Quale futuro per la FIAT in Italia? Si discute in Sala Rossa – CittAgorà

Quale futuro per la FIAT in Italia? Si discute in Sala Rossa – CittAgorà

Logo Fiat Nel Consiglio comunale di Torino del 24 settembre si è discusso di Fiat e del futuro dello stabilimento di Mirafiori. Per la Giunta Comunale, a cui i Capigruppo avevo chiesto comunicazioni in merito, è intervenuto il vicesindaco Tom Dealessandri:
“La crisi del mercato dell’auto è particolarmente accentuata in Italia ma riguarda tutto il continente europeo. Lo stabilimento di Mirafiori vive una forte dissaturazione con la sospensione della realizzazione della nuova linea, situazione difficile negli stabilimenti di Cassino e Melfi, mentre anche a Pomigliano c’è cassa integrazione. A questo punto ci si chiede se gli stabilimenti rimarranno o meno. Da parte nostra, come amministrazione comunale abbiamo cercato di fare il possibile affinché Fiat tenga conto del legame forte con la città e con il Paese. Dopo l’incontro col governo, è emerso da parte di Fiat che oggi non è messo in discussione alcuno stabilimento. Oggi molti gruppi automobilistici stanno per rivedere i loro impianti, ma non ci sono rischi per l’impianto General Motors torinese, dedicato all’evoluzione tecnologica. Ma la cassa integrazione per l’ultimo trimestre 2012 agli Enti centrali è segno che l’ integrazione con Chrysler determina esuberi, più positiva è la situazione dei settori componentistica e progettazione. Da parte del governo occorre un sostegno all’esportazione, non soltanto per il settore auto. Altro tema, quello degli ammortizzatori sociali, che per Mirafiori andranno verso l’esaurimento. E ci sono in Piemonte 45 importanti aziende metalmeccaniche a rischio chiusura. Tutti devono fare la loro parte: gli enti locali, la Fiat, il governo”.
Hanno quindi preso la parola i consiglieri comunali:
Andrea Tronzano (PdL): “Contesto Marchionne quando dice che l’azienda investirà solo dove avrà incentivi, perché la Fiat dal 1977 ha avuto 7,8 miliardi di Euro e deve ricordare che siamo un popolo coraggioso, che si è schierato a favore del referendum in tutte le sue componenti più illuminate. Ci sono 45mila lavoratori dell’indotto in cassa integrazione e su questo ci vuole una risposta rapida, compatibilmente con le esigenze del mercato”. (…)
Ufficio Stampa Consiglio comunale