Il giudice boccia Uber «Bloccate il servizio». Ma è pronto il ricorso – CronacaQui

Il giudice boccia Uber «Bloccate il servizio». Ma è pronto il ricorso – CronacaQui

«Concorrenza sleale», 15 giorni per chiudere il sito. I taxisti: «Ora una legge o sarà sciopero nazionale»
Quindici giorni per dire addio a Uber Pop su tutto il territorio nazionale. Così ha deciso la legge e nella fattispecie il Tribunale di Milano, condannando all’oblio, entro due settimane, il servizio della multinazionale californiana che ha portato sul piede di guerra tassisti di Milano, Genova e Torino. «Concorrenza sleale» ha sentenziato il giudice Claudio Marangoni, sostenendo che Uber Pop non sarebbe paragonabile ad un servizio di “car sharing” perché nel caso in questione «l’autista non ha un interesse personale a raggiungere il luogo indicato dall’utente e, in assenza di alcuna richiesta, non darebbe luogo a tale spostamento». Nella sentenza il giudice non ha mancato di sottolineare «un dubbio sull’effettiva attitudine di UberPop a creare vantaggi alla collettività in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e consumo energetico, posto che esso sembra al contrario stimolare l’uso di mezzi privati senza che rispetto a tale uso possano essere poste in essere misure di programmazione e regolazione generale della mobilità che sembrano unanimemente considerate come lo strumento principale di intervento nel settore del trasporto urbano e non». Le “auto bianche” incassano così la prima vittoria ma continua a restare aperta la possibilità di uno «sciopero nazionale», che ratifichi in modo definitivo le istanze contro l’abusivismo portate all’attenzione dell’Authority dei Trasporti e rimaste, fino ad oggi, «lettera morta». La multinazionale, invece, ha annunciato il ricorso. «Siamo ovviamente molto dispiaciuti dalla decisione presa oggi su Uber Pop, una decisione che rispettiamo ma non comprendiamo» ha commentato Zac De Kievit, direttore legale di Uber Europa. In Italia continuerà ad operare Uber Black, servizio differente da Uber Pop, che se non sarà oscurato entro due settimane costerà 20mila euro al giorno ogni ventiquattro ore, a partire da quelle immediatamente successive al dovuto ” shutdown”. «È stata posata una pietra miliare nell’affermare che il servizio è illegale e si spera che il nostro governo mostri lo stesso coraggio del magistrato milanese» replica il portavoce dei tassisti torinesi, Federico Rolando. «Ci auguriamo che il governatore Chiamparino ora si senta legittimato a prendere una posizione, non continuando a lavarsi le mani della faccenda come Ponzio Pilato». (…)

Per Andrea Tronzano di Forza Italia, «il verdetto è ancora più importante se pensiamo a come sia sbagliato dare speranze di occupazione basate su iniziative imprenditoriali illegali» (…)

[E.Romanetto]

27.06.15_ToCronaca_Taxi