Il museo Bertone cerca casa «Usiamo Torino Esposizioni» – ToCronaca

Il museo Bertone cerca casa «Usiamo Torino Esposizioni» – ToCronaca

Il Comune: «L’area è occupata, ragioniamo su un’altra sede». Si pensa a Tne

Una collezione di pezzi unici da fare invidia al mondo, che vale probabilmente ben più dei 3,44 milioni di euro che l’Automotoclub storico italiano ha sborsato la scorsa settimana per aggiudicarsela all’asta. Eppure, quello che probabilmente sarà il museo dei 79 fra veicoli, telai e modelli appartenuti alla Bertone, ad oggi non ha una casa. La volontà dell’Asi è di mantenere la collezione (che deve essere conservata in modo unitario) in Piemonte, possibilmente a Torino. Il Comune si dice disposto a ragionare per trovare una sede.

La prima idea arriva però da Forza Italia, che propone di utilizzare il complesso di Torino Esposizioni, un tempo sede del Salone dell’Auto ma di fatto abbandonato dalle Olimpiadi del 2006. «Attorno alla collezione Bertone possiamo creare un museo del design automobilistico di importanza mondiale, dato che ci sarebbero già richieste di altri collezionisti interessati ad aggiungere i propri pezzi – assicura l’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino -. Il museo potrebbe lavorare insieme al Politecnico, ai centri ricerca Fca e Gm, a istituti di design come lo Ied e al Museo dell’Automobile, con cui si potrebbe studiare un’intesa». «Sappiamo bene che la Giunta Fassino vuole metterci una biblioteca e dal suo punto di vista l’operazione è perfettamente legittima – precisa il capogruppo a Palazzo Civico Andrea Tronzano -. Ma noi abbiamo una visione diversa, vogliamo recuperare i luoghi simbolo della città rimettendo al centro la manifattura e il lavoro».

E infatti l’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo conferma: l’edificio, progettato negli anni ’30 come Palazzo della Moda, non è disponibile. «Torino Esposizioni è oggetto di un masterplan per realizzare un nuovo polo della cultura e del design e la nuova biblioteca civica – assicura -. A breve uscirà il bando che, a valere sui fondi post-olimpici, selezionerà lo studio di fattibilità». (…)  [Andrea Gatta]

B. Fossati: “Abbiamo avuto la riprova, questa estate, che i grandi amori non si scordano mai. E che Torino, pur coinvolta nelle rivoluzioni culturali, resta la città dell’automobile. Meglio: dello stile, del design, dell’innovazione. Con un occhio di riguardo al passato e con il cuore che batte per il futuro. Al Parco del Valentino un privato ha scommesso su una formula che molti credevano anacronistica, quella di un salone dedicato all’automobile in una cornice unica che forse solo la nostra città può offrire. Una scommessa vinta che, oggi, sappiamo si ripeterà l’anno prossimo, sempre a giugno, con un record da battere: i cinquecentomila visitatori. Chi voleva declinare al passato la passione per l’auto è stato sconfitto. E il Valentino è tornato a essere una passerella come quando, negli anni cinquanta, tra il Po e il Borgo Medioevale correvano le monoposto della Formula 1. E come quando, poco lontano, si teneva un altro salone dell’automobile, quello che richiamava marchi da tutto il mondo a Torino Esposizioni. Chapeau ad Andrea Levy, organizzatore dell’evento, che ha avuto il coraggio di sfidare la pigrizia sabauda e si è concesso il lusso di credere in una riscossa che parte da lontano. E che richiama alla memoria i grandi carrozzieri, da Pininfarina a Vignale, da Giugiaro a Bertone. Ed è proprio la collezione storica che racchiude tutti i capolavori partoriti dall’ingegno di Nuccio che oggi ci impone di trovarle una casa degna. Il primo rischio, quello di vederla smembrata e dispersa tra affaristi e collezionisti di mezzo mondo, è stato sventato grazie alla lungimiranza dell’Asi, il club delle auto storiche italiane. Ora occorre evitare che quei gioielli finiscano chiusi in qualche scrigno inaccessibile, preda della polvere e tristemente lontani dal cuore e dagli occhi di migliaia di appassionati. Diamo a Nuccio il suo museo, perché la bellezza immaginata dalla sua mente e resa reale dalla sua matita diventi davvero un patrimonio di tutti. E a ben vedere la soluzione è davanti a noi, in quel Torino Esposizioni che è andato in sfacelo cancellando i profumi di tante fiere di successo con la muffa e la polvere dell’abbandono. Vero è che il Comune vorrebbe farci un polo culturale tra biblioteche e aule studio del Politecnico, ma è altrettanto vero che su decine di migliaia di metri quadrati non sarebbe difficile trovare la cornice adatta a questa collezione. Ieri ne hanno parlato l’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino e il capogruppo di Fi in Comune Andrea Tronzano, rompendo un silenzio della politica assolutamente inspiegabile. Una politica sorda e disinteressata ad accompagnare, anche solo con la progettualità, il meritevole investimento di un privato. E se poi a Torino Esposizioni non si trovasse neppure un pertugio per raccontare il nostro passato, allora si potrebbe dare uno sguardo alle macerie del Palazzo del Lavoro che sta proprio lì a simboleggiare un’ignavia che sa di disprezzo.” [art. Un museo per Nuccio – ToCronaca]

07.10.15_ToCronaca_Museo