprattutto un principio fondamentale come la salute.

In relazione alla sentenza della Corte Costituzionale, non cambia un tubo. Scusatemi il termine. L’articolo 4, che è stato abrogato dalla Corte Costituzionale, consente soltanto di prendere quello che finalmente di buono ci viene dall’Unione Europea. Oggi, parlare di cose buone provenienti dall’Unione Europea è difficilissimo, è veramente difficile oggi credere nell’Unione Europea. Ma una cosa buona l’ha fatta: non si inserisce nei settori della vita pubblica dello Stato membro e al tempo stesso offre delle opportunità, che la direttiva dell’Unione Europea ci riconosce.

E finalmente il Comune di Torino è costretto a scegliere politicamente, e non per necessità determinata dall’impianto legislativo, di dismettere le partecipate. E io su questo sono d’accordo, perché è una responsabilità. Senza questo tipo di azioni, nel prossimo futuro, il nostro Paese è destinato a morire, per cui la concorrenza sarà un bene. Quindi, l’intervento della Corte Costituzionale mi interessa relativamente.

Invece dobbiamo avere dal Sindaco parole chiare sulle tariffe, l’altra cosa essenziale, per quanto mi riguarda e per quanto riguarda una parte del mio Gruppo, coloro che vorranno votare astensione o a favore. Le tariffe, a fronte di un termovalorizzatore che brucia i rifiuti, sostanzialmente, non possono non diminuire. È impensabile che, all’interno di un impianto di raccolta che AMIAT forse migliorerà, conferendo all’impianto di termovalorizzazione questo tipo di rifiuti, che finalmente non andranno più in discarica, le tariffe non riescano a diminuire. Quindi, uno dei pilastri, oltre alla salute pubblica, sono le tariffe sui rifiuti. Su questo, voglio sentire parole chiare, inequivocabili, perché noi dobbiamo fare un patto con i cittadini.

Io non voterò mai contro questa deliberazione, Sindaco, però voterò astensione o favorevole rispetto a questo tipo di impegno chiaro, perché stiamo prendendo un impegno nei confronti dei cittadini. E io non voglio essere scambiato per debole nel momento in cui sono responsabile. Perché fare opposizione dicendo sempre no, è semplice. Ma io da persona responsabile e non debole, voglio che questa cosa sia messa nero su bianco dal Sindaco e dal Vicesindaco.

Quindi, tariffe, termovalorizzatore rispetto al teleriscaldamento, lo dico anche all’Assessore Lavolta. Oggi, il teleriscaldamento, Assessore, è un guazzabuglio di tariffe che stanno continuamente aumentando. In Commissione Controllo di Gestione, abbiamo ricevuto delle rassicurazioni da IREN, ma sicuramente non sono sufficienti.

Anche su questo, voglio sentire una parola chiara. Le tariffe del teleriscaldamento devono diminuire. Il termovalorizzatore produrrà energia. Questa energia sarà usata anche nel teleriscaldamento di IREN, così mi dicono. Quindi, anche su questo vorrei un chiarimento.

 

Presidente, mi lasci ancora un po’ di tempo.

Mi pare che ci sia nella deliberazione: energia che va nel teleriscaldamento. Questo teleriscaldamento non può avere le tariffe di oggi. Lo dico anche all’Assessore Lavolta. Dopo la salute pubblica, nella mozione di accompagnamento che mi pregio di firmare, oltre alle tariffe, c’è anche naturalmente l’occupazione, che è un dato essenziale. Ma attenzione, lo dico anche al Capogruppo Lo Russo.

L’occupazione, con il termovalorizzatore che funzionerà dal 2013, non può diminuire, perché secondo me il termovalorizzatore, a prescindere da quello di Brescia, sarà un impianto dieci volte superiore dal punto di vista tecnologico, dieci volte meno inquinante, per cui molto probabilmente dal Piemonte, ma anche dal resto Italia, forse dal resto d’Europa se saremo bravi, arriveranno dei rifiuti per essere bruciati.

Questo, Sindaco, non può voler dire diminuzione dell’occupazione da parte del socio privato. Anzi, deve essere incrementata l’occupazione.
L’ultima questione, che venga abbandonata la politica di discarica. A mio giudizio (secondo i dati che ho letto; non sono un tecnico, ma leggo, studio e sono presente nelle Commissioni, quindi cerco di dire le cose che stanno in piedi), la politica di discarica è cento volte più inquinante rispetto al termovalorizzatore. Abbandonare la politica di discarica, vorrei che fosse uno dei punti.

Con questo intervento, quindi, chiedo al Sindaco impegni precisi su queste cose, impegni precisi sulla sua politica nei confronti della sua maggioranza, nel caso in cui non dovesse votare a favore.

Io mi assumerò la responsabilità di votare astensione o a favore di questa deliberazione, perché ci credo. E questa posizione non sarà scambiata per debolezza, ma sarà soltanto un segno di responsabilità per i tempi che corrono, perché mia figlia e le vostre figlie devono avere una città sana nel prossimo futuro.

La sua maggioranza, Sindaco, su questo deve rispondere, perché la nostra fiducia nella sua maggioranza è ai minimi termini, dopo l’uscita dal Patto di Stabilità. Quindi, dovete recuperare fiducia nei nostri confronti, perché altrimenti è difficile, per noi, dare un senso compiuto al nostro voto, perché magari nel prossimo futuro smentirete quello che votate oggi.

Noi siamo a favore della vendita, ma non siamo certi che saprete chiudere i rubinetti e mettere fine alle spese facili e folli degli anni passati. Per questo ci asterremo.