Fassino, un anno da sindaco – CronacaQui

Fassino, un anno da sindaco – CronacaQui

«Dobbiamo reagire alla crisi»
Numeri, fatti, commenti. Piero Fassino compie un anno da sindaco di Torino. Il suo primo giorno da primo cittadino è stato infatti il 17 marzo del 2011, dopo aver sconfitto lo sfidante Michele Coppola con più del 56 per cento dei consensi. E questi sono i numeri. I fatti sono quelli che si sono susseguiti in un anno sicuramente difficile, dove la crisi ha morso mai come prima, durante il quale sono state assunte scelte dolorose senza però rinunciare agli eventi che dovevano idealmente creare un trait d’unione con l’eccitante 2011 dei 150 anni dell’Unità. «Perché questa è una città che dimostra di reagire alla crisi» ha più volte commentato Fassino. Un periodo economicamente così tetro da convincere il Comune di Torino ad uscire dal patto di stabilità. Che ha portato la Città a mettere sul mercato quote rilevanti delle proprie partecipate. Che ha costretto l’assessorato al Bilancio a varare una manovra che peserà per 213 milioni tra tagli e aumenti di imposta, oltre al rincaro di biglietti Gtt e strisce blu. Una crisi che ha aperto il caso delle maestre precarie ma che non ha impedito che Torino continuasse a puntare su se stessa, con la cultura, il jazz, lo sport, la cooperazione internazionale.

Questi sono i fatti. Ci sono poi i commenti, a iniziare da quello del predecessore di Fassino, Sergio Chiamparino: «Un anno sicuramente positivo. Nonostante la crisi e certe manovre che non aiutano i Comuni». Una consapevolezza che ha anche il capogruppo del suo partito in Sala Rossa, Stefano Lo Russo, che parla di «un anno durissimo» e che ora chiede «uno sforzo ulteriore». «Abbiamo fatto bene – ha commentato – ma non basta ancora». A guardare alla “squadra” centrosinistra e non solo al “commissario tecnico” Fassino è anche Michele Curto, capogruppo di Sel e a volte non tenero con il primo cittadino. «Il sindaco ha delle responsabilità, la giunta ne ha delle altre e la maggioranza ne vorrebbe di più. Servirebbe più condivisione. E potremmo fare molto meglio. Per il momento siamo rimandati a settembre».

Commenti. Come quelli, gioco- forza meno lusinghieri, dell’opposizione. «Le promesse elettorali – è l’analisi del capogruppo del Pdl, Andrea Tronzano – non le sta rispettando per le inaspettate difficoltà di bilancio e per la sua maggioranza eterogenea. Inoltre, la sua attitudine alla politica nazionale e non a quella amministrativa non lo sta aiutando a creare una squadra». (…) [p. var]

18.05.12_ToCronaca_Fassino