Nomadi a Torino: tra intolleranza, accoglienza e necessità di sicurezza – CittAgorà

Nomadi a Torino: tra intolleranza, accoglienza e necessità di sicurezza – CittAgorà

La Cascina della Continassa prima del rogo

Nel corso della riunione del Consiglio comunale, il sindaco Piero Fassino ha riassunto brevemente i ben noti eventi di sabato 10 dicembre, che hanno visto alcune baracche del campo nomadi della Continassa incendiati al termine di una fiaccolata organizzata per protestare contro il presunto stupro ad opera di due stranieri, denunciato da una ragazza, fatto poi risultato inesistente. “Questo episodio – ha poi evidenziato Fassino – porta ad interrogarci su più questioni: perché nel 2011 una ragazza, per coprire una perduta illibatezza, si inventa uno stupro? E’ un segno del disagio dei giovani verso la scoperta della sessualità, della loro solitudine nei confronti della famiglia, della necessità di politiche sociali che non lascino nessuno da solo. Il raid consumato contro i Rom della Continassa – ha aggiunto il sindaco – è stato un episodio intollerabile, rivolto verso persone infondatamente ritenute responsabili di quanto pareva avvenuto, solo perché straniere, di etnia Rom. In un periodo di profonda crisi crescono le incertezze, l’insicurezza quotidiana, la debolezza sociale e troppo facilmente se ne individua nello straniero la causa, con conseguenze come in questo caso terribili”. Nulla giustifica un raid come quello effettuato domenica alla Continassa: i responsabili, ha sottolineato il sindaco, “dovranno risponderne non solo verso i Rom colpiti ma verso tutta la comunità torinese”. Un episodio da condannare, che tuttavia è spia di un disagio diffuso nelle opinioni pubbliche delle grandi città, che ospitano comunità Rom numerose (a Torino circa 2.000 persone). “E’ un problema complesso, la popolazione Rom è caratterizzata da condizioni di vita che rendono difficili le pratiche di integrazione, la precarietà dell’esistenza ne porta una parte spesso ai margini di situazioni di illegalità – ha continuato Fassino, sostenendo che – l’anno scorso, il Ministero dell’interno del precedente governo aveva preso provvedimenti per l’emergenza Rom, finora purtroppo poco efficaci per carenza di fondi e per una sentenza dell’autorità giudiziaria che li ha reputati in parte contrari alla Costituzione e alle leggi. Oggi c’è un vuoto normativo e, proprio qualche giorno prima della vicenda della Continassa, ne avevo parlato con il nuovo ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, alla quale ho sottolineato la necessità di un piano nazionale, concertato fra governo ed Enti locali. Si tratta – ha spiegato il sindaco – di prevedere interventi di stabilizzazione e integrazione per i rom che vi si rendono disponibili, insieme all’allontanamento dal Paese di chi delinque o in ogni caso rifiuta percorsi di integrazione”. In attesa dei provvedimenti del governo, venerdì si riunirà in Prefettura il Comitato per la sicurezza e l’Ordine pubblico. “Di fronte a un problema così delicato e di non facile soluzione, che vede gran parte della popolazione non accettare i Rom e questi ultimi essere restii ad integrarsi – ha proseguito Fassino – dobbiamo operare su due termini non antitetici tra loro: accoglienza e sicurezza. Torino ha l’accoglienza nel sangue, ha integrato diecine di migliaia di persone provenienti dalle campagne piemontesi nel primo Novecento, poi centinaia di migliaia di cittadini meridionali e del Nord Est tra gli anni Cinquanta e Settanta. Oggi Torino ospita 150mila stranieri, che sempre più si stabilizzano in città e auspicano di essere riconosciuti come cittadini a tutti gli effetti. Con la loro fatica, le loro competenze le loro aspirazioni, queste persone fanno parte della vita della nostra comunità.
Campo RomOgni cittadino deve avere uguali diritti e doveri – ha poi ribadito Fassino – indipendentemente da etnia o religione. Ma tutto questo deve essere combinato con la tutela della sicurezza, che è un diritto di tutti i cittadini. In questa sfida facciamo appello a tutte le articolazioni della società torinese: partiti, sindacati, parrocchie, Ong, associazioni, per mettere in campo, insieme alle istituzioni, strategie che possano giungere a soluzioni ispirate al binomio sicurezza/accoglienza”.

In Sala Rossa si è quindi aperto il dibattito, con i seguenti interventi: (…)

Andrea Tronzano (PdL): “Concordo con quella parte dell’analisi del Sindaco che mette in evidenza nel caso della menzogna sulla violenza subita, un clima di difficoltà nei rapporti tra generazioni. Peraltro chi conosce il quartiere sa che in quel luogo a quell’ora un tale fatto è pressoché impossibile, mentre la stampa ha rilanciato in modo imprudente le accuse, pur se giustificata dalle dichiarazioni della ragazza. Io so che questa città non è razzista. I torinesi hanno solo bisogno di potersi sentire a casa propria. L’amministrazione ascolti finalmente le parole dell’opposizione sulla questione nomadi, cosa che finora non è avvenuta. Chi conosce i nomadi sa che non sempre hanno voglia di integrarsi quindi in questo campo bisogna operare con realismo“. (…)

Nelle foto: L’interno della Cascina Continassa prima dell’incendio del 10 dicembre scorso e – in basso – scene di vita quotidiana all’interno del campo Rom di lungo Stura Lazio

Claudio Raffaelli