Rumore e sporcizia dei locali notturni solo 52 multe all’anno – La Stampa

Rumore e sporcizia dei locali notturni solo 52 multe all’anno – La Stampa

L’idea: niente tassa per i dehors che chiudono alle 24

In un anno i controlli legati ai tanti regolamenti comunali tra cui il rispetto o meno della quiete pubblica e l’abbandono indiscriminato di rifiuti – leggi bottiglie e lattine, i soliti «cadaveri» di una notte di ordinaria baldoria – sono stati appena 52. E il 2014 non è stato un anno particolare perché nelle previsioni del 2015 l’assessorato al Commercio ha ipotizzato un timido incasso di 25 mila euro. Cifra irrisoria se paragonata alla montagna di multe che vengono fatte ogni anno: oltre 70 milioni di euro. È evidente la consapevolezza, da parte del Comune, della difficoltà di perseguire l’indisciplina che agita la frizzante, ma non per tutti, notte torinese. Sicuramente non per Andrea Tronzano, capogruppo di Forza Italia in Sala Rossa, che ha presentato un emendamento al bilancio che sarà votato la prossima settimana. A giudizio di Tronzano «la movida selvaggia e senza regole si può contrastare». Miele per le orecchie dei componenti le tante associazioni e movimenti nati negli anni e che si battono per arginare un fenomeno particolarmente odioso per loro che vivono nei luoghi caldi della movida, da San Salvario a piazza Vittorio, dal Quadrilatero a Vanchiglia. Dunque,

Patto con i locali
Tronzano propone un patto con i locali di somministrazione di tutta la città: il Comune toglie la tassa sui dehors e in cambio ottiene che dal lunedì al giovedì quegli stessi dehors vengano chiusi a mezzanotte, e alle 2 o alle 3 il venerdì e il sabato. Una misura che provocherebbe un buco immediato di circa 3 milioni nei conti comunali, tanto fanno incassare i circa 2.200 dehors torinesi di Cosap, la tassa sull’occupazione del suolo pubblico. Metà di quei dehors sono concentrati nelle aree storiche della movida. Tronzano, per la verità, si accontenterebbe di sperimentare la sua idea anche solo con i dehors temporanei che fanno incassare 845 mila euro. Per recuperare il mancato incasso, l’azzurro punta sul rispetto dei regolamenti, vale a dire maggior severità, quindi maggiori incassi, verso chi fa rumore e insozza la città.

Pulire costa 5,5 milioni
Tronzano: «Avete mai visto largo Saluzzo in che stato viene ridotto ogni notte? Pulire quello e altri disastri ci costa 5,5 milioni all’anno. E poi, il rispetto dei regolamenti garantirebbe una migliore convivenza civile». Tesi condivisa anche da esponenti della maggioranza, come il presidente della commissione Bilancio, il Pd Alessandro Altamura, ma non dall’assessore al Bilancio, Passoni, secondo il quale sarebbe «inaccettabile far quadrare il bilancio puntando sugli incassi delle sanzioni: non sarebbe serio». Tronzano: «Ma se l’hai sempre fatto!». Passoni: «Ritira quanto hai detto». Tronzano: «No». Passoni: «Voglio il registrato». Battibecco a parte, Passoni ha spiegato che l’enorme differenza fra le multe per violazioni al Codice della Strada e l’esiguo numero di quelle per la violazione dei regolamenti è dovuto al fatto che «per multare un’auto è sufficiente la targa, per punire chi viola i regolamenti occorre la flagranza e l’individuazione del soggetto che ha compiuto l’irregolarità: due condizioni difficilissime da avere». Altamura, in passato assessore al Commercio, ha riproposto il potenziamento di un nucleo vigili ad hoc per perseguire chi sporca e fa rumore: misure necessarie – ha spiegato – perché la deregulation sugli orari dei locali ha creato una situazione non gestibile con gli strumenti ordinari». [B. Minello]
25.07.15_Stampa_Dehor