“Nei grandi corsi a 70 all’ora” – La Repubblica

“Nei grandi corsi a 70 all’ora” – La Repubblica

Se crescono le «zone 30», non si può pensare di aumentare anche le «zone 70»? Invocando pragmatismo, buon senso e concretezza, il consigliere comunale di Pdl-Fi Andrea Tronzano dissemina la cartina della città di bandierine rosse e indica tratto per tratto in quali vie, a suo avviso, si potrebbe alzare a 70 chilometri all’ ora il limite di velocità. E nella mozione presentata in Sala Rossa spiega: «Torino ha molte strade che consentono l’ elevazione del limite. Ne abbiamo individuate sedici che per caratteristiche funzionali e costruttive possono essere percorse ai 70 chilometri all’ ora». La legge è discrezionale, aggiunge, «e su certe strade il limite dei 50 è pericoloso ed è pure impossibile da rispettare». Fra le sedici arterie che secondo Tronzano potrebbero essere etichettate come «zone 70» compaiono corso Giulio Cesare, dall’ uscita dell’ autostrada fino a piazza Derna; corso Vercelli, da strada Cuorgné fino a piazza Rebaudengo; via Pietro Cossa da piazza Cirene a corso Appio Claudio; corso Trapani, da piazza Rivoli a via Tirreno. Le motivazioni sono molteplici, incalza il consigliere forzista: «Ci sono già strade ai 70, rendiamo omogeneo il concetto in modo che l’ automobilista non pensi più ai segnali che alla guida». C’ è poi lo scottante tema delle multe: «il corpo della polizia municipale soffre di un’ immagine “multaiola” che sarebbe meglio eliminare mettendo i vigili in condizione di scrivere contravvenzioni solo quando è davvero opportuno». La proposta è velocemente liquidata dall’ assessore comunale alla viabilità Maria Grazia Sestero. La quale ricorda che la classificazione delle strade avviene sulla base di parametri precisi indicati dal codice della strada. E il concetto di discrezionalità, aggiunge, «è applicabile nel caso di una riduzione del limite, non per l’ aumento». Sestero si dichiara sbalordita che si dibatta di questioni come questa quando esiste un tema molto più serio sul quale, periodicamente, tutti si affannano a rilasciare dichiarazioni quando le pagine dei giornali si riempiono dei resoconti di incidenti: «Si conoscono molto bene i dati secondo i quali il maggiori numero di incidenti avviene sulle strade urbane. Si parla tanto di sicurezza e poi la si dimentica con gran facilità». Cinquanta chilometri orari in città, dice ancora Sestero, «mi sembrano più che sufficienti».

S. Strippoli