Imu anche sulle case ancora invendute – Il Giornale del Piemonte

Imu anche sulle case ancora invendute – Il Giornale del Piemonte

Rischio crac per decine di impresari. Tronzano: «Il Comune rinunci alla tassa»

Sembra una beffa, pagare l’Imu anche sulle case fantasma, invece a bene vedere è una super beffa, anzi la beffa delle beffe che ricadrà sulle spalle dei costruttori già in crisi per non dire in ginocchio per gli effetti della crisi che tocca i consumi e a maggior ragione il business del mattone, più fermo che mai. L’effetto sarebbe drammatico se il Comune decidesse di far pagare l’Imu anche sugli immobili invenduti, circa il 25 per cento delle case in costruzione a Torino. «Un impresario con una percentuale di invenduto tra il 20 e il 25% non ha raggiunto il breakeven, cioè non ha ancora guadagnato niente. Se si troverà a pagare anche l’Imu dovrà mettere in cassa integrazione i dipendenti. Perchè è impossibile fare i miracoli» dice Alessandro Cherio presidente dei costruttori di Torino. Non esiste una stima sul numero degli appartamenti in giacenza cioè costruiti ma invenduti (sarebbero poco più di 1500 secondo un calcolo sulla base delle licenze rilasciate negli ultimi 2 anni), ma sui quali ricadrà la presa in giro della tassa. Il Comune sembra intenzionato a tirare dritto per la sua strada, ovvero senza sconti a parte per le categorie particolarmente svantaggiate come per la case popolari. La discussione è in corso con il Comune nella parte del cattivo. Il Pdl per voce del capogruppo Andrea Tronzano ha chiesto uno sconto sugli appartamenti senza proprietario. «È come se la Fiat dovesse pagare la tassa di proprietà per le auto invendute, è assurdo, la crisi tocca tutti. Se affossiamo anche le imprese è la fine, mi aspetto che il Comune faccia un passo indietro». La decisione spetta al sindaco Fassino, in seconda battuta all’assessore Passoni, in fine alla maggioranza. E proprio dalla maggioranza sembra arrivare un piccolo spiraglio da parte del capogruppo del Pd Stefano Lorusso, favorevole a uno sconto se non addirittura all’esenzione, ma non in linea con l’assessore che invece non sembra di questa idea, non per cattiveria ma per mere esigenze di bilancio, sempre in rosso, e a maggior ragione in questo frangente in cui i trasferimenti sono stati ridotti per effetto del mancato rispetto del patto di stabilità, oltre all’effetto del taglio dei trasferimenti. Insomma i calcoli di Passoni sono risicati, tornano quasi per effetto di un miracolo e mettere mano a questa architettura sembra quasi impossibile. Tronzano, D’Amico, Coppola e Magliano hanno presentato un Odg che chiede un «provvedimento che preveda l’esenzione totale dall’Imu per i primi tre anni dalla fine dei lavori per gli appartamenti rimasti invenduti e non locati di proprietà del costruttore o di società immobiliare». Lo sgravio costerebbe al Comune appena 180mila, cioè la differenza tra il mancato introito e il trasferimento allo Stato dell’imposta. Tronzano spiega: «L’edilizia solo a Torino, compreso l’indotto, ha circa 40mila occupati. Credo che uno sforzo si possa fare. Ma la paura del Pd è di apparire vicino ai costruttori, quando in realtà è importante in questo momento, visti gli occupati e visto che non è una cifra mastodontica, dare una marmo alle aziende. Naturalmente fatte salve le priorità che sono nell’ordine: prima casa soprattutto per cassa integrati, disoccupati, per chi ha un mutuo, case popolari, concordati».  (A. Costa)

16.06.12_GiornalePiemonte_Imu