Sul web le primarie non vincolanti del Pdl. A Torino la corsa al voto virtuale – Il Sole 24 Ore

Sul web le primarie non vincolanti del Pdl. A Torino la corsa al voto virtuale – Il Sole 24 Ore

Il Pd scalda i motori per le primarie di coalizione ma il Pdl non sta a guardare. E sceglie di confrontarsi con i suoi elettori via web. Terreno della sfida, la corsa per le comunali di Torino. Quello del centrodestra è il primo esperimento di questo tipo deciso dal partito. Otto i concorrenti che si confrontano, per un mese, sulla rete.

Sono Agostino Ghiglia, deputato, vicecoordinatore vicario del Pdl Piemonte; Andrea Tronzano, consigliere comunale; Barbara Bonino, assessore regionale ai trasporti; Carlo Giacometto, coordinatore cittadino del partito e consigliere provinciale a Torino; Gianluca Vignale, consigliere regionale; Maurizio Marrone, vicecoordinatore cittadino Pdl; Michele Coppola, assessore regionale alle cultura e Roberto Ravello, assessore regionale all’ambiente. Ma è anche possibile proporre un aspirante sindaco diverso da quelli indicati.

Ma «sono una cosa diversa dalle primarie del Pd», precisa il senatore Enzo Ghigo, coordinatore regionale del Popolo della libertà in Piemonte. «Non si tratta di primarie vincolanti», perché «abbiamo voluto veicolare un messaggio di presenza, di dibattito e confronto all’interno del nostro partito. E quello che emergerà sarà un indirizzo indicativo che ci servirà per capire».

I candidati sono quasi tutti esponenti del partito con cariche locali.
«Sono tutti sotto i quarant’anni, a parte il deputato Agostino Ghiglia, come nella nostra giunta regionale dove c’è un’età media di 42 anni. È la prova che abbiamo rinnovato la classe dirigente del Pdl in Piemonte. Perché se Renzi annuncia la rottamazione, noi innoviamo senza rinunciare a chi ha una grande esperienza in modo che faccia da guida ai più giovani. Penso per esempio al vicepresidente della giunta regionale, Ugo Cavallera»

Dunque primarie con un valore non vincolante, per capire quali sono gli orientamenti del vostro elettorato.
«Sì, a noi interessa non rimanere fuori dal contesto di comunicazione di queste settimane. Altrimenti sembra che la sinistra, pur bisticciando dalla mattina alla sera, sia al lavoro per la ricerca di un candidato e noi no. Invece così è chiaro a tutti che stiamo lavorando attraverso questi mezzi, a partire dalla rete che è un importante strumento di comunicazione, per creare dibattito e scambio di idee».

Per partecipare occorre registrarsi in modo da non votare due volte.
«Sì. Lo abbiamo deciso perchè in esperienze passate c’era stato qualcuno che telefonava a un call center “amico” e si faceva dare un certo numero di contatti. Questo sistema lo esclude, prevedendo che si voti una volta sola».

Quindi possono votare anche persone che non siano di Torino?
«Sì».

Ma le primarie le considerate utili o no?
«Dovremmo avere un sistema diverso, così come sono diventano quasi un gioco, non c’è una base elettorale certa perché possano essere considerate un percorso serio e indicativo. Sono esperimenti che hanno l’obiettivo di creare movimento e in alcuni momenti il Pd chiedendo anche un’offerta le ha utilizzate anche come raccolta fondi. Ma il caso Milano e, vedrà, anche il caso Torino, dimostreranno che i grandi partiti con questo meccanismo, che ha regole contorte, rischiano di non ottenere i risultati che desiderano. A Torino il Pd vuole che il candidato sia Piero Fassino, ma non è affatto detto che le primarie daranno quel risultato. Il rischio c’è, eccome».

Quali caratteristiche deve avere il vostro candidato sindaco?
«Piero Fassino è un po’ datato, noi vogliamo puntare su un giovane, una persona nuova. E soprattutto vogliamo rappresentare un elemento di discontinuità perché Fassino è la continuità, dopo Valentino Castellani, dopo Sergio Chiamparino, sindaci che hanno avuto una buona immagine, ma che ci lasciano un disavanzo di 5 miliardi e 300 milioni di debito. Torino è la città più indebitata d’Italia. Loro diranno che è colpa del governo centrale che non ha fatto trasferimenti, ma nella realtà dei fatti la gestione finanziaria del comune è stata molto negativa, molto giocata sull’immagine del sindaco Chiamparino e poco sulla sostanza. Vogliamo fare un’operazione verità e presentarci ai piemontesi con una faccia nuova e idee nuove e dire con chiarezza che Torino è una città che rischia di essere commissariata. Conosciamo bene i fatti e sappiamo benissimo che il prossimo sindaco di Torino avrà il compito di razionalizzare le spese, come sta avvenendo adesso in Regione, con chiarezza e trasparenza».

E Francesco Profumo? Dopo la sua rinuncia a correre per il Pd gli avevate provocatoriamente chiesto di lavorare con voi.
«Era una provocazione. Profumo è una persona disposta a dare il suo contributo intellettuale nell’interesse di Torino, qualche suggerimento lo darà magari anche a noi, ma nulla di più».