«Rimpatri assistiti per i rom che accettano di andarsene» – CronacaQui

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L’ipotesi del Comune che deve decidere come utilizzare 5 milioni.
Gli uffici del settore Politiche sociali di Palazzo Civico «stanno lavorando alacremente» al bando peri primi interventi nei campi nomadi della città, finanziati con 5 milioni di euro dal ministro dell’Interno Maroni, nel 2011, solo oggi a disposizione della Prefettura. Eppure una vera tabella di marcia ancora non c’è. Si torna a parlare di «rimpatri», sia pur «volontari», ma il tema sembra imbarazzare e non sembra un caso che dei quattro assessori invitati alla seduta congiunta della Quarta commissione, Diritti e Pari opportunità, abbia risposto alle domande dei consiglieri solo l’assessore al Welfare, Elide Tisi. Quando tanto al Pd, quanto al Pdl, è chiara l’emergenza e la necessità di superare le politiche assistenziali. Restano ancora un mistero, dunque, i dettagli del piano che partirà dagli «interventi per la legalità e la sicurezza», come i presidi interforze all’interno dei campi e quelli sanitari, per il quale sarà necessario individuare l’esatta interpretazione della formula «rimpatrio assistito» per chi manifestasse l’intenzione di andare via dalla baraccopoli di lungo Stura Lazio o dagli altri insediamenti regolari e non, come corso Tazzoli o via Germagnano.

La cittadella abusiva alle porte della città è ormai un’emergenza sociale e sanitaria conclamata. A Palazzo Civico presto saranno convocate le Asl a riferire sulle condizioni dei campi e la “favela” sarà la prima per la quale si proporrà un progressivo “svuotamento”, cercando di fornire anche la garanzia perché le baracche libere non vengano rioccupate. (…)

«Oggi nel campo ci sono 827 persone, secondo il censimento dello scorso febbraio, ma non hanno dato alcuna disponibilità al rimpatrio volontario» spiega il consigliere Andrea Tronzano del Pdl, secondo cui «la delibera rischia di rimanere un libro dei sogni che scarica le coscienza, ma non produce effetti La situazione è fuori controllo, bisogna insistere sui rimpatri volontari anche attraverso un accordo con il governo romeno che scongiuri il ritorno a Torino». [E.Romanetto]

17.05.13_ToCronaca_Rom