La Regione al Governo: «Non abbassi la guardia» – CronacaQui

La Regione al Governo: «Non abbassi la guardia» – CronacaQui

Polemica sui grillini che non firmano l’ordine del giorno

Il documento di Indymedia Piemonte che collega il ferimento di Roberto Adinolfi a Genova a quello di Alberto Musy in via Barbaroux si è infilato nel dibattito pomeridiano del Consiglio regionale. Ieri, 9 maggio, era il Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e Palazzo Lascaris ha approvato un ordine del giorno unitario per chiedere al Governo di «non sottovalutare quella che sembra una preoccupante escalation di violenza che ricorda drammatici eventi passati», ponendo «la massima attenzione ai segnali preoccupanti di rinascita di tali fenomeni». «Quanto sia purtroppo attuale il dovere di ricordare, lo testimonia anche il più recente episodio di terrorismo verificatosi a Genova» ha aggiunto il presidente Valerio Cattaneo.

È stato il testo di appoggio al terrorismo pubblicato on line a monopolizzare l’attenzione. «Una lettera che mette i brividi per come richiama toni e concetti di quelle terroristiche degli anni ‘70 – commenta il capogruppo della Lega Mario Carossa -. Ebbene, questi sono segnali fortissimi, che non possono essere sottovalutati. Perché non dobbiamo pensare che quegli anni bui e terribili in cui la città di Torino venne definita, insieme proprio a Genova e a Milano, come uno dei vertici del “triangolo di piombo”, possano ripresentarsi». «Speriamo che le voci di rivendicazione relative all’attentato al consigliere comunale Musy siano soltanto stupidaggini – osserva il capogruppo Pdl Luca Pedrale -. Non vogliamo più vivere le stagioni a cui abbiamo assistito negli anni ‘70 e ‘80: le tensioni, anche oggi, sono tantissime nella nostra Regione e tutti dobbiamo tenere alta l’attenzione».

Prima firmataria, insieme a Carossa, dell’ordine del giorno è l’esponente del Pd Gianna Pentenero: «L’attentato di Genova, le presunte rivendicazioni e i collegamenti fatti con l’attentato a Musy ci dicono quanto sia difficile e delicata la fase che il nostro paese sta attraversando. Occorre che tutte le forze politiche svolgano il loro ruolo di difensori delle istituzioni e della democrazia. La Regione si impegni su questo tema, rafforzando la sua opera di sensibilizzazione e formazione sul valore della democrazia e del dialogo».
Non è mancata la polemica, per altro. Pdl e Lega accusano i grillini di aver «tolto la scheda appena prima del voto per non comparire tra i partecipanti alla votazione». «Un gesto criminoso» arriva addirittura a dire l’azzurro Massimiliano Molla. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Bono, prova a gettare acqua sul fuoco: «E ovvio che diamo la nostra solidarietà ad Adinolfi e Musy. Non abbiamo partecipato alla votazione perché si è discusso di un semplice commento di un singolo su un sito Internet, nulla di più, oltretutto per episodi di cui non abbiamo prove che vi sia una matrice terroristica». La vicenda Indymedia approderà comunque alla Camera, dato che il deputato Pdl Agostino Chiglia presenterà un’interrogazione parlamentare: «È vergognoso che in situazioni così drammatiche disinformatori eversivi di professione inneggino con tale odio e violenza agli attentati, definendoli “atti di giustizia”».

E la questione ha tenuto banco anche in Sala Rossa, dove Alberto Musy sedeva nei banchi del terzo polo. «Ribadiamo la nostra vicinanza ad Alberto, ma chiediamo a tutto il mondo della politica di non abbassare la guardia» ha commentato il capogruppo della Lega Fabrizio Ricca. «Non spetta a me fare valutazioni di attendibilità sulla rivendicazione – ha aggiunto il capogruppo del Pd, Stefano Lo Russo – ma certo non possiamo non tenere altissima la guardia contro la minaccia di una recrudescenza del terrorismo». «Più che una rivendicazione – ha quindi precisato il capogruppo del Pdl, Andrea Tronzano – mi pare un atto di solidarietà nei confronti dell’attentato. Entrambe le cose sono comunque da condannare fermamente e da non sottovalutare».

10.05.12_ToCronaca_Attentato