Le principali linee di azione
La principale finalità delle misure varate dal Governo è di rendere maggiormente effettiva la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro secondo queste linee di azione:
- superamento di un approccio meramente formalistico e burocratico al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro prestando maggiore attenzione ai profili sostanziali (approccio per obiettivi e non solo per regole).
- superamento della cultura meramente sanzionatoria e repressiva prestando prevalente attenzione alla prevenzione che è fatta di: maggiore formazione; migliore informazione; effettività del coordinamento interistituzionale nella programmazione delle visite ispettive;
- uso mirato del potere di disposizione da parte degli organi di vigilanza, appositamente disciplinato nel corpus normativo;
- integrazione tra le attività del Servizio Sanitario Nazionale e dell’INAIL finalizzate all’assistenza ed alla riabilitazione dei lavoratori vittime di infortuni, in modo da garantirne il migliore e più rapido recupero dell’integrità psicofisica e della capacità lavorativa;
- rivisitazione del potere di sospensione dell’impresa, allo scopo di rendere più certi i casi di applicazione di tale straordinaria procedura che si aggiunge alle sanzioni per lavoro nero o violazioni in materia di salute e sicurezza;
- integrale ricezione delle proposte avanzate in sede tecnica dalle parti sociali nell’ambito degli incontri, che si sono tenuti nell’arco degli ultimi quattro mesi del 2008, presso il Ministero del Lavoro;
- Definizione di un corpo normativo coerente anche con la realtà e le caratteristiche delle piccole e medie imprese e con le peculiarità delle forme di lavoro atipico e temporaneo: obbligo del datore di lavoro di riservare una attenzione specifica a tali lavoratori in termini di maggiore informazione e formazione nei loro confronti;
- Valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali e delle università quali strumenti di ausilio alle imprese e ai lavoratori per il corretto adempimento degli obblighi in materia di salute e sicurezza sul lavoro e per l’innalzamento dei livelli di tutela negli ambienti di lavoro;
- Miglioramento della efficacia dell’apparato sanzionatorio, con l’obiettivo di assicurare una migliore corrispondenza tra infrazioni e sanzioni. A tale scopo si tiene conto dei compiti effettivamente svolti da ciascun attore della sicurezza, favorendo l’utilizzo di procedure di estinzione dei reati e degli illeciti amministrativi mediante regolarizzazione da parte del soggetto inadempiente.
- Prima lettura in CdM e successivo esame conferenza stato regioni e commissioni parlamentari, oltre che ulteriore discussione con le parti sociali.
- E’ un testo ancora aperto.
- Non è innovativo, ma è correttivo. Si realizza nell’ambito e in coerenza con la legge delega del governo Prodi.
- essendo la redazione fatta a Parlamento sciolto il decreto Prodi rinunciava a elementi qualificanti, quali le semplificazioni che oggi sono state fatte.
- In più aveva molte difficoltà operative, quale ad esempio la sospensione dell’impresa (che avrebbe toccato gli incolpevoli lavoratori) che necessitava, e così è stato, di puntualizzazioni (si è passati a plurime violazioni per determinare le sospensioni – il concetto di reiterazione invece prevedeva più violazioni nel tempo dello stesso tipo).
- Al tempo di Prodi c’era il conflitto tra tutti i Sindacati da una parte e tutti gli imprenditori dall’altra (non solo Confindustria ma tutte le 14 categorie dei datori di lavoro). In questa modifica si registra un larghissimo consenso, non unanime ma larghissimo.
- Si inserisce la prima considerazione specifica per lavoratori atipici ed è in coerenza con la legge Biagi che già tutelava questi lavoratori.
- Incentivazione alla collaborazione paritetica tra le parti, ferme restando le diverse responsabilità, che possono dare luogo, come risultato atteso e auspicato, alla certificazione di qualità organizzativa (aspetto sostanziale).
- Si è spostato l’approccio dalle regole agli obiettivi, dalla forma agli obiettivi. L’obiettivo è condividere i modi sostanziali per garantire sicurezza e non garantire la forma di un testo. Garantire un modello organizzativo tale da fare sicuro il luogo di lavoro.
- Si potenzia l’attività dell’Inail finalizzata alla riabilitazione dei lavoratori vittime di infortuni.
- Si è rivisto il sistema delle sanzioni. Dove c’è sanzione esasperata non c’è sicurezza. L’insufficienza della sanzione può determinare minor sicurezza, ma troppa sanzione determina attenzione solo all’aspetto formale.
- L’arresto rimane così come già previsto (anche come unico metodo in caso di violazioni gravissime).
- Si è agito sistemando il confine tra sanzioni penali e sanzioni amministrative. Il penale c’è ogni volta che è sostanziale; quando il profilo è solo formale c’è la sanzione amministrativa.
- Il DLgs 626/94 non viene contestato in nulla dal punto di vista sanzionatorio. Guariniello dice che è l’effettività della sanzioni e non l’entità ad essere importante. I valori della 626 sono stati mantenuti; si è attualizzata, con il 50% in più rispetto ai valori del 1994, la sanzione.
- La sanzione si adegua automaticamente con una certa periodicità; prima non era così.
- La vigilanza viene resa più robusta la collaborazione tra enti. I corpi ispettivi centrali sono solo sulla radiologia; invece oggi è stato potenziato il ruolo dei corpi ispettivi centrali. Oltre naturalmente alle Regione con i loro organismi sanitari.
- Gli Rsa sono rimasti tutti uguali.
In questa materia non accettiamo un linguaggio esasperato perché ci muoviamo nella legge Prodi e non al di fuori quindi quelli che hanno condiviso non possono dire di una deregolazione; inoltre c’è dibattito e quindi si proponga dopo aver letto. Un linguaggio duro non corrisponde all’invito del Presidente della Repubblica: non abbiamo sradicato i terzi che vogliono inserirsi nel confronto.
Se vogliamo andare oltre della leggera discesa dal 1963 ad oggi occorre lavorare di più sulla sicurezza stradale (più della metà sono morti) e diffondere buone pratiche e modelli organizzativi evoluti (prevenzione e informazione che facciano davvero sicurezza; la maggior parte degli infortuni nascono da comportamenti sbagliati, ma non è colpa dei lavoratori perché non c’è adeguata formazione e informazione che nessuna legge può sanzionare e quindi bisogna agire sulla sostanza facendo collaborare le parti ed è così che noi facciamo)