Città metropolitana, fallimento annunciato – Il Giornale del Piemonte

Città metropolitana, fallimento annunciato – Il Giornale del Piemonte

Forza Italia all’attacco contro la gestione negativa del nuovo ente amministrativo
«La città metropolitana così com’è non serve». A denunciarlo Gilberto Pichetto, presidente del Comitato Regionale e del Gruppo di Forza Italia in Regione Piemonte e Andrea Tronzano, consigliere comunale di Area Metropolitana.
«D’altra parte – precisa – si tratta di un fallimento annunciato a partire dalla decisione di non far eleggere dai cittadini il presidente di un ente territoriale così ampio».
Spiega Pichetto: «Questo ente parte già menomato ed emula in peggio la situazione già drammatica delle Province». E ricorda che «parliamo di una Città Metropolitana che al netto delle spese fisse, dei mutui e dei tagli di trasferimenti nazionali avrà a bilancio 25 milioni di euro ereditando però, dalla vecchia Provincia di Torino, oltre 80 milioni di debiti».
«È sotto gli occhi di tutti – osserva ancora Pichetto – l’impossibilità per chiunque di poter offrire un servizio utile ai cittadini in simili condizioni».
«Nonostante il disaccordo sull’esistenza della città metropolitanaaggiunge Tronzanoabbiamo cercato comunque di dare un contributo costruttivo, inserendo nello statuto delle proposte di modifica che ritaglino precise competenze, ad oggi inesistenti, al fine di offrire capacità di intervento immediate e concrete».
Secondo Tronzano è «sorprendente che siano proprio tre sindaci come Renzi, Del Rio e Fassino ad aver partorito un ente elefantiaco che a oggi espone i primi cittadini a forti contestazioni da parte del proprio territorio, senza tuttavia averne alcuna colpa mancando loro reali possibilità di intervento».
L’accordo tra Partito democratico e Forza Italia che era nato per garantire un avvio bipartisan e di garanzia per il nuovo ente comincia a mostrare la corda. Pichetto, quando era prevalsa la tesi dell’accordo, aveva spiegato che «siamo di fronte ad una situazione temporanea, nel 2016 si vota e non chiamiamola grande coalizione che presuppone la condivisione di un programma politico».
«Qui si tratta – aveva detto – soltanto di partecipare alla fase della stesura delle regole, della scrittura dello Statuto, parliamo delle norme che devono regolare un’area di 2 milioni e 400milioni di abitanti». (…)
Ora quell’orizzonte temporale limitato sembra essersi esaurito e si sta tornando alla dialettica e alla contrapposizione politica che non può che vedere distanti tra di loro due forze politiche che non hanno molti punti in comune.

28.01.15_GiornalePiemonte_Città Metropolitana